Se il genitore è pericoloso, di Simona Napolitani

da | Mar 1, 2013 | L'opinione

E’ di qualche giorno fa il terribile fatto di cronaca che racconta di un padre, sottoposto ad una forte pressione per la separazione in corso con la compagna che, in un momento di “follia”, è andato a prendere il figlio, di appena sedici mesi, e l’ha gettato nel Tevere. Pochi giorni prima, l’assassino aveva sussurrato alla ex partner “se mi lasci ammazzo tuo figlio”.

Storie di ordinaria follia, che purtroppo riempiono la cronaca dei quotidiani con una certa frequenza. E’ inimmaginabile che un padre o una madre possa compiere un gesto di violenza così inaudito, eppure purtroppo esistono genitori succubi di turbe psichiche che dopo aver messo al mondo un figlio, decidono di toglierli la vita.

La famiglia, di fatto o legittima che sia, dovrebbe essere un luogo deputato alla realizzazione non solo del nucleo nella sua complessità ma anche di ciascun familiare che nella famiglia e con la famiglia deve crescere ed essere sostenuto per una propria auto affermazione. Purtroppo è, invece, un’istituzione sempre più in crisi, che non riesce spesso a proteggere i suoi stessi componenti e, in particolare, i figli.
Si deve imparare a fare i genitori, ma, per poter apprendere un così difficile mestiere, occorre avere una serie di qualità e, non da ultimo, una buona stabilità emotiva ed affettiva.

Non occorre arrivare alle pagine di cronaca nera per verificare che, a volte, l’inadeguatezza dei genitori, o di uno di essi, si riscontra anche nelle famiglie più “normali” in cui vi è un’apparente organizzazione quotidiana all’interno della quale ciascun componente ha un suo ruolo e un suo compito: i genitori lavorano, i figli studiano, frequentano gli amici, fanno sport, eppure a volte i meccanismi e le relazioni familiari creano un disagio nella crescita dei figli, i quali, in qualche modo, restano vittime dell’inadeguatezza dei genitori. Tutto ciò può comportare anche un costo sociale, perché i figli cresciuti in famiglie non capaci di rispondere alle loro aspettative e alle loro necessità, nel futuro possono avere difficoltà ad interagire con il mondo esterno, ad integrarsi nella collettività.
 Per queste ipotesi di “disagio”, esistono, ovviamente, tanti centri, pubblici e privati per il sostegno alla genitorialità, ma non sempre i genitori accedono con facilità a tali strutture. Occorre, innanzitutto, che i genitori sappiano mettersi in discussione, e già questo passo non viene compiuto con facilità: la capacità introspettiva richiede una certa forza e nelle dinamiche familiari è più facile accusare l’altro piuttosto che fare un esame di coscienza. Non solo, i genitori in genere accedono a tali strutture quando la crisi familiare è già in atto, quando i figli hanno già ricevuto un danno dal comportamento dei genitori, quando hanno già a lungo vissuto un clima familiare difficile e conflittuale che ha, ovviamente, ricadute sulla loro crescita.
 La genitorialità, i diritti e i doveri dei coniugi e dei genitori è un sapere che deve essere diffuso e conosciuto in via preventiva, si deve imparare ad essere genitori, la prevenzione non riguarda solo la salute del proprio corpo, ma anche la conoscenza dei ruoli, dei diritti e dei doveri che a quei ruoli sono collegati e strettamente connessi.
 Tale contesto rende a volte difficile la scelta dei Giudici nel decidere a quale genitore affidare il figlio o, se percorribile, nel disporre l’affidamento condiviso al padre e alla madre. La legge sull’affidamento condiviso pone al centro di tutto il sistema normativo la tutela dei minori e prevede espressamente che il Giudice nell’adottare i provvedimenti deve tener conto dell’esclusivo interesse morale e materiale della prole.
 E proprio nell’ottica di tale interesse, che talora il Giudice della separazione può decidere di affidare i minori ai nonni o ai parenti, quando per l’appunto, ritengono che i genitori non siano idonei a crescere e tutelare i loro figli.
 In alcuni casi, i più gravi, il Tribunale, quando deve assumere provvedimenti riguardanti i minori e la conflittualità genitoriale è incontenibile, affida i figli al Servizio Sociale, sebbene con collocamento presso uno dei genitori. Tale modalità trova riscontro nell’esigenza di monitorare – per l’appunto tramite i Servizi – l’andamento del rapporto genitori /figli e consentire un controllo sulle modalità e sulle scelte genitoriali.

Il quadro delineato dà la misura di quanto sia difficile la realtà familiare e la crescita dei figli in contesti poco idonei, oltre che la misura di quanto la famiglia, istituzione fondamentale e portante della nostra società, non sia stata presa in debito conto dal Legislatore, ci chiediamo se non sia il caso di intervenire per sostenere e salvaguardare il sistema famiglia, di cui non possiamo fare a meno.

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