Tutti noi abbiamo un sogno, ma a volte impediamo che si realizzi, magari inconsapevole, e ciò crea nell’anima un certo grado di dolore ma non solo. Perdere i sogni e gli ideali conduce alla confusione tipica della nostra epoca. Con-fondersi nel senso proprio di fondersi perdendo la propria individualità è un atteggiamento pericoloso: se il sonno della ragione genera mostri, il sogno interrotto genera perdita di punti di riferimento. Non si ha più ben chiaro dove voler andare e il risulto conduce a seguire l'onda del demiurgo di turno. Mi trovo continuamente a pensare alle donne che mi hanno preceduta, alle loro lotte di conquista che le ha viste unite per ottenere la giusta emancipazione, la possibilità di esprimere il loro potenziale in varie e diverse direzioni. Ho visto donne, mentre ero un'adolescente e non capivo dove volessero andare a parare, rivendicare la parità; ho visto la vera solidarietà che ora mi appare un po' sfumata. E vengo al dunque. Mi hanno infastidita i pettegolezzi su Melania, la moglie del nuovo presidente; forse troppo bella, raffinata e terribilmente ricca per essere una di noi. Per certi versi c'è davvero un bel gap tra lei e noi comuni mortali, ma non mi sembrava il caso di perdersi a giudicare la sua immagine, considerandola una donna oggetto, una bambolina imbalsamata. Mi sembra un discorso troppo superficiale e improduttivo: non possiamo permettere che poche posizioni snob si diffondano e inficino, confondendolo, il lavoro serio e impegnato di tante donne. Questa situazione mi ha convinta definitivamente che l'8 marzo non è più pensabile come festa, mi aspetto invece un sit-in globale ad oltranza, giorno e notte, per difendere, non solo a parole, le bambine sfruttate, violentate e uccise dai peggiori maschi della Terra: perché le bambine sono il nostro futuro oltre ad essere il nostro presente.
Siamo in transizione, lontane dal passato di lotta, non sufficientemente attente al presente e incerte sul futuro, così non ci si rende conto che i sogni si infrangono contro il muro del gossip che è una delle modalità più a buon mercato per stare un po' meglio. Il mio sogno? Una donna emancipata libera da ideologie, solidale concretamente, con tutte le altre donne e che non perda il suo essere il perno della vita associata, fedele alle sue più nobili caratteristiche. Impegnata anche nella famiglia che, come piccolo nucleo, può contribuire a riassettare il grande gruppo sociale.
Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata