I contrasti dell’anima

da | Mag 21, 2013 | Filosofando

Nel mito dell’anima Platone (428-348 a. C.) racconta, molti secoli prima di qualsiasi teoria, la condizione dell’anima umana sempre tesa tra gli opposti. C’è una coppia di cavalli alati che trascina un cocchio guidato da un cocchiere, un cavallo è bianco l’altro è nero. Il cavallo bianco dedito alla spiritualità ubbidisce agli ordini del cocchiere mentre il cavallo nero rappresentante delle passioni fisiche e carnali cerca costantemente di trainare il cocchio verso il basso.
Grazie a questa doppia azione il cocchio continua pur tra le sue difficoltà il cammino sul sentiero della vita. Questo racconto mitologico ricco di simbologia rappresenta con estrema semplicità, ma al tempo stresso acutezza, la condizione dell’uomo nel mondo: spinto da passioni opposte rimane il più delle volte in equilibrio. In alcuni casi l’armonia si spezza e seguire il giusto mezzo diventa complicato.
Quando affermiamo: “Guarda che testa calda” per riferirci a qualcuno che perdendo facilmente la pazienza va in escandescenza: indichiamo chi ha sicuramente perso l’equilibrio. Il suo cavallo nero ha rotto le redini e lo ha trascinato, sopraffacendo quello bianco, verso la parte più buia di sé in quel luogo dove la ragione non riesce a varcare la soglia. Viceversa quando una persona dedica se stessa alla meditazione e percorre un cammino di innalzamento dello spirito si eleva sopra il corpo, ma non deve dimenticare le sue esigenze.
Al contrario se si lascia trascinare e cade completamente preda delle passioni può poi diventare difficile risalire. Sta a noi tenere le redini, abbiamo in mano la nostra vita. Platone ha raccontato quattro secoli prima di Cristo una peculiare caratteristica della nostra interiorità, ciò ci permette di comprendere l’origine di molte difficoltà di relazione ed intravedere una soluzione.
Non possiamo pensare di inibire i due cavalli, viceversa è bene dare loro un po’ di gratificazione nutrendo la nostra parte spirituale (il cavallo bianco) senza scordare quella passionale e concreta (il cavallo nero) che non è di rango inferiore ma soltanto diversa.
Solo così è possibile fare un lungo cammino governando con successo la nostra natura.

Maria Giovanna Farina