Come creare buona occupazione e perseguire l'uguaglianza di genere sfruttando digitalizzazione e transizione ecologica

da | Feb 13, 2022 | Donne e politica

di Isa Maggi – Stati Generali delle Donne

 

 

 

L’obiettivo, per non perdere le opportunità del Piano di ripresa e resilienza, è come creare buona occupazione e perseguire l’uguaglianza di genere sfruttando digitalizzazione e transizione ecologica.

Le pagine del PNRR dedicate alle missioni M2 (transizione ecologica) e una buona parte di quelle dedicate alla M1 (digitalizzazione e altro) e alla M3 (infrastrutture per la mobilità) non fanno emergere alcun progetto con chiare implicazioni o valutazioni di genere.

Solo una osservazione: a pagina 152 del Piano si legge… “Nella Missione 2 hanno un ruolo di contrasto alle diseguaglianze di genere soprattutto le misure connesse all’edilizia residenziale pubblica, compresa l’estensione del superbonus al 110% agli IACP, posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del differente ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali siano affidate a donne”.

Con sessanta miliardi, la Missione 2 è la più ricca ma l’azione trasversale della parità di genere evidenzia unicamente il venire incontro alle carenze abitative delle madri sole.

E’ quindi necessario creare interconnessioni.

Ecco quindi tre aspetti fondamentali di cui tenere conto:

COERENZA DELLE POLITICHE ( e politica delle coerenze)

Le Amministrazioni e le Imprese sono chiamate a rispettare alcuni specifici principi per garantire la piena e immediata compatibilità degli elementi amministrativi connessi alla selezione dei progetti con il quadro normativo di riferimento del Piano. Pertanto, i dispositivi amministrativi volti all’individuazione/selezione dei singoli interventi da finanziare/realizzare sul PNRR devono prevedere il rispetto dei seguenti principi e obblighi:

1. principio del “non arrecare danno significativo (cd. “Do No Significant Harm” – DNSH), secondo il quale nessuna misura finanziata dagli avvisi deve arrecare danno agli obiettivi ambientali, in coerenza con l’articolo 17 del Regolamento (UE) 2020/852. Tale principio è teso a provare che gli investimenti e le riforme previste non ostacolino la mitigazione dei cambiamenti climatici;

2. principio del contributo all’obiettivo climatico e digitale (cd. tagging) teso al conseguimento e perseguimento degli obiettivi climatici e della transizione digitale, qualora pertinente per la tipologia di intervento considerata;

Nell’attuazione del PNRR sono inoltre da considerare le seguenti priorità trasversali, necessariamente da correlare con la Strategia:

• rispetto e promozione della parità di genere;

• protezione e valorizzazione dei giovani teso a garantire l’attuazione di interventi e riforme a beneficio diretto e indiretto per le future generazioni;

• superamento dei divari territoriali.

SISTEMA IMPRENDITORIALE DELLE MICRO E PICCOLE IMPRESE, IN PARTICOLARE LE IMPRESE FEMMINILI ELA COMUNICAZIONE NON FINANZIARIA

Crediamo sia rilevante il ruolo delle micro e delle piccole e medie imprese, in particolare di quelle femminili, nell’integrazione strategica della sostenibilità nei propri processi e nella propria visione con un ruolo attivo nell’ammodernamento e nel cambiamento in atto e nella creazione di un forte partenariato locale.

Le imprese femminili sono portatrici di un nuovo modello di fare impresa, collaborativo, che mette al centro la sostenibilità sociale, economica ed ambientale.

La M5 – investimento 1.2 “Creazione di imprese femminili” intende promuovere il sistema imprenditoriale femminile attraverso contributi e una serie di azioni e iniziative che saranno definite sulla base di un piano di attività predisposto dal Soggetto Gestore Invitalia , condiviso col MISE e che potrà prevedere l’attivazione di percorsi collaborativi con i seguenti enti:

 regioni

 enti locali

 associazioni di categoria

 sistema camerale

 comitati per l’imprenditoria femminile.

Le azioni si concentreranno sui seguenti aspetti:

a) iniziative per promuovere il valore dell’imprenditoria femminile nelle scuole e nelle università

b) iniziative per la diffusione di cultura imprenditoriale tra le donne

c) iniziative di orientamento e formazione verso percorsi di studio nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche

d) iniziative di sensibilizzazione verso professioni tipiche dell’economia digitale

e) azioni di comunicazione per diffondere la cultura femminile d’impresa e promuovere i programmi finanziati attraverso il Fondo a sostegno dell’impresa femminile.

Gli indicatori già previsti sono il numero delle imprese femminili avviate entro il 2026.

Inoltre l’avvento del Covid ha accelerato la necessità di tenere conto delle dinamiche ESG nelle attività d’impresa, andando oltre le semplici informazioni di natura finanziaria, valorizzando aspetti quali la tutela e salvaguardia dell’ambiente e l’impatto di ogni singola realtà imprenditoriale sul territorio in cui è collocata.

La comunicazione non finanziaria delle aziende ha assunto oggi un’importanza sempre più rilevante. Dobbiamo assegnare spazio adeguato al bilancio di sostenibilità, quale principale strumento di comunicazione delle performance aziendali sociali e ambientali, alla luce delle esperienze di importanti aziende che lo hanno implementato.

La definizione dei criteri ESG (Environmental, Social and Governance), utilizzati per analizzare la validità di un’impresa nel conseguire performance positive da un punto di vista non solo economico, ma anche ambientale, sociale e di governance deve essere contestualizzata all’interno delle aziende, quelle di grande dimensione che già operano in questo senso ma anche tra le Micro e PMI, che stanno sviluppando approcci nell’adozione del Bilancio di Sostenibilità, come strumento di comunicazione delle performance ambientali e sociali e del processo di creazione di valore.

Le imprese femminili si rivelano , secondo l’Osservatorio di Unioncamere, le più attente all’ambiente e al benessere del bene comune.

“Il ‘management della sostenibilità’ presuppone valori imprenditoriali forti, esige orientamento al futuro, richiede investimenti sul piano tangibile e intangibile”

LA CREAZIONE DEL PARTENARIATO E LE INTERCONNESSIONI

La Rete delle Città delle Donne, promossa dagli Stati Generali delle Donne, sostiene i Comuni che adottano la delibera e diventano partner del progetto, per disegnare politiche attive di gender mainstreaming e a misurare l’efficacia delle proprie politiche relativamente ai 17 obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite, in particolare il goal 5 e il goal 11.

Il progetto grazie al lavoro di Ambassador qualificate, del Comitato Scientifico, con la collaborazione di Enti anche Europei, e al dialogo continuo con le Istituzioni preposte ha costruito le linee guida e una cassetta degli attrezzi sugli ambiti specifici della sostenibilità economica, sociale e ambientale dove il filo conduttore sono le politiche di genere.

Le fonti dei dati sono Enti, Istituzioni nazionali ed europei, quali ISTAT, DPO, Eige, Onu e in parte gli stessi Comuni aderenti.

L’output annuale è un un monitoraggio sui territori delle Città delle Donne, ad oggi un centinaio tra grandi e piccoli comuni, con variegata diversificazione territoriale, secondo una definita agenda locale.

Il risultato è la creazione di una rete territoriale nazionale che agevolerà:

– il confronto tra i Comuni per verificare la raggiungibilità degli obiettivi fissati da ogni singolo ente,

– la contaminazione e la diffusione delle buone pratiche progettuali,

– la realizzazione di progetti ed attività comuni.