Donne a convegno

da | Ago 26, 2023 | Segnalazioni

Cancellare le donne dalle decisioni che  riguardano tutti in quanto umani pesa su questa modernità così misera e violenta. Con sempre più forza e con sempre maggiore chiarezza è necessario prendere le distanze da quello che si può definire il ‘nuovo neutro’, da quel modo politicamente corretto di leggere la realtà che annulla le differenze negando i conflitti, come se riconoscere le diverse esperienze, diverse anche per i sessi, non fosse il vero guadagno per tutti.

La lingua stessa indica con evidenza come la realtà può essere deformata. Si fanno leggi dove il termine ‘coniugi’ o ‘genitori’ rimanda a una idea di condivisione che, in caso di conflitto, risulta falsa, scatenando guerre in nome dei figli. Quando si fanno sparire i soggetti sessuati  dalle relazioni, si espelle dal rapporto a due, di un uomo e di una donna, la titolarità del generare che è ancora delle donne.

Pur occupandoci di gravidanza e di bambini – pur avendo cura di tutto questo e per tutto questo –  non abbiamo ancora assunto pienamente la  responsabilità verso il nostro corpo fertile, che concepisca o no, che partorisca o no, perché se lo vedessimo in tutta la sua potenza sapremmo che non ci si può chiamare fuori dall’esercizio del potere. In fondo, cos’è stata e cos’è ancora oggi la 194 – anche oggi che da più parti veniamo sollecitate alla sua difesa – se non un aggiustamento sulla impossibilità delle donne di autodeterminare la propria fertilità?

Abbiamo lottato per NON morire di aborto clandestino e per poter decidere quando NON fare figli. Abbiamo anche avuto gli anticoncezionali e tutti i sensi di colpa per le decisioni che ci sentiamo costrette a prendere. La libertà di decidere quando e se fare figli, che ci siamo duramente conquistate, ci viene spesso rinfacciata da chi ha consuetudine con il potere perché sa bene che poter decidere di sé è il primo passo per stare nel mondo con signoria.

Come sarebbe il mondo se la differenza sessuale fosse a fondamento di una democrazia?

Come sarebbe la vita nel nostro paese, se una donna potesse fare un figlio quando lo decide e questa decisione fosse accolta e sostenuta mentre studia, lavora, fa politica, altro?

Come cambierebbero le relazioni se il legame materno fosse riconosciuto e rispettato?

Per parlare e confrontarci ci diamo appuntamento a Pesaro – DONNE A CONVEGNO – venerdi 20/sabato 21/domenica 22 ottobre, presso la Sede dell’Udi, via Martini 27.

Questo appuntamento avviene dopo un anno di scambio tra donne che sono tornate in piazza con un ombrello per denunciare la violenza istituzionale, strumento di controllo del corpo sessuato e generativo delle donne. Controllo che una volta il patriarcato esercitava attraverso la paura di una gravidanza fuori dal matrimonio, oggi attraverso la sottrazione dei figli dentro e fuori il matrimonio.  Lo scempio dell’attuazione della legge 54 ci riguarda perché è un attacco alla libertà femminile e obbliga a guardare a noi stesse con occhi diversi. Madri e no. Per la festa della mamma, il 14 maggio,  siamo scese in tante piazze per dire che una donna non si cancella, tantomeno una mamma. Lo abbiamo fatto in modo diffuso e autorganizzato e si è creata una inedita sintonia tra noi. Questa è stata la premessa che ha permesso di immaginare un noi più ampio e  di promuovere un Convegno per discutere in presenza, anche su questo. Mettiamo a disposizione materiali per sollecitare riflessioni che saranno pubblicate sui rispettivi canali social e sul sito di Laboratorio Donnae.

Il Convegno avrà inizio  Venerdì 20 alle ore 15,00 e si concluderà Domenica 22 alle 14,00.

Per info e ospitalità scrivere a laboratoriodonnae@gmail.com.

Vi aspettiamo

Pina Nuzzo, Antonella Pompilio, Emanuela Valente, Emanuela Natoli, Paola Pieri, Chiara Carpita, Alessandra Lo Baido.

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