“Liberi di crescere”, al via i progetti di sostegno per i figli delle persone detenute

da | Mag 8, 2024 | Politiche familiari

Riportiamo quest’articolo che contiene importanti aggiornamenti su questa questione (n.d.r.)

Parte il nuovo bando dell’impresa sociale “Con i Bambini” con un impegno di 10 milioni di euro. L’articolo 9 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia recita: “il bambino i cui genitori, o uno dei due, si trovano in stato di detenzione, deve poter mantenere con loro dei contatti appropriati”. Contatti che alimentano la relazione di attaccamento reciproco, mantenendo vivi i legami affettivi, arginando gli effetti negativi prodotti dalla separazione, anche traumatica, all’interno del contesto familiare. In continuità con la convenzione Onu, il 21 marzo viene firmata a Roma (e rinnovata più volte) la “Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti” da parte del Ministero della Giustizia, l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’Associazione Bambinisenzasbarre.

Ma come sostenere e tutelare i minori che entrano in contatto con la realtà penitenziaria? È necessario proteggerli dalle conseguenze affettive ed educative di questa condizione che può avere possibili ricadute negative sulla salute generale e sullo sviluppo cognitivo, sulla continuità dei percorsi scolastici e formativi, esitando spesso in situazioni di povertà educativa e marginalità sociale. Ogni anno sono decine di migliaia i minorenni che entrano in un istituto penitenziario per fare visita a un familiare detenuto. In particolare, nel 2021 in Italia si sono svolti 280.675 colloqui tra detenuti e almeno un familiare minorenne, sottolinea l’impresa sociale “Con i Bambini”.

Le visite dei bambini al familiare in carcere rappresentano esperienze di grande risonanza emotiva, sia per i bambini che per il familiare stesso. Ansia, imbarazzo, paura, ma anche attesa e gioia si alternano durante i brevi momenti di incontro. In questi casi è molto importante prevedere la creazione di spazi e di tempi a favore dei minori, cercando di stabilire un clima sereno e accogliente e di facilitare la relazione e l’espressione delle emozioni. Dopo il colloquio arriva il momento del distacco. È una fase molto delicata, come quella dell’iniziale ricongiungimento. Le aspettative di entrambe le parti sono state in qualche modo soddisfatte? O rimane ancora qualcosa di non detto, di non fatto, di non risolto?

“Liberi di crescere” è il nuovo bando dell’impresa sociale “Con i Bambini”, società senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione con il Sud e soggetto attuatore del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’iniziativa si propone di sostenere dei progetti a favore dei figli minorenni di persone detenute. Nei giorni scorsi sono stati pubblicati gli esiti della procedura di selezione. Tra i 18 progetti selezionati sette prevedono interventi nell’area Nord, tre nell’area Centro e otto nell’area Sud, con un impegno complessivi di 10 milioni di euro.

“Tutte le proposte – scrivono gli operatori della società “Con i Bambini” sul sito dedicato – presentano un programma di azioni ben equilibrato tra “dentro” e “fuori” il contesto detentivo, creando una linea di continuità in grado di consentire la normalizzazione della relazione con il genitore detenuto, facilitandone così il rientro in famiglia nel post scarcerazione. Un modello di intervento multidimensionale che agisce su più livelli: il benessere socio-relazionale dei bambini e dei ragazzi, le competenze genitoriali dell’adulto detenuto e del partner in stato di libertà, il supporto alla diade genitore-figlio in contesti detentivi accoglienti e l’attivazione delle comunità di riferimento”.

I progetti selezionati agiscono in 69 istituti penitenziari di diversa natura: case circondariali e case di reclusione maschili e femminili, Icam, Ipm, Icatt, carceri di massima sicurezza, distribuiti in 64 comuni in tutta Italia. Solo 6 progetti prevedono azioni circoscritte a una sola casa circondariale, mentre la maggior parte delle proposte riveste una dimensione più ampia, coinvolgendo la maggior parte degli istituti di pena presenti a livello di una determinata regione. Questa situazione permette di agire a livello sistemico, mettendo al centro il minore, ovvero il soggetto più vulnerabile, a partire dal sistema familiare e allargandosi via via, alla comunità tutta per una presa in carico globale e continuativa di bambini/e e ragazzi/e figli di persone detenute. Per info: https://www.conibambini.org/

da La Stampa, 8 maggio 2024

Foto d’archivio  (ansa)