COMUNICATO STAMPA Senonoraquando Genova
Polonia: dietrofront del governo sull'aborto. Ma la battaglia delle donne è ancora aperta
Piena solidarietà alle donne polacche che ormai già da più di 10 giorni, sfidando le misure anti-covid, manifestano contro una sentenza della Corte di cassazione che, limitando ulteriormente le possibilità di abortire, rischia di mettere fine all'aborto in Polonia.
La legge sull'aborto in Polonia, che permette di abortire unicamente nei casi di grave malformazione del feto, di stupro, d' incesto o di minaccia alla salute e alla vita della madre, è già tra le più restrittive d'Europa. Ora, la nuova sentenza della Corte costituzionale ha vietato l'interruzione di gravidanza in caso di grave malformazione del feto (ben il 98% dei casi di aborto), per “incompatibilità” con la Costituzione del paese, a tutela del “diritto alla vita”.
Nonostante la forte opposizione nel paese ad ulteriori restrizioni della legge sull'aborto, questa sentenza apre la strada a un divieto, violando i diritti fondamentali e il principio di autodeterminazione delle donne, diritto conquistato con fatica e ormai da decenni largamente accettato. Le femministe attiviste polacche impegnate nelle proteste e con le quali ci siamo confrontate in questi giorni denunciano purtroppo questo episodio come l'ultimo di una serie di limitazioni alle libertà fondamentali che il governo polacco sta imponendo alle donne e alla comunità lgbt.
Siamo consce che questa sentenza, richiesta e ottenuta dal Partito della legge e della giustizia (PiS) al governo, sia l'ennesima prova di un escamotage dei diritti umani ottenuto tramite il controllo politico del partito al potere sulla Corte costituzionale. Non dimentichiamo che la Polonia è stata richiamata più volte dall'Unione europea per aver cancellato l'indipendenza della magistratura sottomettendola al potere politico.
Denunciamo la situazione estrema nella quale stanno lottando le nostre sorelle polacche. In quanto Stato membro dell'Unione europea, la Polonia è vincolata da Trattati che si è impegnata a rispettare fin dal 2004 e che prevalgono rispetto alla Costituzione polacca.
In questo contesto facciamo appello al Governo Italiano perchè esprima una netta condanna rispetto alle dichiarazioni e alle misure adottate dal primo ministro polacco e perchè s'impegni sia nell'ambito dei rapporti diplomatici bilaterali sia all'interno delle istituzioni europee a far garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali dell'Unione europea in Polonia.
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