Quanta Grazia!

da | Feb 27, 2010 | Editoriali

La Grazia che da tempo aspettavamo è avvenuta!
Da tempo e ad ogni ricorrenza elettorale,  ci siamo rigirate i pollici mentre contestavamo che fossero troppo poche le donne in corsa per una nuova rappresentanza in politica.

Da tempo abbiamo rivolto la sfida del cambiamento ai governi che si sono succeduti, sempre riluttanti dei confronti di donne pur valide. Sempre accolte come pecette da incollare nelle caselle vuote, sempre irrise come inesperte, sempre contate come quote, sempre valutate per l’avvenenza fisica.

Ed ora è avvenuto il miracolo? Due donne, dico due, sono candidate dai due schieramenti nella regione del Lazio e in corsa per la Presidenza della regione; e quale regione!

Da sempre considerata arruffona, pasticciona e compromessa per la troppa vicinanza ai centri nazionali del potere istituzionale. Una regione ferita non solo dalla “malapolitica” ma anche da affaire di varia natura.

Questa potrebbe dunque essere la svolta? la riscossa?

Vediamo di non fare un ragionamento di parte.

Queste due candidature, per paradosso, mettono in difficoltà anziché favorire, l’elettorato femminile nella loro scelta.

Perché ciascuna è donna di valore e ciascuna ha valori aggiunti e differenti.

Renata Polverini, giovane d’età ma con una lunga e grintosa carriera nel sindacato UGL, è anche una persona che sa porsi e dialogare con un elettorato ampio ed esigente. La sua candidatura è sostenuta dallo schieramento di maggioranza ed ha sicuramente un apparato di sostegno e di monitoraggio da far invidia anche al più navigato dei politici.

Una donna, in sostanza, che ha fatto un percorso e si è fatta rispettare e riconoscere oltre che nei luoghi angusti del sindacato anche in quelli più scaltri della politica; ha saputo trovare i luoghi del confronto e del dialogo; ha sostenuto posizioni aperte e sostenibili anche in campo avversario. Una donna dunque, una candidata, che dà garanzie sufficienti per una governabilità efficiente e ad ampio raggio.

Un appunto, forse, si può rivolgere all’impronta della sua campagna elettorale: quello di sembrare un po’ troppo disponibile a farsi trainare, ad “ubbidire”, ma questo potrebbe far parte di una tattica elettorale che si sa, ogni mezzo è buono, non sempre rispecchia perfettamente il futuro governo del vincente. E a parte quei manifesti un po’ troppo “wonderwomen”, in cui la donna Polverini viene annebbiata da un piglio fin troppo maschile, come a voler rassicurare che in lei non esistano debolezze femminili, resta una candidata con la C maiuscola.

Sull’altro fronte, l’opposizione sostiene (o almeno dovrebbe) la candidatura di Emma Bonino, e chi non la conosce?

Per la sua serietà, impegno, rigore, trasparenza; le sue lotte per i diritti umani; il modo in cui ha gestito la politica al governo e come lo ha rappresentato all’estero; la generosità con cui si è dedicata per la giustizia ed il rispetto del genere umano.

E questi sono i suoi valori aggiunti. Diversi come è stata diversa la vita e il percorso politico di questa donna dall’altra, per come si è adoperata in difesa anche delle battaglie femminili pur dichiarandosi contraria ad ogni forma di ghettizzazione in cui molte altre donne politiche si sono rifugiate.

Emma Bonino è una “pasionaria”, e lo ha dimostrato anche in quest’ultima circostanza.

Non si limita ad essere una candidata alla presidenza del Lazio, e questo è la garanzia della sua coerenza (che si sia d’accordo o meno), ma continua le sue battaglie anche se rischiose.

Se un appunto si può farle è esattamente il contrario di quello che vale per la candidata Polverini.

Mancanza di apparato, scarsissima presenza d’immagine, poca spalmabilità di confronto ed una cocciutaggine che può farla amare, quanto criticare. La vediamo portare avanti uno sciopero della fame e della sete per protesta proprio quando avrebbe maggiore bisogno di forze, anche fisiche, da mettere in campo.

Per questa generosità, non si può comunque farle sconti

Mentre ci auguriamo che questo non le impedisca di andare avanti, non possiamo altresì non prendere atto che lo stile gandhiano non si addice alla nostra politica.

Alla fine e comunque, sosterremmo queste candidature, e ciascuna di noi ne valuterà, in coscienza e consapevolezza, programmi e storia prima di trarre una scelta definitiva; perché queste elezioni laziali non sono solo legate al territorio ma saranno anche un risultato che in molte attendono con trepidazione. 

 Dols, febbraio 2010