I quarant’anni

da | Mag 27, 2010 | Filosofando

                                            I quarant’anni
                                

La nostra vita è costellata da “luoghi critici” individuabili nei passaggi da una condizione ad un’altra, principalmente tra l’infanzia e l’adolescenza, tra quest’ultima e l’età adulta, e nel periodo poco prima della vecchiaia. In realtà l’esistenza è un’evoluzione continua verso il tramonto ed è questo ad inquietarci soprattutto quando ci rendiamo conto dell’irreversibilità di questo processo. Come afferma Socrate, nel dialogo Fedone scritto dal suo allievo Platone, il vero filosofo si esercita a morire, il vero filosofo ha meno paura degli altri esseri umani difronte alla morte. Diventare un vero filosofo non è un’impresa impossibile: è un lento cammino che è opportuno iniziare e stimolare prima possibile. Ma cosa c’entra la morte con i quarant’anni? Ha molta attinenza se interpretiamo il morire come un cambiamento: ogni cambiamento comporta una trasformazione e un abbandono di ciò che prima eravamo e ciò non è forse quello che succede a tutti noi durante la vita? I quarant’anni per le donne sono un traguardo delicato. Il maschio è maturo al punto giusto per diventare padre, mentre la femmina è al bivio: deve rinunciare alla maternità oppure realizzarla immediatamente per non protrarla ad un’età sconsigliata. Non avere più l’età giusta per essere madre può essere più doloroso della comparsa delle prime rughe, questo anche per chi madre lo è già. La componente biologica grida il suo limite riproduttivo e la donna ormai consapevole del proprio corpo la ode con chiarezza rispondendo con un rinnovato desiderio di maternità. I quarant’anni sono il primo bilancio della vita e un momento in cui si può ancora correre ai ripari. Il problema non è solo biologico/riproduttivo, in tanti casi il desiderio di creare è indirizzato altrove magari sul voler concretizzare progetti rimasti a lungo solo mentali. Questo è fondamentale perché il bivio diventi un punto di riflessione profonda per una ri-nascita produttiva. Andare avanti deve essere qualcosa di gratificante, è pertanto indispensabile porsi nuovi obiettivi (culturali, lavorativi, sociali, ecc.) di sicura e immediata realizzazione; si vive bene solo se si ha saldamente tra le mani un progetto. Ogni essere umano a qualsiasi età deve progettare per avere una meta da raggiungere. A quarant’anni con un progetto sicuro si è ancora in tempo addirittura per cambiare radicalmente vita. E’ avvantaggiata quella donna che riesce ad osservare e a vivere l’esistenza con una duplice visione: quella d’insieme, che le permette di vedere sia il bello e il brutto che ha sperimentato, e quella analitica che le dà l’opportunità di cogliere la soddisfazione, l’amore, la serenità che deriva dall’incontro quotidiano con il proprio impegno. La capacità di avvertire contemporaneamente nell’anima questi due aspetti predispone al coglimento dell’appagamento, quando ci si rende conto che la vita è un tutto costituito da parti belle e meno belle ma imprescindibili, allora diventiamo consapevoli che ogni momento della vita (anche l’inizio del declino riproduttivo e fisico) è fondamentale per il felice funzionamento del tutto. In altre parole, dobbiamo smettere di considerare una mancanza in modo esclusivamente negativo. E allora il seno non più all’insù, i glutei meno sodi e le prime rughe possono essere viste come tracce di una donna che sta maturando e non banalmente invecchiando.

Maria Giovanna Farina