Questo libro psicologico, dalla trama giusta per un film, scorrevole e romantico, è scritto da un autore che tanto ha del romanziere di romanzi classici, ovvero, si direbbe in slang: “ever green”, Niccolò Ammaniti.Figlio di Massimo Ammaniti, neuropsichiatra autore di manuali di psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza su cui ho studiato per la mia specializzazione in psicoterapia psicoanalitica, che ha fatto della protagonista Maria Cristina Palma un’eroina della paranoia, un paradigma clinico di come una donna possa soffrire di persecutorietà, delirando, nel mondo del potere. Ma la trama finisce qui? E’ un piccolo manuale di psichiatria sociale o giuridica, oppure di psicopatologia femminile? Niente affatto!
Ci troviamo in una Roma di oggi, nella vita della moglie del premier di governo, che è costretta a essere in balia di assistenti ipocrite e false, a vivere in un ambiente vuoto e di solitudine, con un marito disinteressato a lei, un passato di lutti e promiscuità sessuali che la devastano.
In mezzo, un’ intervista che le hanno sconsigliato di svolgere, da parte dello staff del marito, per non esporsi, dato che non la ritengono adatta e probabilmente troppo stupida e fragile. Lei punta sul look, sui vestiti, sui suoi capelli dal taglio e colore perfetti, sulla sua bellezza per assecondare un’immagine accettata di lei. Ad un certo punto incontra Nicola Sarti, che tanto le ricorda la sua adolescenza triste per la perdita della madre e il fratello, l’abbandono del padre, e un bacio nella notte di San Lorenzo, appassionato.
E’ tutto con questo magnifico corteggiatore? No! Infatti Nicola, che fa l’imprenditore alberghiero, un giorno le mostra un video piccante ma spontaneo, privatissimo, che avrebbero fatto per gioco un’estate insieme, come ha girato in passato solo un’altra volta con la moglie, tant’è che le promette che l’avrebbe cancellato… Maria Cristina pensa invece che la voglia ricattare e metterlo online, sul web.
Qual’é la mia interpretazione? La protagonista si sente perseguitata e profondamente attratta da quest’ uomo, in modo contrastato, conflittuale, ambiguo ma umano, perché la stima e la vede veramente con occhi di un desiderio forte e sincero. Lei non accetta la verità sessuale, che parla di lei inconsciamente in modo da schiaffarle la sua anima selvaggia e forte. Così Nicola le dice mostrandosi sincero, che l’aveva conosciuta sicura di sé e senza paura. Le ripete: ”a te non faceva paura niente!”. Le dice questo in attesa di un’intervista che lei temeva, in un mondo, quello politico, da cui difendersi, per stare lontano da ciò che erano le insidie di palazzo e per ciò che quel mondo possa far subire, dovute ad un livello di potere sfrenato, senza più etica né morale.
Ad un certo punto esclama in siciliano all’incirca con queste parole:” Cummandari je piu beddu di futtiri” , ovvero comandare è più bello di fare sesso. Proprio scritto come un Verga! Ho letto altri titoli di Niccolò Ammanniti, quello che più ci assomiglia è “Ti prendo e ti porto via”, per la complessità dei sentimenti e la passione che i personaggi manifestano, la prepotenza delle loro emozioni. Poi “Fango” e “Come Dio comanda”, e altri romanzi come “Io e te”, “Io non ho paura” in cui il romanziere si afferma, secondo me, per la classicità della struttura personologica e la descrizione dei sentimenti psicologici combattuti e sinceri.
Inneggia una frase, ancora, verso la fine: “la paura deve prendere posto alla verità”, detta da una parrucchiera, personaggio umile ma amichevole. Proprio con questo mood, da che Nicola era il diavolo del suo desiderio, di Maria Cristina, una donna pulita e onesta, pulita madre di famiglia, nell’intervista diventa colui che le permette inconsciamente di ammettere che il marito non lo vede più, non ha più tempo per lei e la famiglia, che non avrebbe voluto fare l’intervista per motivi legati all’immagine che poteva deteriorarsi del premier, di vivere nella sua ombra e così via, esprimendo finalmente anche la sua verità, la sua fragilità con i suoi lutti ma con le sue antipatie per la vita che faceva. L’intervista termina identificandosi con Samatha Cristoferetti!
Il finale è lieto, ma in parte sofferto.
A voi lettori chiedo di incuriosirvi come ho fatto io, con lucidità e passione, con la testa e con il cuore. Buona lettura!
Recensione del libro di Niccolò Ammaniti