“Connecting minds, creating the future”Verso Dubai 2021

da | Ott 21, 2020 | Segnalazioni

Graziella Di Berardino intervista due imprenditrici omanite

21 OTTOBRE ALLE ORE 18 #statigeneralidonne on line

per illustrare, completare, diffondere il Piano nazionale per l'Occupazione Femminile

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“La vita è come un ponte, attraversalo pure, ma non costruirci mai una casa sopra.” (Proverbio Indù)

Inutile dire che sono state più che entusiaste di partecipare e dare il loro contributo. Le prime a aderire sono state, Naima, artista tout court e, Badriya, imprenditrice sociale. Prima di raccontarvi della loro esperienza, lasciate che ve le introduca.

Ho incontrato per la prima volta Naima nel suo atelier, che si trova nei pressi del mercato del vecchio porto di Muscat, la capitale dell’Oman. Il suo laboratorio è un luogo di pace, eleganza ed arte. Una volta entrati nel suo laboratorio ci si trova davanti una serie di vetrine contenenti le creazioni di Naima: una serie di gioielli moderni che traggono ispirazione dalla tradizione omanita. Naima siede alla sua postazione dalla quale crea la sua arte. L’amore per la tradizione culturale del suo paese è molto forte, tanto che mentre lavora, è lei stessa a proporvi di visitare le altre stanze: un mini-museo dove mobili, oggettistica, gioielli, fotografie, tessuti e profumi raccontano la storia dell’Oman. Il lockdown le ha dato l'opportunità di potenziare la propria rete di contatti social tramite il proprio canale YouTube e avviare le lezioni dalle quali si può apprendere la sua arte. La sua classe conta anche due studenti omaniti.

Badriya si prende cura delle donne di Sidab: le sprona, le indirizza ad essere economicamente indipendenti attraverso il lavoro. Le donne omanite sono battagliere. Infatti, il progetto di Badriya è denominato “Sidab Women”, ed è facile incontrarla in giro per Sidab, un villaggio di pescatori. Qui, le donne locali che desiderano apprendere un mestiere si rivolgono a Badriya, che insieme al suo staff insegna loro come cucire. Il cucito non rappresenta solo un legame con la tradizione omanita (il paese è conosciuto per i suoi tessuti e le sue spezie), ma un vero e proprio modo per sostenersi economicamente, visto che il lavoro artigianale tessile omanita è molto popolare nel Medio Oriente e non solo. Inoltre, queste donne durante il periodo di lockdown hanno contribuito attivamente all'economia del villaggio realizzando borse e altri oggetti per sostenere i loro concittadini.

NAIMA

Perché hai deciso di aprire un’azienda?

L’ho aperta nel 1996 perché mia zia era una pittrice, e ritrovandomi spesso in sua compagnia sono stata ispirata dalla sua arte.

Hai mai avuto un sogno da bambina? Senti di averlo realizzato?

Mio nonno è stato un carpentiere impiegato nella costruzione di un ospedale oltre che l’ebanista della madre del sultano Qaboos. Lui incideva il legno. Da piccola spesso lo raggiungevo nel suo posto di lavoro, il cantiere, e attraversavo i vicoli dove lavoravano gli orefici che lavoravano l’argento, che a quel tempo erano tutti omaniti. La lavorazione dell’argento mi affascinava. Quando tornavo a casa realizzavo dei monili utilizzando la pellicola d’alluminio che ricopre ad esempio prodotti industriali come latte condensato. Penso di aver realizzato il mio sogno.

C'è una persona che vorresti ringraziare e che ti ha dato supporto in questo viaggio?

Mio padre mi ha sempre incoraggiata dicendomi che un giorno avrei realizzato qualcosa in quanto avevo, a suo parere, una “mente da imprenditrice”. Mi trattava come un figlio maschio, portandomi con sé nei suoi viaggi di lavoro e mi diede addirittura delle lezioni di guida, mi rese autonoma. Mi diceva sempre: “Metti sempre da parte i soldi e non chiedere mai prestiti alle banche”. Ho fatto di questa massima il mio caposaldo nel mondo del lavoro.

