Daniela Baldassarra, regista – Arianna Gambaccini, attrice

da | Ott 6, 2012 | Interviste/Video

Daniela Baldassarra, regista e Arianna Gambaccini, attrice

intervista di Luciano Anelli 

L’Associazione proponente Giraffe Onlus (Centro antiviolenza Donne) nella persona di Maria Pia Vigilante, l’Assessora al Welfare della Regione Puglia, Elena Gentile, la Consigliera Regionale di Parità, Serenella Molendini, la Consigliera di parità  della Provincia di Bari, Stella Sanseverino e l’Assessore Comunale, Ludovico Abbaticchio, hanno collaborato nella realizzazione del Progetto “Solitudini”, intese come condizioni di disagio, con la rappresentazione teatrale , ideato dalla regista Daniela Baldassarre.

 La Regione Puglia ha così indetto la “giornata contro le solitudini” per il giorno 25 settembre, durante il ququale, presso il Teatro Kismet di Bari, è andata in scena “Solitudini, costituito da due monologhi, quale momento di attenzione ad ogni forma di Solitudine. Il lavoro è stato scritto e diretto dalla giovane regista Daniela Baldassarra ed interpretato dagli attori  Arianna Gambaccini ed Andrea Simonetti.

I due monologhi fotografano, in maniera diretta e profonda, due tipologie e due diverse occasioni in cui la solitudine si manifesta e nelle quali tutti possiamo quotidianamente ritrovarci. In “Cari amici miei” una donna disillusa racconta e descrive le dinamiche di come ci si possa sentire soli anche in situazioni di condivisione con altri. In “E pensare che volevo essere Giacomo Leopardi” un muratore si racconta ad un pubblico sconosciuto, perché è più facile che farlo con le persone che si amano e con cui si vive. 

Abbiamo allora intervistato l’autrice, Daniela Baldassarra, per saperne di più: 

        come è venuta questa ispirazione ? è determinata da uno stato personale ? 

E come fa la solitudine a non essere uno stato personale? Io credo che la solitudine sia una condizione esistenziale universale. In modi diversi, con intensità diverse, il sentimento di estraneità rispetto al mondo è lo spettro con il quale ognuno di noi deve quotidianamente fare i conti. Nel mio percorso di scrittura, ho sempre cercato di sviscerare tematiche sociali. La violenza sulle donne e la solitudine sono i temi che mi interessano maggiormente, perché credo che siano alla base del nostro declino morale e sociale. 

        come si è evoluto il progetto che ha portato alla rappresentazione a Bari e all’istituzione della giornata regionale contro le solitudini ? 

Le due storie che formano lo spettacolo “Solitudini” sono nate in due momenti differenti, anche abbastanza lontani tra loro. Le ho messe insieme per avere una storia maschile e una femminile rispetto alla tematica…questo perché la solitudine non è affatto sessista. L’idea della “Giornata Regionale contro la Solitudine” mi è nata perché considero l’emarginazione individuale una piaga sociale al pari di tante altre: razzismo, pedofilia, alcool….Credo che tantissimi di questi mali derivino proprio dallo stato di isolamento delle persone, rispetto ad un sistema sociale che non li comprende più, e che anzi troppo spesso li mortifica. E l’esclusione dai rapporti sociali a lungo andare incattivisce e accresce il rancore e il disagio che spesso, purtroppo, sfociano in violenza. Poi per la ‘concretizzazione’ di questa idea mi sono rivolta a Giraffa Onlus ed insieme abbiamo coinvolto le Istituzioni del nostro territorio. 

        cosa ti aspetti e cosa ti prefiggi ? 

C’è una diffusa “omertà” rispetto al proprio sentimento di solitudine…difficilmente qualcuno ammette di essere isolato, anzi spesso si finge esattamente il contrario.  Questo spettacolo vuole metterci dinanzi ad uno specchio, vuol dare la possibilità di confrontarci con la nostra personale Solitudine, per provare a non averne più paura e a non mentire più a noi stessi. 

hai in cantiere altro sia sul tema che su altri temi, anche sociali ? 

