di Paola Moggi
*Maria Lodovica Gullino, prima donna in Italia a diventare professoressa ordinaria di Patologia vegetale nonché prima italiana a presiedere dal 2008 al 2013 la Società internazionale di patologia vegetale (Ispp) – che nel 2018 l’ha insignita del prestigioso titolo di Fellow per «gli eccezionali risultati conseguiti nella sua lunga attività di ricerca» – spiega l’importanza della salute delle piante per la salute umana. Attualmente presiede la Società italiana di patologia vegetale e dirige Agroinnova, il Centro di competenza per l’innovazione in campo agroambientale dell’Università di Torino
Da “medico delle piante”, come giudica le scoperte di Suzanne Simard sulla loro comunicazione simbiotica e solidale?
Le piante mettono in atto meccanismi molto sofisticati: ancorate al terreno possono comunicare fra di loro per riconoscersi e anche per riconoscere organismi a loro avversi o favorevoli. Sono molto interessanti da studiare perché, con segnali di tipo biochimico e molecolare, sono in grado di riconoscere chi è a loro utile e chi le danneggia, e comportarsi di conseguenza.
Con quali meccanismi le piante si mantengono in salute?
La condizione normale della pianta è di salute: con adeguata illuminazione, apporto di sostanze nutritizie e un suolo “sano”, ovvero dotato di un buon apporto di microrganismi, in cui le radici possono svilupparsi bene, la pianta svolge al meglio il suo metabolismo e non sviluppa malattie.
Gli agenti inquinanti possono comprometterne il benessere e potenziali parassiti possono aggredirle quando le trovano in uno stato particolarmente vulnerabile, coincidenza però non molto frequente.
Come si tutelano gli alberi quando sono costretti a vivere in condizioni insalubri, come quelle delle grandi città?
Le città non sono un ambiente ideale per le piante, come pure le strade alberate. Oltre agli agenti atmosferici inquinanti, che possono aggredire l’apparato fogliare, la presenza di cemento e asfalto compromette lo sviluppo del loro apparato radicale. Ne consegue che nelle città le piante non crescono regolarmente e possono essere più facilmente aggredite da funghi che ne alterano dall’interno il tessuto legnoso. Per evitare che si schiantino con la violenza del vento e le trombe d’aria dovrebbero essere mantenute relativamente basse ricorrendo a potature opportune.
I piani di manutenzione del verde sono di primaria importanza e da eseguire con cura, ma il patrimonio arboreo di alcune città è cospicuo e le amministrazioni locali spesso fanno fatica a realizzarli. Le piante, comunque, non sono mai troppe: rendono più respirabile l’aria e donano bellezza e serenità. Non basta però piantarle, è necessario anche mantenerle sane promuovendo nella cittadinanza la cultura del verde.
Come reagiscono le piante ai cambiamenti climatici e ai nuovi parassiti?
In generale si adattano, ma anche noi dobbiamo intervenire con scelte di “mitigazione”. Per esempio, sarebbe opportuno piantumare con specie più resistenti agli stress idrici e, in particolare, ai periodi di prolungata siccità. I cambiamenti climatici inducono parassiti e relativi vettori a “migrare”, esponendo le piante a malattie inedite; comunque il sopraggiungere di nuovi parassiti è alimentato principalmente dal commercio globale e ne stiamo facendo oggetto di particolare attenzione nelle nostre ricerche.
Il 2020 è stato proclamato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite “Anno internazionale della salute delle piante”: come si è concluso?
L’Onu ha scelto questo tema per rendere consapevole la comunità internazionale dell’importanza del mondo vegetale e della sua salute anche per la salute umana, ma l’anno non si è ancora concluso: a causa della pandemia avrà termine a fine giugno 2021. Nei mesi scorsi, in ogni parte del mondo si sono svolti numerosi eventi per evidenziare quanto sia preziosa la salute delle piante per la salute del Pianeta. A fine giugno verrà pubblicato uno studio, affidato al mio coordinamento, che tratta proprio degli effetti dei cambiamenti climatici sui parassiti; è stato commissionato dall’Onu e vede l’apporto di entomologi, climatologi e scienziati che studiano le piante infestanti.
Qual è il più grande contributo delle piante alla salute umana e del Pianeta?
La pandemia è stata devastante, ma ha evidenziato l’importanza delle piante e delle produzioni agrarie. Oggi si parla di “salute circolare”, ovvero di una salute globale che includa anche il mondo vegetale. Esso fornisce l’80% del nostro cibo, costituisce mangime per gli animali, produce ossigeno e abbellisce l’ambiente. Il contributo delle piante è immenso, anche perché sono loro a prevalere numericamente sulla Terra. Piante e ambiente sono inseparabili: tutelare la salute delle prime è essenziale per preservare quella degli altri esseri viventi e dell’intero ecosi-stema. Per questo si insiste sul concetto di “salute circolare” e molti riscontri scientifici avallano l’effetto benefico del verde. Anche in città, per esempio, la presenza di alberi e parchi permette all’infanzia di ammalarsi meno. Lo stesso Enzo Bianchi, fondatore di una comunità monastica, invita ad abbracciare l’albero come forma di medita-zione. Chi ha la fortuna di vivere in un ambiente ricco di piante sane vive decisamente meglio.