Ancora una volta, mi chiedo perché parlare di personaggi femminili “grandi”, come quello di Lou Salomè, scrittrice, filosofa e psicoanalista dello scorso secolo? Perché ne abbiamo ancora bisogno…
Innanzitutto questa pensatrice era molto bella ed emozionante. Incantava per il suo acume e la sua cultura. Affascinò filosofi come Nietzsche, che la definì “l’oltre-uomo”, lui che pensò possibile superare i limiti e i difetti umani. Fu amica di Freud, che la stimò particolarmente, tanto da incentivare l’amicizia con la figlia Anna Freud, psicoanalista dei bambini.
Ma poi “l’oltre-uomo” come viene raggiunto? In senso propriamente femminile. Non già superando il maschio, ma costituendo un genere così complesso e variegato, così forte dal punto di vista del desiderio anche sessuale. La donna rappresenta per Lou Salomè la possibilità di sperimentare una libido matura e libera, accompagnata dalla voglia di vivere, cosa che la felicità, raggiunta con la psicoanalisi, compie nella vita dei pazienti e, soprattutto, delle pazienti.
Eh sì, perché la psicoanalisi emerge come disciplina con un nucleo fondamentale di interesse nella fragilità della donna, appartenente al “sesso debole”, insomma in tutto inferiore all’uomo.
La psicoanalisi emerge, infatti, come disciplina con un interesse ed un oggetto di indagine per le isteriche, ovvero il nucleo fondamentale nevrotico della fragilità psicologica della donna, appartenente al cosiddetto “sesso debole”, insomma, secondo la mentalità maschile tradizionale, in tutto inferiore all’uomo.
Citando la filosofa Simone De Beuvoir, noi donne diventiamo l'alter-ego dell’ uomo e per lui anche muse ispiratrici di istinto e passione, imprevedibiltà e indecisione.
Invece Lou Salomè rappresentò, specialmente per Freud e la sua cerchia di seguaci, la presenza di una donna nella primissima scienza dell’ inconscio, che rivoluzionò il concetto di donna sottomessa. Lei così fiera di liberare con la tecnica freudiana pazienti che avevano in sé una natura “superiore”, forte, traendo dalla tecnica psicoanalitica il meglio della personalità femminile.
Lou Salomè divenne, e in parte lo è ancora, un’ autorità culturale per femministe e donne di cultura.
Proveniente dalla borghesia tedesco-russa, di origine francese, la Salomè irruppe nel contesto culturale dell’ epoca, incedendo con una teoria che appoggiava la libertà sessuale femminile, parlando in modo aperto e autorevole delle tematiche filosofiche che tanto interessavano gli uomini intellettuali della Vienna, e non solo, nel periodo precedente alla seconda guerra mondiale.
Fu perseguitata dal nazismo, che vide in lei il rischio di “alzare troppo la testarda parte di una donna, a causa di un orgoglio femminile intellettuale spavaldo e privo di paure o inibizioni, almeno teoricamente o nella sua prassi clinica.
Eh sì, perché Lou Salomè visse parte della sua vita sentimentale in totale assenza di vita sessuale, sperimentando la vita di coppia così idealisticamente, innamorandosi e facendo innamorare per la sua intelligenza e capacità di discettare e trattare temi che fino ad allora erano di pertinenza di soli pochi uomini intellettuali.
Volendo rispondere alla domanda iniziale sul perché parlare di una donna così affascinante e particolare come Lou Salomè, è sul fatto che era così “diversa” ma caparbia nel fronteggiare il mito dei miti, quello del patriarcato e del maschilismo, anche nel disagio mentale. Ha dato la possibilità, usando la psicoanalisi, di una vera autonomia sessuale e, in generale, mentale dall'uomo e dal suo potere sulla donna, tanto da farla ammalare molto spesso di nevrosi, rendendola schiava del suo pensiero. Si coglie la sua teoria tanto avanti nel tempo in cui viveva, quanto rivoluzionaria e priva di pregiudizi femminili e soprattutto maschili.
Oggi , ancora, esistono, falsi miti sessuali maschili di prepotenza sessuale e mentale. Il potere maschile viene imposto con una cultura dominante piena di paradossi di vuoto cosmico, ovvero globale culturale, ma intriso di arroganza ed edonismo dilagante. Ciò supporta un narcisismo maschile, in cui la donna si rispecchia, imitandolo, per il successo dell’immagine e della cultura del potere della forza, o della violenza, nascondendo una vera e profonda, questa sì, fragilità interiore e mentale profonda.
Concludo chiedendo a tutte noi e, perché no agli uomini che mi leggono, di separarsi da un contesto così alienante dal punto di vista esistenziale. Cercando un vero dialogo con l'intelligenza e la dimensione femminile che è e complessa, e che pone molto spesso delle sfide da accogliere con coraggio, senza problemi o difficoltà psicologiche.
Così, in modo da diventare fieri di essere insieme nella vita, a volte in coppia, ma sempre in amicizia, finalmente.