COSA FARE PER LA LOMBARDIA

da | Giu 14, 2022 | Territorio

Occorrerà aprire gli spazi di intervento e cercare di promuovere attività economiche verso l’innovazione, l’internazionalizzazione, per accelerare una riconversione complessiva verso nuovi modelli di sviluppo, favorendo la transizione ecologica e la digitalizzazione.

Nel percorso avviato verso la modernizzazione del nostro Paese e della nostra Regione, una delle 4 Regioni dei Quattro Motori per l’Europa riteniamo centrale rispondere alle sfide della modernità e del post pandemia con un nuovo Modello di sviluppo per una transizione sostenibile che sia sociale, economica, ambientale ed amministrativa, dove al centro c’è la cultura digitale per la promozione della salute e del benessere, la coesione sociale e il superamento dei divari territoriali, cosi visibili anche in Lombardia.

Il ‘sapere’ digitale ha favorito e sta favorendo infatti l’emergere di occasioni strategiche di riorganizzazione dei saperi, di apertura alle entità e ai contenuti, di accesso al mondo delle nuove professioni e di nuove imprese.

Al centro dunque la ‘creatività’ dei giovani e delle giovani donne per affrontare i cambiamenti e le sfide del presente, per costruire il “dopo pandemia”, che non sarà più necessariamente un semplice ritorno alla situazione precedente, ma sempre di più o spartiacque netto tra un prima ed un dopo.

Il futuro per la Lombardia che verrà dovrà essere costruito con le competenze,la conoscenza, la creatività e la crescita all’interno di un ambiente di sviluppo più ampio legato alla sostenibilità, dove con il termine “sostenibilità” non s’intende solo quella ambientale, ma anche quella sociale, culturale, economica ed amministrativa.

In questo scenario , i temi legati all’empowerment delle donne e al diritto al benessere collettivo sono centrali.

Il modello femminile di fare impresa che stiamo promuovendo e che ha trovato il suo punto di sintesi nel Position Paper presentato al side event del G20 dello scorso 25 agosto, è un nuovo paradigma d’impresa responsabile, etica e sostenibile che valorizza tutta la tradizione italiana di CSR, di economia civile e dei rispettivi “padri nobili”, tra gli altri Stefano Zamagni, Adriano Olivetti, per trasformare le aziende in soggetti che producono valore per la società, per dar vita a una nuova politica economica.

Il modello economico di riferimento è quello dell’ economia green e della digitalizzazione, in una sfida tra tra creatività digitale, arte, umanesimo, nuova imprenditorialità e nuove professioni che pone alla base dell’innovazione la rimozione delle barriere disciplinari, per guidare l’attitudine al cambiamento verso la consapevolezza che il digitale, dopo esserne stato una formidabile leva, può diventarne il motore alimentato da un’energia realmente sostenibile: la conoscenza.

L’imprenditoria femminile contribuisce in maniera significativa al PIL italiano e lombardo ma, come i dati che vi ho presentato hanno messo in evidenza, è ancora inespressa e sottorappresentata e costituisce una risposta importante alla crisi, grazie anche al contributo di competenze e stili imprenditoriali spesso differenti.

Occorre quindi qui in Lombardia, motore del rilancio, un maggiore incoraggiamento per diventare imprenditrici.

Occorre favorire la nascita di nuove imprese femminili attraverso il sostegno, la valorizzazione e l’individuazione delle capacità e potenzialità imprenditoriali dei soggetti con maggiore rischio occupazionale favorendone il consolidamento e radicamento sui diversi territori.

Occorre sostenere e valorizzare il capitale umano e le pari opportunità mediante la creazione di nuove leve imprenditoriali all’interno dei diversi settori di attività. Occorre ridurre il tasso di mortalità delle nuove imprese correlato alla carenza dei fattori di conoscenza del tessuto produttivo, di stabilità e di continuità delle nuove iniziative imprenditoriali.

La consultazione messa in atto dagli Stati generali delle Donne e dall’Alleanza delle Donne che si è configurata in questi ultimi anni, è un momento di formazione e di apprendimento continuo, confronto e dialogo su alcuni temi strategici che caratterizzano il gender mainstreaming coniugato con la sostenibilità nel contesto delle Città del futuro, le “Città delle Donne” e la vita di donne, uomini, bambine e bambini ponendo l’attenzione ai cambiamenti climatici, la cultura, il lavoro, le imprese femminili, la biodiversità, l’interconnessione, la mobilità virtuale e fisica, l’innovazione e la ricerca, il rispetto e la cura delle relazioni e della Madre Terra.

La “Carta di Dubai” presentata a Dubai lo scorso 8 marzo è uno degli output di questo percorso, insieme ai due Position Paper sull’imprenditoria come leva per il rilancio dell’economia del nostro Paese e dell’Europa e quello sul Futuro delle Città.

La Carta di Dubai, che arriva dalla Carta di Pechino del 1995 e da quella di Milano dell’Expo del 2015, si pone l’obiettivo di sostenere i policy maker e i rappresentanti del mondo delle politiche di sviluppo economico locale, educazione, formazione, pari opportunità e sostenibilità di tutto il mondo per sviluppare politiche e programmi a supporto del lavoro, delle imprese, della formazione, della innovazione e ricerca delle donne, attraverso il protagonismo delle donne stesse, nell’ambito di una sostanziale valorizzazione delle donne.

Questo lungo ultimo miglio sembra irrealizzabile e il dramma della guerra costringe a forme di sopravvivenza milioni di persone.
Traiettorie scomposte e trame interrotte da riannodare e tessere.
Un lavoro complesso e sfidante in linea con l’Agenda 2030, ma che va oltre, a causa di una accelerazione alla trasformazione che ci coinvolge tutti e tutte.

Il lavoro che che abbiamo avviato, anche qui in Lombardia, darà spazio e potere alle donne per ispirare un futuro migliore.

Alle donne spetta il compito di scrivere il futuro che è presente e lo dobbiamo costruire ogni giorno.

Il futuro è di chi lo fa.

La nostra mission è quella di ispirare positività e cambiamento, contaminare il mondo di energia virtuosa, e costruire entusiasmo e speranza per co-progettare e anticipare il futuro, in questo momento storico terribile ma meraviglioso, alba di una nuova era di rinnovamento sostenibile.