Nel 2013 tornerà “Libellule senza ali”, il mio precedente progetto teatrale promosso da Giraffa Onlus sulla violenza sessuale. Tornerà in una nuova veste, più matura, con una nuova regia e una nuova attrice.  

        cosa vuol dire "solitudine" per te ? 

Solitudine per me vuol dire aprire gli occhi la mattina e non avere la gioia di rivolgere a qualcuno il primo pensiero della giornata. Vuol dire silenzio non cercato, vuol dire assenze di cui si avverte forte la mancanza.

        come hai scelto i due attori ?  

Questo spettacolo non sarebbe stato così importante per me se non avessi avuto Arianna Gambaccini, attrice che potrebbe recitare anche solo muovendo i suoi occhi pieni di verità, e Andrea Simonetti, attore e uomo di indicibile sensibilità, sicuramente uno dei migliori artisti del nostro territorio. Entrambi hanno sposato il mio progetto con grande entusiasmo e io continuo a emozionarmi ogni volta che li vedo recitare. Paradossalmente, in questo percorso sulla solitudine, con loro non mi sono sentita sola. 

Quindi sentiamo l’attrice, Arianna Gambaccini, come ha vissuto la preparazione all’evento: 

        Ti sei mai trovata nelle situazioni descritte nel monologo che reciti in “Solitudini” ? 

Quando ho letto il monologo ho sorriso… perché tante volte (purtroppo) mi è successo di ritrovarmi in una situazione di "forzata socialità"… dove ci si aspetta che ci sia un’intimità scontata a volte come l’affetto che si dovrebbe provare per gli altri "commensali"… quella descritta da Daniela è purtroppo una condizione universale, che a tutti, prima o poi, è capitata…  le solitudini più grandi sono quelle che si provano in famiglia, quando non ci si riconosce in nessuno…

cosa provi quando reciti il monologo ? Le sensazioni sono sempre le stesse ? 

ogni volta che recito questa parte è una sfida: ci sono parole e sfumature sempre nuove… c’è sempre qualcosa che si può fare in più, un angolo che non si è esplorato abbastanza a fondo…  uno spettacolo non è mai uguale a se stesso così come non lo siamo noi…                                           

Andrea Simonetti, l’attore che ha interpretato il monologo del muratore-scrittore, in proposito ci ha riferito: 

      – come ti sei avvicinato a questo spettacolo ed a questo argomento ?

Mi sono avvicinato all’argomento leggendo il testo che Daniela mi inviò,ne rimasi immediatamente colpito sia per la "verità" della scrittura sia per l’importanza e la risonanza sociale che un testo del genere poteva avere. 

       – hai vissuto in qualche maniera, direttamente o indirettamente, una situazione di solitudine ?

Come può un’artista non sentirsi solo, abbandonato, sminuito e bistrattato dalla società, soprattutto in questo momento storico e in questo paese, dove gli artisti sono considerati un peso, una zavorra economica e un’inutilità sociale e civile…proprio noi, che dovremmo essere "sfruttati" soprattutto in questi momenti critici…Noi che adoriamo adempire a questi compiti, farci portatori di messaggi e di novità. Capisci bene, che da parte mia era doveroso dare un volto, una voce e un corpo a questo muratore/scrittore, inascoltato e irrealizzato, ma molto ARTISTA. 

       – cosa ti ha dato questo percorso e cosa provi ogni volta che interpreti il monologo ?

Per me dare voce al mio amico muratore significa, liberarmi, sfogarmi, coinvolgere e condividere, ma soprattutto significa sentirmi meno solo. 

       – ti piacerebbe continuare ad impegnare la tua arte in tematiche di solidarietà ?

I temi sociali sono e saranno la mia priorità artistica, e credo di aver trovato in Daniela il mio alter ego. Ora si sta pesando come impostare un nuovo spettacolo per la ricorrenza dell’anno prossimo 2013 in occasione nuovamente della giornata regionale contro la Solitudine !