A Cagliari il dibattito ‘Iside svelata’ sul ruolo femminile nella società.
Tra i temi trattati, la Massoneria ‘rosa’, l’apertura delle associazioni tradizionali al gentilsesso:
Si è svolto recentemente a Cagliari l’ interessante convegno ‘Iside svelata: il talento femminile nella società‘, che aveva come tema il ruolo delle donne nel lavoro, nella politica, nell’arte e nella massoneria. Organizzato dalle donne della Gran Loggia d’Italia, l’obbedienza massonica di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi, ha avuto il patrocinio delle Commissioni Pari Opportunità di Regione e Provincia. Il convegno ha affrontato una questione di grande interesse: quello della partecipazione delle donne. Un tema, questo, molto discusso e dibattuto dall’universo femminile che ancora oggi vede in ogni settore la donna in una posizione secondaria e non paritaria.
Parlando del ruolo delle donne nella Massoneria, si è messo in evidenza come questa istituzione sia sempre apparsa come un luogo di riflessione esclusivamente maschile. Pur definendosi come “un percorso personale, di tipo esoterico ed iniziatico, che ha come scopo il perfezionamento di chi lo compie", la massoneria si prefigge il miglioramento dell’individuo come miglioramento di tutta la patria e dell’intera umanità: tre elementi condivisi, nelle richieste e nelle azioni, da molte donne, la cui posizione all’interno della massoneria è sempre stata complessa e controversa.
Fin dal ‘700, in Francia, la richiesta di partecipazione delle donne nella massoneria, ha trovato soltanto spazi isolati. Si formarono logge femminili, le cosiddette ‘logge d’adozione’, sottoposte comunque alla tutela di una loggia o di una comunione maschile. Bisognerà aspettare oltre un secolo per vedere nascere la prima forma di massoneria mista quando una francese, Maria Deraismes, fondò nel 1882 la loggia Les Droit Humain, l’Ordine massonico misto internazionale che poi si diffuse in tutto il mondo; ne fece parte anche Annie Besant, Presidente della Società Teosofica.
La massoneria in Italia è divisa in varie obbedienze (che fanno riferimento a differenti organizzazioni massoniche nel mondo e a differenti rituali). Le due più grandi sono: il Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani, che non ammette le donne, ma prevede delle forme di associazione esclusivamente femminili chiamate ‘Stelline d’Italia’ e la Gran Loggia d’Italia Palazzo Vitelleschi, l’unica Obbedienza che accetta e ammette le donne all’interno delle proprie Officine senza alcuna forma di separazione: esse possono percorrere e percorrono la piramide massonica sino a qualunque livello.
Quest’ultima, Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M, inizia ad accettare le donne nel 1956, anno in cui furono fondate a Firenze la loggia Anita Garibaldi e a Napoli la Teresa Confalonieri. Una tendenza che oggi viene finalmente condivisa da molte obbedienze ‘miste’. Nella Gran Loggia d’Italia le donne hanno raggiunto il 30% del totale degli iscritti e molto forte è la presenza delle giovani, donne che studiano e lavorano; tra loro ci sono ricercatrici universitarie, libere professioniste, impiegate e artiste e alcune hanno ruoli estremamente importante nella comunione:
La regione dove sono più presenti è la Sardegna, circa il 40% degli iscritti, inferiore anche alla media nazionale la partecipazione delle donne nelle logge di Sicilia, Toscana e Liguria.
Nel dibattito che si è svolto nel convegno di Cagliari, in rappresentanza dell’Obbedienza, ha preso la parola il Sovrano Gran Commendatore, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia Palazzo Vitelleschi, Luigi Pruneti il quale ha ricordato che “Anche nella nostra istituzione, per secoli vietata alle donne, la loro presenza sta crescendo e molte di loro rivesto ruoli di grande importanza. D’altronde non può definirsi universale un’associazione, come è la massoneria, se poi discrimina per il sesso“.
“Qualche secolo fa era forse ovvio il divieto di consentire loro l’ingresso in massoneria, giacché la donna non era libera ma sottoposta alla tutela paterna o maritale; da tempo però le cose sono cambiate e se il femminile ha potenzialità e aspirazioni identiche al maschile è assurdo negargli la possibilità di una crescita iniziatica. La massoneria – ha concluso il Gran Maestro – è tradizionale non tradizionalista, modalità che spesso sconfina in atteggiamenti pregiudiziali, gli antipodi della nostra comunione“.
L’esclusione delle donne, dunque come esempio di tradizionalismo, di quella forma mentis che tende per inerzia a conservare tutto, anche le forme più esteriori che si sono modellate in virtù dei periodi storici. Qualche secolo fa poteva forse risultare ‘ovvio’ vietare alle donne di entrare in massoneria, perché non erano libere ma sottoposta alla tutela paterna o maritale; a sostegno di questa limitazione, inoltre, veniva invocata anche una motivazione esoterica fondata sul carattere solare, cioè maschile, della iniziazione, atteggiamento che permane tutt’ora nella massoneria di influenza anglosassone.
Il Gran Maestro ha ribadito, infine, che le donne che entrano nella massoneria, oltre a condividerne valori e principi, hanno una maggiore attenzione e sono più sensibili all’aspetto iniziatico-esoterico: far parte di un’ istituzione che per secoli è stata loro vietata e ha rappresentato un vero tabù, rappresenta un altro aspetto di particolare attrazione e di conquista.
Ma nel Convegno cagliaritano, patrocinato dalle Commissioni Pari Opportunità di Regione e Provincia, il gentilsesso è stato vero protagonista del dibattito, rappresentando vari esempi positivi di attuazione delle pari opportunità in diversi settori lavorativi (esercito, politica, giornalismo, sociale, arte) e altresì una serie di documentari, video e fotografici, dedicati a tante donne eccellenti che con determinazione e impegno hanno dimostrato l’importanza e la centralità delle risorse femminili nella costruzione di un sistema politico, sociale e culturale fondato sul principio democratico.