Elezioni Regionali : PATTO DELLE DONNE PER LE MARCHE

da | Set 1, 2020 | Donne e politica

#unpattoperledonne
“Il futuro che vogliamo include le donne”

PATTO DELLE DONNE PER LE MARCHE
#statigeneralidelledonne Elezioni Regionali 20 settembre 2020

Si chiede ai candidati e alle candidate di adottare il Patto delle donne per le Marche di sostenerlo e di dichiarare di concretizzarlo nel caso di elezione nel nuovo Consiglio regionale
Siamo disponibili ad un incontro per discutere delle proposte contenute in questo documento al fine di suggerire e adottare misure concrete per dare lavoro alle donne e migliorare la qualità della vita. Investire nei diritti delle donne è l’azione più urgente e intelligente per proteggere la Madre Terra e vedere le generazioni future uguali, vivere in pace e dignità. Investire nei diritti delle donne è l’impegno principale per un mondo più sostenibile, democratico e inclusivo che sia in grado di affrontare le grandi sfide dell’umanità: le grandi migrazioni in atto, il cambiamento climatico e la biodiversità, la povertà e la ridistribuzione, il commercio e la globalizzazione, il cibo e la terra, l’acqua e l’energia, le disuguaglianze e le violazioni dei diritti umani, la militarizzazione dei conflitti, la governance economica e finanziaria.
Tutte le misure previste dovranno avere alla base azioni per la semplificazione e la sburocratizzazione a favore dei cittadine/I e delle imprese, la predisposizione di incentive fiscali automatici per gli investimenti e l’occupazione, finanziati con i fondi FESR e FSE e Recovery Fund, l’attivazione di strumenti finanziari e di credito a favore delle attività produttive femminili. Abbiamo scritto il “Patto per le donne “ tra territori, istituzioni e donne per promuovere il lavoro e le imprese delle donne in Regione Marche

L’analisi del contesto

Nelle Marche al 31 dicembre 2019 si contavano 38.825 imprese femminili, grazie ai dati resi disponibili dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di UnioncamereInfocamere.  Esse rappresentano il 23,1% dell’intero tessuto imprenditoriale marchigiano: un’incidenza che si conferma superiore a quella rilevabile alla stessa data per la media italiana, che si attesta al 22%.

Il ridimensionamento del tessuto imprenditoriale marchigiano osservabile nel medio periodo (tra la fine del 2014 e la fine del 2019), in controtendenza con l’andamento nazionale, si riflette anche nell’imprenditoria femminile della regione, sebbene un po’ attenuato: mancano all’appello 974 imprese femminili, su quasi 5.700 imprese in meno in totale. Al contrario, nel Paese l’andamento delle imprese, totali e femminili, risulta essere espansivo. All’interno della regione si riscontra una generale uniformità dell’incidenza dell’imprenditoria femminile nelle diverse province: nei territori di Ancona, Fermo e Macerata il tasso di femminilizzazione è del 23,6%, il valore risulta solo leggermente inferiore in provincia di Ascoli Piceno (23,1%). Si discosta invece maggiormente da tale uniformità la provincia di Pesaro e Urbino, in cui l’imprenditoria femminile rappresenta il 21,7% del tessuto imprenditoriale provinciale. Considerando la suddivisione per forma giuridica d’impresa, si osserva che nell’ambito dell’imprenditoria femminile prevale largamente, ancor più che nell’intero tessuto imprenditoriale, la forma dell’impresa individuale: nelle Marche le imprese femminili che hanno adottato tale veste giuridica sono il 64,8% del totale (la media regionale, senza distinzioni, è del 54,5%); nel Paese le quote sono un po’ inferiori, pari rispettivamente al 62,3% e al 51,7%. Tale maggiore rilevanza percentuale delle imprese individuali va ovviamente a discapito sia delle società di capitale, che nelle imprese femminili marchigiane incidono per il 19,9%, contro il 25% della media regionale, sia delle società di persone (13,4% contro il 18,1%). Le altre forme giuridiche (cooperative, consorzi) sono l’1,8% contro il 2,3%. La distribuzione delle imprese femminili per settore di attività economica in parte ricalca quella delle imprese senza distinzione di genere, ma presenta anche alcune peculiarità. Così si osserva che in linea generale sono i settori tradizionali ad aggregare i numeri assoluti più elevati di imprese femminili, a partire dal commercio con oltre 9 mila imprese “rosa”, seguito dall’agricoltura, silvicoltura e pesca, settore in cui le imprese femminili sono 7.422 e dalle attività manifatturiere, con 4.689 iniziative imprenditoriali femminili. Tra i settori tradizionali costituisce un’eccezione sotto il profilo dell’imprenditoria femminile quello delle costruzioni: le imprese femminili sono 1.194, numero senza dubbio contenuto rispetto a quello delle imprese totali del settore, tanto da poterlo considerare un settore di attività particolarmente ostico per le imprenditrici.

