"DONNE, NEGLI ANNI ’90 E CIO’ CHE CHIEDONO ALLA POLITICA"
Ricerca commissionata alla MAKNO dal Dipartimento Politiche Femminili del P.S.l.
NOTE METODOLOGICHE DELL’INDAGINE MAKNO
L’universo di riferimento dell’indagine é costituito dalla popolazione femminile ultra 18enne, ovvero dall’elettorato femminile (che, alle soglie degli anni ’90, rappresenta circa il 52% dell’intero elettorato).
Per la ricerca é stato allestito un campione probabilistico di tipo stratificato proporzionale,sovradimensionato in ingresso,in modo da consentire il conseguimento della consistenza finale desiderata di circa 1600 unità di effettivo campionario.
Come criteri di stratificazione sono stati assunti i pesi demografici relativi- delle regioni e delle classi di ampiezza demografica dei comuni – in particolare medie e piccole.ln 00gnuna delle celle di incrocio così ottenute si é operata l’estrazione probabilistica di 1-2 comuni, strutturando una rete di campionamento comprensiva di 70 comuni campione in totale.
In ogni comune sono state selezionate una o più sezioni elettorali, per un totale di oltre 100 sezioni sull’intero territorio nazionale.
L’elenco dei nominativi da intervistare -comprensivo di un congruo numero di riserve (3 per ogni candidatura principale) – é stato predisposto attraverso una procedura di prelièvo sistematico dalle liste elettorali sezionali.
Il rilevamento é stato effettuato da 70 intervistatori della rete Makno, istruiti sulle modalità di somministrazione dell’intervista in apposite sezioni di briefing e seguiti e coordinati dall’Ufficio Field della Makno durante tutta la fase del rilevamento che si é svolto nel mese di luglio.
Le interviste sono state condotte con metodo diretto, sulla base di un questionario comprensivo di 86 domande, equivalenti a 149 variabili, con una durata media di circa un’ora per intervista.
Le interviste convalidate finora ai fini della ricerca sono 1021;a tale dimensione campionaria corrisponde un valore dell’errore standard delle stime campionarie di +/- 1.6 punti percentuali.
LA CONDIZIONE DELLA DONNA OGGI
A giudizio pressoché unanime delle intervistate,la condizione della donna nella società é, nel complesso,migliorata rispetto a venti anni fa; tuttavia, la maggior parte delle donne ritiene che" a tutt’oggi in Italia non sia ancora stata raggiunta un’effettiva parità tra i sessi.
GLI UOMINI E L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE
Rispetto all’emancipazione della donna, gli uomln1 italiani in generale hanno manifestato un’ atteggiamento di tiepido favore, o di condiscendenza, quando non -in parte di larvata contrarietà.
L’EVOLUZIONE DEL MODELLO FEMMINILE
L’immagine della donna di venti anni fa si caratterizza per la sua aderenza ai tradizionali stereotipi familistici (trovare un marito, avere figli,sentirsi protetta,avere la casa pulita), mentre il modello della donna contemporanea viene identificato – sul piano della razionalizzazione – con la donna lavoratrice(indipendenza economica attraverso il lavoro,indipendenza nel modo di pensare, carriera nel lavoro, istruzione, vita sociale).
DONNE E SOCIETA’
Nel sistema dei valori della popolazione femminile, accanto ai valori tradizionali (la salute, la vita tranquilla, ecc.) e ad una più accentuata esigenza di benessere per la famiglia, acquista un rilievo maggiore la tendenza a concepire l’essere informe/aggiornate come un valore in sé:conseguenza e sintomo della maggiore attenzione/partecipazione delle donne alla vita lavorativa e sociale.
MODELLI DI IDENTIFICAZIONE SOCIALE
Di questa tendenza sembrano rendere conto anche i modelli di identificazione sociale: appare in crescita,infatti la quota di donne che si identificano come gruppo sociale in sé: si tratta del gruppo di gran lunga numeroso (oltre il doppio del secondo, costituito dalle pensionate), che comprende allo stato attuale una donna su quattro.
ATTEGGIAMENTO VERSO LA POLITICA
Le donne manifestano, in generale,un limitato interesse per la politica e, come gli uomini, meno ancora per quella nazionale che per quella locale, più tangibile e comprensibile.
IL PARTITO IDEALE
Il diffuso disinteresse delle donne per spiega alla luce dell’immagine che nutrono del I fattori principali del partito ideale sono:
– l’onestà e la serietà della sua classe dirigente;
– la capacità di capire quali sono i problemi importanti e lottare per risolverli;
– la capacità di parlare un linguaggio chiaro, comprensibile alla gente.
Per studiare l’immagine dei tre principali partiti, abbiamo considerato i suddetti tre fattori insieme ad altri tre particolarmente rilevanti, secondo le risultanze delle ricerche politiche degli anni ’80, cioé le idee forza de:
– il pragmatismo
– la libertà
– l’uguaglianza e la giustizia sociale
LA RAPPRESENTANZA FEMMINILE
In epoca diffuso,dibattito sulla rappresentanza politica delle donne stesse sulla vexata quaestio, attraverso un test della fiducia nei confronti di astratte candidature di sesso opposto per la copertura di differenti livelli di cariche istituzionali.
Secondo quanto registrato dal test, la maggior parte delle intervistate ritiene preferibile che le cariche P1U prestigiose (presidente della repubblica, presidente del consiglio) siano rivestite dagli uomini;le donne – forse meno "politiche" ma più concrete appaiono invece più adatte per le cariche amministrative ( sindaco e assessore)e, sia pure di stretta misura, per quella di ministro.
LE DONNE SCELGONO AUTONOMAMENTE
Infine, merita rilevare che, ln caso di elezioni,la larga maggioranza delle donne decide per quale partito votare attraverso una scelta esclusivamente personale, circa l su 4 si fa consigliare (soprattutto dal coniuge/convivente/fidanzata) o si confronta con qualcuno (gli amici/ amiche) e l su 10 conferma il voto tradizionale della famiglia.
COSA CHIEDONO LE DONNE ALLA POLITICA
La popolazione femminile avverte più urgente una soluzione sui seguenti problemi: disoccupazione (50%),assistenza sanitaria (42,7%),tossicodipendenza (32,2%), delinquenza (27,6%), ambiente (23,2%), pensioni (19,2%),immigrazione e razzismo (11%).
PROBLEMI DELLE DONNE DI OGGI
I servizi di cui le donne, come donne, avvertono maggiormente il bisogno sono legati alle piaghe sociali dell’ultimo decennio del secolo, precisamente:
l) centri di aiuto per malati di AIDS o terminali di tumore;
Ad essi fanno seguito:
2) recupero dei tossico dipendenti (33,6%)
3) i centri di aiuto per le donne maltrattate (38,5%)
4) i centri di educazione psico-motoria per i portatori di handicap (27, 5%;
5) i consultori familiari (20,9%).
Insomma,la gerarchia dei bisogni espressi evidenzia un’elevata e diffusa sensibilità per i problemi dei soggetti cosiddetti "deboli".
LE PRINCIPALI PROPOSTE
Le proposte ritenute più suscettibili di contribuire a migliorare la condizione delle casalinghe sono quelle che, in un certo senso, creano un’analogia di trattamento con le lavoratrici:
– la corresponsione della pensione a 55 anni(58,8%);
– l’aumento degli assegni familiari con corresponsione diretta alla donna (51,1%)
– indennizzo a carico dell’INPS degli eventuali infortuni domestici (36,6%).
CONVIVENZA
In generale, la grande maggioranza delle intervistate é favorevole all’equiparazione, in alcuni caSl, dei diritti, dei conviventi con quelli dei coniugi, come:
– la possibilità per la donna convivente,così come per la moglie, di essere titolare dei diritti spettanti per le attività lavorative prestate nell’impresa del convivente (62,7%); – il diritto per la convivente superstite a subentrare nel contratto di locazione alla morte del convivente intestatario (64,6%);
– il diritto per il convivente superstite al risarcimento dei danni in caso di morte per infortunio dell’altro convivente (61%)
– il diritto per il convivente, che non dispone di mezzi propri, di ricevere gli alimenti in caso di cessazione della convivenza (51,8%)
IL CALO DELLE NASCITE
I motivi principali del calo delle nascite registrato in Italia vengono ricondotti, in primo luogo, a motivi di ordine sociale (come la responsabilità che comporta il mettere al mondo un figlio in questa società(29,9%) ed i costi economici crescenti del mantenimento di un figlio (19,5%).
Dalla ricerca affiora, tuttavia,per certe coppie anche il tema di preferire la sola vita a due (13%).
In ogni caso, la maggioranza delle intervistate ritiene che il governo dovrebbe astenersi dall’intervenire in questo campo e comunque per lo più ritengono che le misure più adatte per sostenere le scelte di maternità consistano: in un piano di sostegno economico, per i primi anni di vita del bambino, per le famiglie più disagiate(30,3%) e nel potenziamento e nella riqualificazione dei servizi per l’assistenza all’infanzia e alle madri(24,3%).
Nella foto:
8 Marzo 1984,Palazzo Chigi. Da sinistra: on.Agata Alma Cappiello, il Presidente del Consiglio Bettino Craxi, sen. Elena Marinucci, Marta Ajò Presidente Comitato Parità Ministero del Lavoro.