Drammi e facezie

da | Feb 8, 2023 | L'impertinente

 

Davanti le immagini che provengono dalla Turchia e dalla Siria, che testimoniano il dramma che sta sconvolgendo quei territori, quei popoli geograficamente sfortunati e politicamente vessati, quegli individui, s’impasta la bocca e si ferma la mano. Cosa dire, cosa scrivere?
Solo arrivare, virtualmente, a mischiarsi, a soccorrere, ad essere vicini. Troppo poco.
Si è già provata questa sensazione, per la guerra in Ucraina, per l’esecuzioni in Iran e per tanti altri drammi. Non basta dirsi che le guerre, la violenza, la sopraffazione fanno da sempre parte della storia e dell’agire umani.

Certo anche fenomeni naturali, non perseguiti né perseguibili, come un terremoto.
Davanti ad un fenomeno naturale che con la sua forza squassa tutto si ammutolisce.
Quando si contano i morti, migliaia, passano in secondo piano anche le responsabilità da attribuire ad economie ingorde e a politiche infauste.
Questa volta la natura segnala solo che vita e morte s’intrecciano con meraviglia e spietatezza.

Una tragedia, quest’ultima,  che rischia di lasciare in sospeso tutto il resto, di mischiare contemporaneamente vittime o carnefici.
Un “resto” che va avanti comunque. Perché nel mondo in contemporanea si può nascere o morire, gioire o soffrire, amare o odiare, progredire o deteriorarsi, in un contrasto che è diventato parte della natura stessa di questo mondo.
Ma anche ad un’impertinente, come questa rubrica, resta difficile scrivere di facezie e decide di tacere, per alcuni giorni,  nel rispetto di quel dolore.