Violenza privata aggravata al marito che taglia i capelli alla moglie per gelosia
Esclusa l’ipotesi più lieve della minaccia perché l’umiliazione è inflitta con la forza e si risolve in un’intollerabile compressione della libertà morale
Scatta la violenza privata aggravata per il marito che perde la testa per la gelosia e impone alla moglie di tagliarsi i capelli. Inutile per l’imputato invocare la configurabilità della fattispecie più lieve di minaccia o ingiuria all’esito della lite che l’ha contrapposto alla parte offesa: l’umiliazione inflitta alla donna con la forza si risolve un’intollerabile compressione della libertà morale. È quanto emerge dalla sentenza 10413/13, pubblicata il 6 marzo dalla quinta sezione penale della Cassazione.