Assegno divorzile ragguagliato all’eredità ricevuta dal coniuge: conta anche il tenore di vita potenziale, 24 giugno 2013

da | Giu 25, 2013 | Anno 2013

Assegno divorzile ragguagliato all’eredità ricevuta dal coniuge: conta anche il tenore di vita potenziale
Il patrimonio proveniente dalla successione ben poteva essere messo a reddito o in parte alienato per soddisfare i bisogni della famiglia

  
 
L’ex marito che durante le nozze ha ereditato un notevole patrimonio è obbligato a versare l’assegno divorzile alla ex moglie: il tenore di vita cui deve tendere il mantenimento è sia quello in atto sia quello potenziale. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza 15748 del 24 giugno 2013, ha respinto il ricorso di un 52enne contro la decisione della Corte d’appello di Ancona che ha confermato le statuizioni del Tribunale di Urbino tra cui l’affidamento condiviso dei figli minori, con collocamento presso la madre, l’assegnazione della casa coniugale alla madre stessa, l’assegno mensile di 700 euro per una figlia maggiorenne convivente con la madre, di mille euro per gli altri figli minori e di 300 euro per la moglie.

Tenore di vita potenziale
La sesta sezione civile, in linea con la Corte marchigiane, ha premesso che «l’assegno va rapportato al tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, ma indice di tale tenore può essere l’attuale disparità reddituale dei coniugi»: nel caso in particolare, l’uomo venne in possesso dell’eredità paterna durante la convivenza matrimoniale (la separazione fu successiva), anche se questi afferma che i relativi beni immobili erano all’inizio scarsamente produttivi di reddito. «Il tenore di vita cui deve tendere l’assegno divorzile – si legge in un passo della sentenza – non è solo quello in atto ma pure quello potenziale». Insomma, il notevole patrimonio ereditato poteva essere messo a frutto ovvero parzialmente alienato per far fronte ai bisogni famigliari, proprio per questo si poteva parlare di condizione agiata della famiglia. La Suprema corte, dunque, respinge il ricorso ritenendolo non chiaro se la domanda si riferisce anche all’assegno per la moglie o soltanto a quello per i figli.