In termini assoluti la presenza di imprese femminili risulta poi essere molto consistente nelle “altre attività di servizi”: nelle Marche al 31 dicembre 2019 sono 4.037, che fanno del settore quello con il più alto tasso di femminilizzazione nella regione, poiché corrispondono al 56,3% delle imprese totali del settore stesso. Altri settori con presenza femminile di rilievo in termini assoluti, e allo stesso tempo un tasso di femminilizzazione superiore alla media regionale, sono le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, con 3.535 imprese donna (30,7% del totale) e il noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, in cui le imprese femminili sono 1.261 (28,2%). Si collocano sopra la soglia delle mille imprese femminili altri due settori: le attività immobiliari (1.755) e le attività professionali, scientifiche e tecniche
entrambi questi casi, tuttavia, il tasso di femminilizzazione è inferiore alla media regionale, con valori pari rispettivamente a 21,8% e a 19,9%. Tra i settori con i maggiori tassi di femminilizzazione si trovano invece due settori di dimensioni assolute modeste, la sanità e assistenza sociale, con 389 imprese femminili (40,5%) e l’istruzione (183, 30,4%). La presenza di imprese femminili appare poco diffusa in alcuni settori industriali, peraltro caratterizzati da numeri modesti, quali il settore estrattivo, e le public utilities. Nel terziario sono i trasporti e magazzinaggio a far riscontrare una presenza femminile molto modesta in rapporto alle imprese totali (376, 9,0%). Nelle Marche il confronto di medio periodo fa osservare contrazioni numeriche per i settori tradizionali: nel caso delle imprese femminili si contano oltre 1.100 imprese del settore primario in meno, circa 700 in meno nel commercio, e circa 160 nelle attività manifatturiere. In ridimensionamento anche le costruzioni e il trasporto e magazzinaggio. Sono in espansione invece, in linea generale, i settori del terziario, con particolare rilievo per le attività immobiliari (+216), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+195), il noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+170) e le altre attività di servizi (+164).

L’emergenza Covid19 ha sconvolto questo quadro e ha determinato una
ulteriore flessione nell’ambito delle imprese femminili soprattutto nei settori del commercio, della ristorazione e del turismo.

Si è reso ancora più necessario intervenire per:

● garantire una maggiore presenza e qualificazione delle donne in azienda
● favorire lo sviluppo dell’imprenditoria locale in un’ottica di genere
● individuare nuove opportunità del mondo del lavoro, in particolare in quello imprenditoriale
● attivare iniziative per promuovere le attività al femminile

● determinare un accesso al credito facilitato
● promuovere ricerca e studio nei settori istruzione e formazione

I soggetti attivi sul territorio regionale

A livello regionale la Commissione Pari Opportunità della Regione Marche ha un portale specifico contenente tutta la normativa UE, nazionale e regionale in materia di imprenditorialità femminile e la segnalazione di bandi di finanziamento. Le Camere di Commercio a livello regionale si sono attivate con strumenti ad hoc per il supporto dell’imprenditorialità femminile. Da evidenziare il “Bando Impronta d’Impresa Innovativa” attivo fin dal 2004
promosso dalla Camera di Commercio di Ancona. Il concorso premia le imprese femminili che si sono distinte per aver sviluppato progetti aziendali innovativi con l’erogazione di premi in denaro. La Camera di Commercio di Ancona fa parte e partecipa attivamente al Forum delle imprese femminili dell’Adriatico e dello Ionio, che ha lo scopo di promuovere e sviluppare l’imprenditoria femminile, la costituzione di una rete istituzionale delle associazioni e delle imprese femminili, la mappatura del territorio attraverso un’analisi quantitativa del fenomeno imprenditoriale femminile e la diffusione di buone prassi.
La Camera di commercio di Macerata organizza il “Premio Impresa Donna” con l’obiettivo di diffondere la cultura di impresa tra le donne, riconoscere e valorizzare le potenzialità delle imprese femminili del territorio maceratese.
La Camera di Commercio di Pesaro Urbino da 11 anni organizza il “Premio Valore Donna International”, riconoscimento che viene attribuito alle imprenditrici che si sono distinte per la loro attività nei mercati internazionali. E’ un premio di visibilità e promozione, anche attraverso un video, dell’impresa e dei risultati raggiunti.
La Camera di commercio di Fermo e il Comitato per l’imprenditorialità femminile ha bandito un concorso a premio sul tema “Madre Terra Bio”, per premiare la sensibilità delle donne imprenditrici della sostenibilità ambientale nel settore agricolo.
Un’altra iniziativa da evidenziare a livello regionale è il “Corso di formazione per donne imprenditrici e libere professioniste in attività o potenziali” che si è svolto nel 2018. Un corso completamente gratuito nato dalla collaborazione tra la Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, l’Istao e le Camere di

Commercio Marchigiane al fine di creare o migliorare i modelli di lavoro, coniugando la vita lavorativa con quella familiare. Il corso mira a fornire alle donne imprenditrici o aspiranti tali, le competenze necessarie per iniziare o riqualificare la loro attività creando modelli di business innovativi ad alto valore aggiunto.

