di Greta Sclaunich, da La 27ma Ora
Le 500 parlamentari francesi che nei mesi scorsi, con un editoriale su Libération, hanno denunciato il sessismo del quale sono vittime ogni giorno sono solo la punta dell’iceberg. Un iceberg che non riguarda solo la Francia: secondo uno studio pubblicato dall’organizzazione basata in Svizzera Inter-Parliamentery Union e riguardante 55 donne parlamentari di 39 paesi in tutto quelle che hanno subito forme di violenza psicologica sono l’81,8%. Il campione è ridotto, ma i risultati sono allarmanti. Soprattutto perché il 44% delle intervistate ha dichiarato di aver già ricevuto minacce di morte.
Minacce, insulti e molestie sessuali
Il sondaggio fotografa una situazione difficile, in tutti gli ambiti. Ci sono insulti e commenti umilianti, subiti dal 65,5% delle donne interrogate. Ci sono gesti di violenza veri e propri, come schiaffi o pugni, che riguardano il 20% di loro. E ci sono le molestie sessuali: un altro 20% ha dichiarato di esserne stata vittima mentre una percentuale più ridotta, pari al 7,3%, ha raccontato che chi le ha molestate non si è limitato alle parole ma ha tentato di obbligarle ad avere dei rapporti sessuali. Senza contare gli insulti in arrivo dai social network, dove il 41,8% ha già visto circolare immagini e commenti offensivi nei loro confronti. Gli autori forse non saranno capi o colleghi, ma come dimostrano alcuni esempi citati dallo studio riescono lo stesso a terrorizzare le vittime: una parlamentare europea ha raccontato di aver ricevuto «500 minacce di stupro su Twitter in quattro giorni», una giapponese invece ricorda quell’utente che «ha iniziato a inviarmi informazioni dettagliate su mio figli minacciando di rapirlo».
La soluzione: regolamenti ad hoc
Secondo il segretario generale dell’Inter-Parliamentery Union Martin Chungong il fatto che il campione sia ridotto non dev’essere un motivo di minimizzare i risultati del sondaggio: «Al contrario, è chiaro che il sessismo è ben più diffuso e passa fin troppo sotto silenzio, ben più di quanto possiamo immaginare», ha spiegato in una nota di commento al rapporto. La cui conclusione è semplice: solo rompendo il muro di omertà si possono cambiare le cose, cominciando dall’adozione di leggi ad hoc. Per ora solo quattro paesi (Sudafrica, Canada, Costa Rica e Tailandia) hanno approvato regolamenti parlamentari che tutelino l’uguaglianza tra uomini e donne, proteggendo esplicitamente le parlamentari da commenti sessisti, molestie e minacce di violenza da parte dei colleghi maschi.
8 su 10 non vogliono mollare
Serviranno, questi regolamenti. La buona notizia del report è che, malgrado gli episodi di violenza, le donne che hanno preso parte all’indagine non intendono mollare. Su dieci donne vittime di sessismo otto hanno dichiarato che né minacce, né insulti e nemmeno violenze le dissuaderanno dal voler continuare la loro carriera politica. Magari chiedendo aiuto proprio alle colleghe: il 71,4% di queste ha infatti dichiarato che, di fronte ad episodi di sessismo, ha cercato l’aiuto e l’ascolto delle altre donne che lavorano con lei.