Preistoria Italia e donne della UE

da | Gen 19, 2022 | L'opinione

di Linda Laura Sabbadini *

 

E si, è proprio così, in Europa tre donne neiruoliprincipalidipotere. CristineLagarde, a cap o della Banca Centrale Europea, Ursula Van der Leyen a capo della Commissione Europea e Roberta Metsola, da ieri Presidente del Parlamento europeo. In poco più di tre anni un capovolgimento storico. Mai successo. E tre donne si sono contese quella posizione , anche se negli altri due casi avevano poche possibilità.

Ieri è stata eletta Roberta Metsola, maltese a capo del Parlamento Europeo. Ha solo43 anni, la più giovane in assoluto nel ruolo che va a ricoprire. E' stata eletta con una larga maggioranza, pur essendo ultra conservatrice in relazione all'aborto.
Vive nel Paese, Malta, che ha una delle leggi sull'aborto più restrittive e lo vieta anche in caso di stupro e incesto. Certo la scelta di una donna con posizioni così estreme non è stata delle migliori, nè da parte dei popolari nè dei socialdemocratici. E il fatto che sia donna non può diminuire le preoccupazioni. La neo presidente ha comunque dichiarato che le sue posizioni sull'aborto saranno quelle del Parlamento europeo.

Sarà così? Melo auguro. E sul resto? La vedremo all'opera. Ma veniamo a noi. Viene spontanea una prima considerazione. Noi in Italia siamo alla preistoria. 76 anni di Repubblica, mai una donna al vertice del governo, nè al Quirinale.
Non mi stancherò mai di dirlo. E si stenta persino a parlarne. Stiamo inchiodati ad una discussione stantia, all'interno delle quattro stanze.E smuoviamo unpò queste acque! Vi ricordo queste cifre durissime che fanno rabbrividire e che non mi stancherò mai di ripetere. La prima ministra all'interno di una compagine governativa arrivò solo nel 1976, conTinaAnselmi. La prima giudice della Corte Costituzionale arrivò nel 1996, con Fernanda Contri, poi passarono altri 23 anni perchè fosse nominata la prima Presidente della Corte Costituzionale, MartaCartabia.

La prima Presidente della Camera, Nilde Iotti, fu eletta ne119 79. In tutto solo tre Presidenti della Camera donne su 15, il 20%. La prima Presidente del Senato, Elisabetta Casellati nei 2018! In tutta la storia del Paese solo il 7% dei Presidenti di Regione è stata donna. Siamo lontani anni luce dall'Europa.
Passano i decenni e le cose cambiano lentissimamente. Ora serve una donna alla presidenza del Consiglio o della Repubblica. Fate voi. Una donna che sappia interpretare ibisogni e le esigenze delle donne e del Paese. Una donna paladina dei diritti di tutti e della nostra democrazia. E' ora.

Una seconda considerazione devo farla e riguarda i partiti progressisti. Le tre donne che detengono i tre posti di potere più importanti in Europa hanno tutte una provenienza di centro destra se non destra più estrema. L'unica donna segretaria di partito in Italia attualmente è di destra, Giorgia Melanie. Non dovreste una volta per tutte interrogarvi sul perchè ciò succede?

Non dovreste avviare una approfondita analisi su questa clamorosa distanza tra le parole e i fatti? Ovviamente non si tratta di mancanza di competenze. Sono tante le donne competenti ed autorevoli nel fronte progressista. E allora? Dovete saper mettervi in discussione. Se non si cambia passo in fretta in questo Paese, se non ci saranno donne aivertici dei partiti e delle istituzioni, peruna democrazia rinnovata, prevarrà la conservazione, si continuerà ad andare avanti a piccoli passi.
Si perpetuerà il monop olio maschile del potere che alleva e promuove i suoi adepti, e si continuerà a escludere le donne, a non promuoverne e valorizzarne l'impegno. Serve una Presidente della Repubblica donna, ma che sia una donna per le donne, che guidi un balzo epocale del Paese Dall'Italia delle donne pilastro del Paese ma invisibili, all'Italia delle donne protagoniste, libere evisibili che lo guidano alla conquista dell'equità e dell'uguaglianza. Questo ci vuole per il progresso del Paese.

*Linda Laura Sabbadini, rettoracentrale dell'Istat. Le opinioni qui espresse
sono esclusiva responsabilità dell'autrice e non impegnano l'Istat.

da La Stampa, 19 gennaio 2022