Commento al libro:” Il pane e le rose. Femminismo e lotta di classe” di Andrea Iris D’Atri
Si può definire questo saggio un classico della letteratura di genere, edito in Argentina circa vent’anni fa, tratta della questione sintetica: “donne, lavoro, marxismo”.
Parafrasando il titolo, D’Atri riprende la frase di Marx: “Il comunismo è pane e rose, il necessario e il superfluo, una società dove si mangia meglio e di più (non solo il pane), ma anche una società dove si è più felici, realizzati e liberi.”
Trasposta alla questione femminile, significa quindi costruire una società di donne più felici, realizzate e libere.
Così si può leggere di donne alle prese con la lotta tra le classi sociali, lo sfruttamento capitalista, l’alienazione prodotta dal lavoro. Ma che rimandano al potere padronale maschile.
Un concetto chiave delineato ad un certo punto è quello di femminismo, basato sull’uguaglianza, oppure sulla diversità genetica fra i sessi. La lotta infatti deve guidare all’emancipazione da uno stato di sudditanza e umiliazione maschile (che vengono ricondotti al “padrone”), ripreso nella dimensione lavorativa.
Se si è “uguali” agli uomini, ovvero la versione “culturale” del femminismo, allora noi donne dobbiamo in ogni caso percepire un salario alla pari dell’uomo. Se si imposta una sostanziale diversità a partire dalla genetica, allora si esalta il ruolo materno della donna.
Si deve pensare, perciò, al femminismo come lotta di classe, che si incomincia ad affermare tra le operaie e le proletarie che parteciparono alla rivoluzione francese scoppiata a Parigi nel 1789.
Ciò che si evince nel corso della storia, ben descritta in questo saggio, in parte scritto con finalità didascaliche, è globalmente approfondito nel dare l'idea che le donne si sono affermate come “classe sociale” all’interno di tutti gli eventi di cambiamento sociale più importanti, formando uno spirito di ribellione non già all’uomo soltanto, quindi che contrasterebbe meramente il genere maschile, ma diventa un’alternativa e, a tratti integrante, allo sviluppo di una coscienza di cosa consiste precisamente il potere e come elevarsi da questo.
Si nota questa forma di consapevolezza e lotta per la libertà fin dalla rivoluzione francese, nei moti dl 1848, nella rivoluzione d'ottobre di Lenin del 1917, fino all’poca della nostra amata Resistenza italiana dal 8 settembre 1943 fino all’aprile del 1945, contro il nazifascismo.
Le donne divengono, sotto ogni aspetto, protagoniste indiscusse della storia, come già detto, per dominare la scena, per ribaltare anche il potere delle dittature.
“Il pane e le rose” è qui il nome di un gruppo storico di femministe argentine socialiste, che assumono come riferimento la teoria marxista, per una lettura tagliente, uno sguardo critico della realtà, non solo femminile, ma “fatta” dalle donne, non solo riscattata dal lavoro, ma anche, soprattutto, dal loro riconoscimento, cioè dal senso che proviene dal loro essere lavoratrici.
Consiglio vivamente di leggere questo libro per la ricchezza dei contenuti, l’originalità di essi e la prosa e il lessico mai scontati e fluidi, con riferimenti di cambiamento della storia che hanno per davvero condotto le donne di tutto il mondo.