“Con i genitori adottivi non sto bene”. Il bimbo può essere affidato a un’altra famiglia
Rilevante la testimonianza del ragazzino insoddisfatto
Può essere dato in affidamento a un’altra famiglia il ragazzino che dichiara di non stare bene con i genitori adottivi perché il rapporto affettivo non è decollato.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con una sentenza del 10 giugno 2011, ha respinto il ricorso di una coppia di genitori adottivi che aveva tenuto con sé una bimba da aprile a settembre del 2009.
Poi, gli assistenti sociali si erano resi conto che il rapporto affettivo non era decollato e avevano dunque avviato le pratiche per una nuova dichiarazione dello stato di adottabilità della minore. Non solo. La ragazzina era stata sentita dal giudice al quale aveva riferito di non voler tornare a casa perché “con mamma e papà non stava bene”.
Il Tribunale aveva quindi deciso per lo stato di abbandono e l’affidamento della piccola presso una nuova famiglia.
Contro questa decisione i due hanno fatto ricorso in Cassazione ma lo hanno perso. Infatti secondo gli Ermellini le dichiarazione della piccola andavano tenute in grossa considerazione.
In sostanza l’audizione del minore, ricorda Piazza Cavour, «non rappresentando una testimonianza o un altro atto istruttorio rivolto ad acquisire una risultanza favorevole all’una o all’altra soluzione, bensì un momento formale del procedimento deputato a raccogliere le opinioni ed i bisogni rappresentati dal minore in merito alla vicenda in cui è coinvolto, deve svolgersi in modo tale da garantire l’esercizio effettivo del diritto del minore di esprimere liberamente la propria opinione, e quindi con tutte le cautele e le modalità atte ad evitare interferenze, turbamenti e condizionamenti, ivi compresa la facoltà di vietare l’interlocuzione con i genitori e/o con i difensori, nonché di sentire il minore da solo.. ».