Per annullare l’accordo di separazione non bastano il silenzio e la reticenza del marito sulle sue reali condizioni economiche
Un’errata valutazione della moglie incide sulla convenienza dell’affare ma non vizia il consenso. Necessaria la dimostrazione dell’inganno
L’accordo di separazione non può essere annullato solo per via della reticenza del coniuge sulle reali condizioni economiche. Infatti un’errata valutazione da parte dell’altro incide sulla convenienza dell’affare ma non vizia il consenso. Sarebbe necessario dimostrare l’inganno della parte tenuta all’assegno sulle sue nuove condizioni economiche.
Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Roma di Roma con la sentenza 4696 depositata lo scorso 27 settembre.
Dunque i giudici della Capitale hanno confermato il verdetto del Tribunale di Velletri, respingendo la domanda di una donna che, solo dopo l’accordo di separazione, aveva saputo che l’ex marito, imprenditore, aveva ottenuto una grossa somma con la vendita di una sua partecipazione societaria, tacendola in sede di omologazione.