La trottola di Sofia. Sofia Kovalevskaja si racconta

da | Giu 19, 2014 | Consigli di lettura

di Vichi De Marchi e illustrato da Simona Mulazzani – Giunti Editori

 

L’intensa vita di Sofia Kovalevskaja, la grande matematica russa vissuta nella seconda metà dell’Ottocento. Prima donna in Europa a ottenere una cattedra universitaria di matematica, fu anche una scrittrice piena di talento e un’appassionata sostenitrice dell’emancipazione femminile. La sua carriera, difficile e sofferta, è stata una battaglia per tutte le donne, per affermare il loro diritto allo studio.

Sofia nasce a Mosca nel 1850 e trascorre l’infanzia in campagna, nella grande casa di famiglia. I genitori, severi e distaccati, lasciano a governanti e tutori il compito di prendersi cura dei loro tre figli. È così che Sofia riversa il suo affetto sugli zii e sulla sorella maggiore, Anjuta, con la quale, negli anni a venire, condividerà la passione per la scrittura e le idee progressiste. Fin da bambina dimostra una forte predisposizione per la matematica, che coltiva grazie alle lezioni private. Il suo sogno è frequentare l’università, in Russia vietata però alle donne. Non le resta quindi che espatriare, ma per ottenere il passaporto è necessaria l’autorizzazione del padre o del marito. L’unica soluzione è trovare allora un uomo disposto ad aiutarla, che la sposi e poi la lasci libera di seguire il suo sogno. Contro il volere del padre, sposa così Vladimir Kovalevskij, un giovane le cui idee rivoluzionarie lo portano a battersi per i diritti delle donne, e a 18 anni Sofia diventa la signora Kovalevskaja.

Finalmente può trasferirsi prima a Heidelberg e poi a Berlino, dove studia con Karl Weierstrass, il più importante professore di matematica dell’epoca: colpito dalle spiccate doti dell’allieva, la sostiene fino alla laurea, che Sofia ottiene con lode nel 1874. Rientrata in Russia, trova nuovamente sbarrate le porte dell’università, dove non le è permesso mettere a frutto il suo talento insegnando. Sarà l’ateneo di Stoccolma ad accoglierla, non senza l’opposizione di docenti conservatori. Quando Sofia sale in cattedra, il 30 gennaio 1884, l’aula è gremita di gente venuta ad assistere a un momento storico, la prima lezione tenuta da una donna. Qualche anno più tardi, quando ormai il suo nome è noto in tutta Europa per gli eccellenti risultati dei suoi studi, viene nominata professore a vita nella medesima università. È il traguardo a cui ha dedicato tutta se stessa: è la prima donna dell’Europa moderna ad avere una cattedra di matematica.

In chiusura, pagine di approfondimento sulle altre grandi matematiche della storia, da Ipazia a Maria Gaetana Agnesi, da Sophie Germain ad Ada Byron.

Vichi De Marchi, nata a Venezia, vive a Roma con due figli che leggono i suoi libri in anteprima e sono critici severissimi. Ha alle spalle un lunga esperienza come inviata del quotidiano L'Unità; è stata autrice per Raisat ragazzi e ha ideato e diretto Atinú, settimanale d'informazione per bambini.
Attualmente è portavoce per l'Italia del Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite. Anche in questo lavoro riesce ad occuparsi dei ragazzi e con la Rai ha lanciato un videogioco gratuito che insegna come si diventa operatori umanitari. Confessa però di non essere brava a giocare ai videogiochi!
Oltre ai libri pubblicati con noi ha scritto Le arance di Michele, epopea dei piccoli emigranti italiani all'inizio del Novecento, che ha ricevuto il premio Verghereto, e Fratelli briganti, storie di briganti e brigantesse nell'Italia appena nata (entrambi editi da Mondadori).