I dati sulla denatalità. Cosa si potrà fare concretamente per un nuovo welfare?

da | Apr 17, 2023 | Politiche familiari

Istat ha pubblicato i dati sul numero di nascite in Italia. Nel 2022, sono state circa 393.000 le nasciteun dato rilevante perché è il più basso di sempre nella storia d’Italia,dal 1861, ed è la prima volta che i nuovi nati sono meno di 400mila.

A fronte di questi numeri, la popolazione italiana è diminuita ancora ed è complessivamente invecchiata: il 1° gennaio 2023 i residenti erano 58 milioni e 851.000, 179.000 in meno rispetto al primo gennaio del 2022; l’età media si è alzata da 45,7 a 46,4 anni rispetto a inizio 2020, mentre il 24,1% della popolazione ha più di 65 anni.

Forte è la ripercussioni di questi dati sul nostro sistema di welfare e per questo anche la Presidente del Consiglio Meloni è tornata a parlare di natalità presentando il Documento di economia e finanza (DEF) 2023

Meloni ha detto: Dalla prossima Legge di Bilancio bisogna porsi con concretezza il problema del calo demografico e delle nuove nascite, con misure adeguate”, senza però fornire tuttavia ulteriori dettagli su cosa voglia fare in concreto il Governo.

Le riforme intendono riaccendere la fiducia nel futuro, tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi”

Il Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo da sempre ricorda che a pesare sull’andamento già molto negativo ci sono gli effetti del Covid19. “In Italia abbiamo una tendenza che dura dal 2009, con un calo di circa un quarto delle nascite da allora” spiega Blangiardo. Già a gennaio 2020, prima della pandemia, c’era stato un calo dell’1,5% rispetto a un anno prima. Contano anche l’incertezza sul lavoro e le difficoltà della vita quotidiana, che inducono le persone a posticipare il momento di avere un figlio fin quando magari diventa tardi”.

Per affrontare la situazione secondo Blangiardo occorrerà intervenire sul welfare coinvolgendo diversi attori: “ci siamo sempre illusi che dovesse essere lo Stato a risolvere il problema con un bonus, un aiuto, una legge. Invece occorre coinvolgere su questa vera e propria emergenza anche altri attori: il non profit o le imprese“. Ma serviranno interventi lungimiranti anche in tema di pensioni e lavoro poiché la quota di over 65 rispetto ai soggetti in attività si raddoppierà nei prossimi 30/40 anni “.