di Isa Maggi
STATI GENERALI DONNE
Nel complesso momento storico che stiamo vivendo, nonostante tutto, l’Unione europea è il quadro di riferimento indispensabile per poter agire, far fronte alle difficoltà del presente e ridisegnare il futuro.
Solidarietà, visione, un quadro comune dove finalmente le donne sono le protagoniste.
Occorre adesso avviare un processo di riforma dei Trattati che sani carenze e costruisca un sistema coerente, di natura federale, rigorosamente fondato sul principio di sussidiarietà.
La Conferenza sul futuro dell’Europa è il nostro quadro di riferimento per costruire consenso e ridare fiducia.
I Governi ora sono impegnati a preparare i propri piani per la ripresa, il Pnrr, per mettere in campo efficacemente le risorse europee per l’emergenza sanitaria ed economica.
Occorre però definire la struttura che gestirà praticamente la transizione e l’utilizzo delle risorse.
Sui contenuti abbiamo più volte ribadito la necessità di destinare almeno il 30 % dei fondi a un nuovo New Deal per le donne. Solo noi saremo in grado di ricreare le condizioni per nuovo lavoro e un nuovo welfare.
Abbiamo inviato al Ministro Amendola e alla Presidenza del Consiglio, come Alleanza delle Donne e Stati Generali delle Donne, un Piano nazionale per l’occupazione femminile che contiene anche un Women in Business Act destinato a promuovere l’imprenditoria femminile italiana.
Si, perché deve essere chiaro che parlare di imprese femminili, quelle che hanno resistito nella crisi del 2008, vuol dire parlare di imprese con loro specificità ed esigenze, anche in funzione di nuovi processi di internazionalizzazione.
Più volte abbiamo richiamato l'attenzione su queste tematiche, quindi è un bene che ora finalmente anche a livello governativo si discuta di contenuti e di misure relative come il piano del Sottosegretario Manzella che all’interno della legge di stabilità ha inserito fondi per l’imprenditoria femminile sulla base del modello della vecchia legge 215, cosi come in più occasioni avevamo caldeggiato e finalmente lo “spirito dell’imprenditoria femminile” sarà diffuso nelle scuole e soprattutto collocato in un Comitato al Mise.
Ma non basta.
Occorre un Piano nazionale per l’occupazione femminile, a 360° e non servono più altre Commissioni Intra/fra parlamentari.
Ne abbiamo troppe.
Cosi come abbiamo richiesto nel “Patto delle donne” già a partire dal 2015, che occorre un’Agenzia per le Donne, snella, efficiente, operativa.
Lo abbiamo proposto al Governo. Anche per affrontare concretamente il tema delle procedure per la elaborazione del Pnrr, strumento per uscire dalla crisi provocata dalla pandemia e ricostruire un nuovo modello economico di produzione e consumo.
E’ una sfida troppo grande per perderla. Troppi i soggetti deputati in questa scritturazione e soprattutto soggetti che vivono nelle buie stanze ministeriali con poco contatto con il mondo del quotidiano, delle imprese e delle persone.
E soprattutto che non hanno contatto con il mondo delle donne, professioniste, imprenditrici, mamme, casalinghe, insegnanti, operaie e disoccupate.
Come e quando il Governo discuterà il Pnrr con la società civile non si sa.
Faranno altri Stati generali chiamando influencer, cantanti e ballerine come a giugno?
Il Governo dovrà decidere chi lo attuerà ( il nuovo Cipess?) e come verrà realizzato il monitoraggio in itinere.
Non si sa nulla e questo rende ancora più incerto il futuro di #noidonne
Ma occorre fare presto #oraomaipiù