C’è stato un momento nel quale avresti voluto rinunciare alla tua carriera per dedicarti a qualcos’altro?

Mai.

Come vedi il tuo business tra cinque anni?

Consolidare quanto sto già facendo. Cercare di vendere i miei prodotti in altri posti (altre nazioni, oltre che l’Oman). realizzare nuove creazioni innovative ma sempre nel rispetto della mia tradizione. Aumentare la visibilità online che durate il lockdown è stato fondamentale per mettermi in contatto con i miei clienti, e anche per farmi conoscere da nuovi potenziali clienti.

Qual è la tua strategia di vendita?

Minor costo, mantenendo la qualità. In questo modo la gente tornerà sempre.

Hai dei rimpianti?

Non aver investito nel marketing. Gli artisti non pensano mai al marketing.

Quale consiglio daresti a coloro che si sono imbarcati nel tuo stesso viaggio?

Iniziate da casa vostra, è un’ottima fucina per sviluppare idee fantastiche ed avviare le vostre attività imprenditoriali. Migliorate e non chiedete mai prestiti, imparate cose nuove ogni giorno e viaggiate. Dopo aver viaggiato in lungo e in largo, ho capito che non sarei stata capace di fare ogni cosa, e dunque ho rafforzato la mia determinazione nel portare avanti la mia passione per l’arte.

SIDAB WOMEN – Badriya Siyabi

Perché hai deciso di aprire un’azienda?

Sono la co-fondatrice di “Sidab Women”, lavoro in un’impresa sociale e la mia passione è “sostenere le donne affinché riescano ad essere indipendenti da un punto di vista finanziario”.

Sidab Women è un’impresa sociale che dal 2004 ha creato occupazione locale e fornito un indotto per le donne del villaggio di pescatori di Sidab. Questo progetto al femminile è uno dei progetti pionieristici che ha contribuito all’emancipazione economica e sociale delle donne omanite, del loro ruolo nella società e del loro contributo nella crescita dell’Oman.

Hai mai avuto un sogno da bambina? Senti di averlo realizzato?

Il mio sogno era, ed è rimasto, quello di avere un ruolo nel trovare soluzioni alle questioni economiche e sociali del mio paese. Con il progetto “Sidab Women” penso di star facendo diventare reale questo sogno.

C’è una persona che vorresti ringraziare e che ti ha dato supporto in questo viaggio?

Sidab Women ha attraversato diverse fasi nelle quali molte persone vi hanno creduto e hanno contribuito al suo successo. Il contributo più importante lo stanno dando le donne che si sono incaricate di far crescere il progetto dal 2004 in avanti.

C’è stato un momento nel quale tu avresti voluto rinunciare alla tua carriera per dedicarti a qualcos’altro?

Questo progetto è come se fosse mio figlio. Anche se non dovessi beneficiarne, sarebbe difficile per me abbandonarlo. Tutti i progetti attraversano fasi complicate che ne ostacolano l’affermazione, ma che tuttavia non lo fermano. Giorno dopo giorno, la competizione del mercato diventa sempre più pressante, ma dobbiamo rinnovarci continuamente se vogliamo proseguire e consolidarci.

Come vedi il tuo progetto tra cinque anni?

Il mio sogno è quello di far diventare Sidab Women una cooperativa dove le dipendenti detengono le quote.

Qual è la strategia di vendita del tuo business?

La mia strategia si basa sul concetto di impresa sociale per far brillare i talenti delle donne omanite.

Hai dei rimpianti?

No, perché sono orgogliosa dei risultati ottenuti insieme al mio team.

Quale consiglio daresti a coloro che vogliono avventurarsi nel tuo stesso viaggio?

Il segreto del successo di progetti simili è avere una fede totale nella causa, e portarla avanti armandosi di parecchia pazienza.

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