Nicla Vassallo e le sgangherate opinioni degli italiani

da | Giu 7, 2020 | Interviste/Video

di Giuseppe Rapuano

 

La filosofa dell'Università di Genova: la maggior parte della gente di questa Italia ha trasformato “regole” di civiltà in tutt'altro

Nicla Vassallo
«Ritengo che si stia attribuendo una rilevanza eccessiva al Coronavirus, e che in troppi parlino con fatuità di epoca, giocandoci sopra, di un pre-virus e dopo-virus, e che, tra questi troppi, non manchino neanche i politici dell'ultima ora. Non si comprende con quali competenze osino parlarne, asserire prontamente. Per esempio, la crisi economica toccherà quasi tutti noi, ma vi sono di già maniaci, per nulla esperti di finanza, che si lanciano, senza ragioni valide, in previsioni più che sgomentati.
Se, prima del Covid-19, la popolazione italiana, non coltivava di già i principali umani valori epistemici, ovvero, quei valori che presentano un'alta probabilità di condurci verso la verità, oggi questi valori paiono quasi del tutto assenti. Bizzarrie dai vari comportamenti umani che affermano un enunciato, senza possedere alcuna idea di dove esso ci conduca, verso la falsità, oppure verso la verità? Su tal punto, il fare filosofia, alla ricerca della verità, non “conviene”, poiché la filosofia, tra l'altro, si pone l'obiettivo di un ragionare, faticoso e con costanza mirato con persistenza al conseguimento della verità. I buoni propositi non mancano, ma risultano del tutto fallimentari per ignoranza».

È la prima risposta – Gli esseri umani di qualche mese addietro, gli esseri umani di oggi, e quelli di domani. Evoluzione non naturale di ogni essere umano… – che la professoressa Nicla Vassallo mi dà nel corso di una conversazione sui tempi e il tempo.

La filosofa di fama, specializzatasi al King's College London, e docente di filosofia teoretica presso l'Università di Genova mi ha parlato di donne, giovani Governi e governanti.

Da professoressa universitaria, lei trascorre gran parte del suo tempo con ragazze e ragazzi. Cosa vede negli occhi dei giovani?

«Quegli occhi, comunque, non mi donano speranze, proiettate sul breve futuro. Giovani? Da qualche tempo, nel nostro Paese, si risulta giovani pure verso di trantacinque anni. Un'assurdità. A quell'età, si è piuttosto anziani e ci si dedica a quasi ogni attività sportiva e/o intellettuale. In alcuni casi, rari a parte, colgo un'irreversibile appiattimento, alla volta di decrepita curiosità, di una sessualità compulsiva/impulsiva, priva di fantasia, nonché di una seria e instancabile vita di uso e consumo.
Oppure, quei tuoi occhi penetranti mi inducono a comprendere qualche desiderio e necessità giovanili, pur nutrendo perplessità posata su di loro, dato che il primo passo in avanti consiste nell'aderire consapevole a una democrazia, senza alcuno snobismo. Qualcosa che gli attuali giovani italiani, costoro di questi giovani populisti, del sistema italiano, dovrebbero recuperare sul terreno della democrazia, in altre parole, ora in piena Coronavirus, giovani che dispongono di propri mezzi e strumenti per reagire alla “melma” nonché con piacere il discernimento tra competenti e i non docenti (pur di fatto docenti), per esempio, da coloro che praticano filosofia per narcisismo».

Come ci sta lei in questo periodo fatti di Fasi? E, a suo avviso, come lo stanno consumando gli italiani?

«Procedo a fasi alterne, senza una successione 1, 2, 3, 4, 5 eccetera. Con qualche ottimo eccentrico: le fasi influiscono ben poco sul lavoro riflessivo e analitico; toccano, nondimeno, col fare tenue, il mio corpo. Il che mi pone ogni giorno il compito di affrontare il problema mente/corpo di matrice cartesiana, un problema basilare del filosofare, il che interferisce non poco sulle specifiche problematiche su cui sto lavorando. Tornando specificatamente, su italiane e italiani. Mi spiace, sono una filosofa, ovvero mi occupo di normatività. La maggior parte delle italiane e degli italiani ha trasformato “regole” di civiltà in tutt'altro, in una accozzaglia di sgangherate opinioni, ove soggettivismi, a proprio uso e consumo, in cui affoga il concetto di bene comune. A che pro? Alla volta della totale follia».

Professoressa, un pensiero su Giuseppe Conte, Boris Johnson e Donald Trump…

«Tutti loro appaiono, più o meno simili; soprattutto, in quanto non sarebbe possibile giocare “armati”, senza una minima idea di cosa si intenda vincere. Viviamo in questi incasinati tempi “moderni”, in cui la maggior parte dei politicanti aspira a denaro e potere, quasi mai al bene comune, senza tuttavia disporre delle competenze minime per svolgere il proprio compito. Per di più, i tre e con le loro figuracce pubbliche non mostrano alcuna istruzione, anzi non capiscono neanche di fare figuracce. Ne abbiamo viste abbastanza. Eppure loro non debbono rendere conto. Pure agli assessori regionali, auto blu, segretare/i, stipendi stellari, non so quali e quanti benefit, nonostante abbiano magari letto un solo volume in vita. Il minuzioso spirito nazista, rimane diffuso tutt'ora, in ogni poro tedesco».

Che momento vivono le donne oggi? Siamo ancora in un mondo maschilista?

«Diverse valide, ragioni epistemiche, mi conducono a presupporre che il concetto di gender debba essere sulla via tramonto Pur limitandoci all'attuale Germania, alla propria tarconte Merkel, la dura, quasi inscalfibile, in virtù del proprio egocentrismo, da Re Sole, dalla sua “poltrona” da cancelliera, mi pare navigare in acque ben poco trasparenti. Sta mettendo in campo in atto ogni stratagemma per vincere ancora. Il maschilismo è in netto recupero. È sufficiente dare un'occhiata alle classifiche del gender gap per comprendere quanto il nostro Paese sia retrogrado. E, in un certo qual senso, le donne in Parlamento, o quelle in Regione, o quelle in Comune occupano spesso una sedia per la loro bellezza, non per la loro competenza».

Il nome di una donna (escludendo lei) che è già storia in questo momento e della quale noi ce ne accorgeremo solo in futuro…

«Preferirei passare alla domanda successiva».

Quali caratteristiche mentali, psicofisiche, occorre possedere per vivere bene nel Nuovo Mondo?

«Se il mondo è nuovo e mi è sconosciuto, non sono in grado, coscientemente di specificare quasi nulla in proposito; neppure le fattezze di tal mondo. Figuriamoci di chi siamo e come di chi saremo».

04/06/2020