Recensione: “Non siamo solo cagnolini”

da | Gen 29, 2020 | L'opinione

di Marta Ajò

Il legame che nel tempo si è sempre più consolidato tra uomini e cani ha origini molto antiche ed è stato oggetto di approfondimento e ricerca attiva per comprendere su cosa si fonda la simbiosi che si è determinata tra questi due mondi diversi eppure sempre più vicini.
Come dimostrò già nel 1950 lo studio del grande etologo austriaco Konrad Lorenz, che dedicò i suoi studi al comportamento animale, molti degli atteggiamenti canini hanno una chiave interpretativa che spiega il percorso storico, i mutamenti avvenuti, da quando l’uomo incontrò il cane fino ad oggi.

Un rapporto, quello tra uomo e cane, che ha sempre più assunto connotati di relazione familiare e sociale nelle quali gli animali domestici sono importanti membri. Si è calcolato che un terzo delle famiglie italiane ha in casa un animale.
Ma in che forma, con quali imiti, gli umani possono davvero relazionarsi con il proprio animale? Basterebbe andare una volta in un’area cani di un qualsiasi parco pubblico per sentire domande che i “canari” spesso si pongono: “Cosa pensa il nostro cane? Cosa direbbe se potesse parlare? Starà con noi per amore o per interesse?”.

A queste ed altre questioni cerca di dare risposta la filosofa Maria Giovanna Farina nel suo ultimo libro“Non siamo solo cagnolini”, Gilgamesh edizioni, in cui affronta gli argomenti dal punto di vista dello scambio relazionale ed affettivo che si produce in queste convivenze.
In modo ironico ma sostanziale, l’autrice, offre ai lettori l'opportunità di scoprirlo attraverso la testimonianza della sua cagnolina Milly, voce narrante nel libro. Una testimonianza, la sua, gustosa, senza doppi sensi, diretta ma mai ingenua perché basata sulla naturalità e non sull’artificiosità a cui siamo abituati spesso noi umani per descrivere i sentimenti.

Interpretandone il pensiero, Giovanna, la compagna di Milly, lascia che sia lei stessa a raccontare difetti e virtù umane, gioie e dolori canini.
Milly e Giovanna, per chiarezza cane e persona, sono entrambe protagoniste in un gioco in cui si interpretano a vicenda, l’una nel raccontarsi, l’altra nel registrarla attraverso esperienze della loro convivenza.
Con una metodologia di scrittura leggera ma mai superficiale, l’autrice dà la voce alla sua cagnolina che si presta così a descriversi nel complesso rapporto che intercorre tra cani ed umani, ondeggiante tra vantaggi e lacune di cui si nutrono le relazioni. Un viaggio nei sentimenti visti dalla parte di una cane, tradotti in un linguaggio, il nostro, che cominciano a comprendersi sempre meglio.

La fiducia. Un sentimento che Milly descrive con modestia e gioia, con allegria e felicità come se provarla, a differenza nostra, fosse la cosa più semplice e logica del mondo.
L’altruismo e l’amore. Che un cane dimostra esistere a prescindere da quanto ne ricavi. Questi due concetti sono per un cane valori assoluti e incondizionati, di una purezza che travalica la mostra comprensione.

Il cane, sostiene la testimonianza di Milly, ama, comprende, pazienta, obbedisce e si concede poche ma liberatorie marachelle.
Lo “splendore” che esce da questa cagnolina un po’ saputella, impertinente e disarmante fa emergere anche un senso di colpa umano.
Quante persone, dopo avere preso ma non accolto un cane, lo abbandonano per i più futili motivi? Un cane non potrà mai darsi una spiegazione logica e accettabile perché la magia che scatta all’incontro tra persona e cane è per lui unica ed assoluta, vale per sempre.

“Non siamo solo cagnolini” è un libro da leggere con divertimento ed emozione, sia per chi abbia già un cane sia per chi non l’ha ma può imparare ad amarli perché, in poche parole spiega molto bene Milly, non richiede altro che affetto, pazienza, sensibilità e…un po’ di tempo.
Salvare, difendere, accogliere un cane è un’esperienza che cambia la vita, che regala grandi emozioni, soddisfazioni ma anche responsabilità. E Milly, sapientemente, ci indica la via.
Una lettura per ogni età ed ogni stagione.

“Con questo libro Maria Giovanna Farina ha voluto tradurre in linguaggio umano il pensiero del cane per rivendicarne anche il diritto ad una buona vita. Il loro amore è eterno, si uniscono a noi e mai più ci abbandonano. Il loro amore sa curare le nostre ferite, è capace di far ritornare il desiderio di amare nonostante le delusioni, i tradimenti e le prevaricazioni che alcuni umani ci hanno inferto. Anche se lo scritto è una finzione letteraria, i cani non possono scrivere e pensare come noi, in ciò che state per leggere vive il vero intimo sentire della piccola Milly, l'autrice ha solo tradotto ciò che ogni giorno lei le trasmette, ha interpretato attraverso parole umane, sorrette da una logica umana, ciò che direbbe se potesse parlare”.