La vecchiaia non ha “genere”, lo stile si.

da | Mag 19, 2011 | Editoriali

I titoli dei giornali non ci sorprendono più. Siamo abituate/i a leggere di tutto e, specialmente noi donne, di scandali sessuali, di violenze, di stupri e di stalking.

Siamo abituate ma non rassegnate.  Ecco perché l’arresto di uno degli uomini più potenti del mondo come Strauss-Khan, accusato di avere usato violenza su una cameriera in uno dei più prestigiosi alberghi di New York, non c’indigna e non ci meraviglia più di tanti altri fatti.

Strauss-Khan, direttore dell’Fmi, oltre che futuro avversario di Sarkozy alle presidenziali francesi, preso come un ladro di pollaio, un maramaldo. Non ci fa meraviglia, non ci fa pena e non fa ridere.

Forse, il fatto, scuote il mondo degli interessi a lui collegati ma a noi, spettatrici delle conseguenze della cultura dell’uso mercificatorio, dello sfruttamento e della violenza sulle donne non fa che confermare che la differenza di genere c’è e si vede. E non ci meraviglia che, invece di indignarsi per la giovane ragazza fuggita da quella stanza, prima di essere stata picchiata e maltratta, si ragioni sul possibile “complotto” ordito contro di lui dai “soliti” nemici.

Possibile che tutti gli uomini potenti usino la stessa tattica? Era un complotto quello contro il presidente Bill Clinton, contro il governatore di N.Y.Spitzer, o il Presidente della Repubblica israeliana Moshe Katsav o il senatore Gary Hart o, ancora,   per tornare indietro nel tempo al senatore Edward Kennedy e, per l’oggi, il premier italiano Silvio Berlusconi?

Tutti uomini “affascinanti” con la fila di donne dietro la porta per amarli o con  la fila di questuanti pronte ad offrire sesso, adulazione, illusione di giovinezza e conferma di potere come scambio?

Sarà pure vero che il potere consente di togliersi ogni capriccio (purtroppo anche quelli illeciti) ma alla base di questa fame di “femmine”, si conferma che la paura d’invecchiare ce l’hanno anche loro.  La necessità di confermare la propria virilità ne è una chiara prova.

Sono gli stessi uomini che deridono il decadimento della bellezza femminile, che si schifano di una gamba cellulitica o di un seno sceso per l’allattamento, o di una ex-bella che vuol dire ormai brutta, dell’anziana come una merce avariata e scaduta. Hanno bisogno di freschezza, loro, di sapori frizzanti, di pelle liscia, loro che sono con la pancetta e i seni più o meno penduli, che non avranno le varici ma hanno il portamento imbalsamato. La vecchiaia è una cosa che non  piace a nessuno: donna o uomo che sia. Vecchiaia vuol dire accettare il decadimento fisico, l’avvicinarsi della fine; ma gli afrodisiaci del sesso non fanno sconti all’avanzare del tempo.

Anche il genere femminile si difende dalla vecchiaia. In una società guidata e sottomessa alle multinazionali dell’estetica, alle innovazioni scientifiche male usate che non rispettano la vita di un animale su cui sperimentare l’elisir della giovinezza, per un effimero e breve tiramento di ruga: la suggestione coinvolge tutte/i ma lo stile è diverso. Se c’è giustizia, a New York come altrove, l’uomo Strauss-Khan, va punito per l’azione che ha compiuto: non ne trarremo maggiore soddisfazione di quanto se ne possa provare per una giustizia senza privilegi.

Dols. maggio 2011