Le azioni da mettere in campo

– Il supporto all’avvio di micro-imprese innovative e flessibili (attraverso l’istituzione di un fondo regionale di microcredito).
– La realizzazione di sportelli integrati diffusi dedicati al counseling e supporto psico-sociale, orientamento alla ricerca attiva del lavoro, a partire dal bilancio delle competenze, inserimento in percorsi di formazione professionale, avviamento al lavoro presso imprese, accompagnamento e monitoraggio dell’andamento dei percorsi di formazione e di inserimento professionale attivati.
– La creazione di un Vivaio delle attività e abilità femminili: ovvero un luogo fisico, ma anche simbolico e virtuale, che rappresenti un’opportunità. In tal senso potrebbero essere recuperati antichi lavori delle donne nei settori di tradizionale propensione femminile Con la realizzazione del vivaio si crea la possibilità di “mettere in rete” piccole attività artigianali d’alta qualità così da massimizzare le potenzialità di forme artigianali in grado di puntare a mercati di nicchia (anche internazionali), le cui possibilità di sviluppo sono limitate dalla ridotta capacità gestionale, dall estraneità dai circuiti commerciali, dalla difficoltà di accesso al credito e dalle scarse occasioni di contatto con altre piccole realtà femminili simili o complementari.

Gli obiettivi che il Vivaio mira a realizzare sono quelli di:
– “migliorare e sostenere l’occupabilità delle donne”;
– “valorizzare e innovare le vecchie e le nuove competenze delle donne”;
– “migliorare la qualità della vita personale e le occasioni di rigenerazione psico-fisica”;
– “promuovere e valorizzare la creatività, l’intraprendenza e il networking delle donne”;
– “sostenere e facilitare l’accesso al credito per la realizzazione di un sogno nel cassetto”;
– “rafforzare le competenze delle imprenditrici e la competitività delle loro imprese nei mercati extra locali”.

Azioni specifiche per valorizzare e promuovere le imprese femminili attraverso:
1) misure di micro-credito di 15-20 mila euro, erogate da banche ed enti di finanza etica, con garanzia regionale;
2) creare tavoli tecnici sull’imprenditoria, in particolare di quella femminile, anche per sviluppare attività di networking e di mentoring,
3) sostenere la creazione di filiere delle PMI femminili per supportare l’avvio di processi di internazionalizzazione;
4) promuovere una expo ittico- agro-alimentare permanente del Mediterraneo, coinvolgendo nella gestione le imprenditrici del settore presenti in Regione
5) creare una rete di piccole scuole d’impresa gratuite, diffuse sul territorio regionale, per insegnare le nozioni fondamentali necessarie per avviare un’impresa che possa diventare sostenibile, riservata alle giovani donne in cerca di occupazione e a chi ha perso il posto di lavoro;
6) creare una rete di laboratori gratuiti, diffusi sul territorio regionale, per insegnare i mestieri, le tecniche produttive, i linguaggi di programmazione,il coding. le lingue;
7) incentivare, con borse lavoro, forme di stage in azienda delle giovani laureate;
8) semplificazione delle procedure amministrative;
9) valorizzazione degli aspetti storici, culturali e antropologici dei territori dal mare all’Appennino (attraverso la mappatura, la valorizzazione, ecc.) per favorire nuova imprenditoria e contrastare lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione;
10) organizzazione e gestione tecnologica e innovativa delle relazioni e della comunicazione attraverso i network, le filiere delle imprese femminili e la creazione di reti d’impresa per sostenere e favorire i processi di internazionalizzazione;
11) sostenere le imprese sociali che prestano servizi di cura ai bambini, ai disabili, agli anziani, ai minori;
12) sostenere la creazione di “cooperative di comunità”, affidando alle donne la gestione e la valorizzazione di aree del territorio e l’erogazione di servizi pubblici.

I suggerimenti dai social

Il gruppo Facebook Obiettivo Parità di Genere di Fano propone:

1) Lotta alla violenza sulle donne, mediante convegni e coinvolgimento delle scuole.

2) Promuovere la parità salariale donna uomo nelle aziende del territorio.

3) Tutela della maternità e salvaguardia del posto di lavoro.

4) Lotta agli stereotipi di genere, anche attraverso l’adozione di libri scolastici specifici, già dalle scuole elementari.

5) Promuovere e sostenere le donne in politica.

6) In attesa di una legge sul cognome materno, promuovere nei punti nascita e nelle anagrafi comunali la possibilità, per le mamme che lo desiderano, di attribuire il proprio cognome alla prole.

a cura di Isa Maggi,in collaborazione con le donne della Regione Marche