Il 5 dicembre 2014, per iniziativa di Isa Maggi, nasceva il movimento degli Stati Generali delle Donne con l’ambizione di colmare il vuoto che da tempo sembrava essersi formato per le politiche di genere.
Un percorso iniziato in salita ma a cui si sono aggiunte nel tempo molte donne determinate a non arretrare, rappresentative della società, del mondo del lavoro, delle istituzioni.
Nato per chiamare a raccolta chi sentiva sulla propria pelle le difficoltà dell’appartenenza, dell’uguaglianza, della parità e del merito, ha raccolto numerose adesioni qualificate e significative di uomini e donne della cultura, della scienza e della formazione scolastica e università, associazioni professionali.
Il progetto degli Stati Generali delle donne, come è scritto nella carta-manifesto costitutiva, individua linee di azioni fondamentali per fornire gli strumenti necessari ad una politica finalizzata ad abbattere stereotipi culturali, differenze, creare opportunità nel mondo del lavoro tenendo conto dei cambiamenti tecnologici in atto e futuri, delle professioni, delle imprese femminili.
Proposte per sviluppare un nuovo modello socio-politico che tenga conto dell’ambiente, della sua salvaguardia e che soprattutto tenga conto della visione delle donne, protagoniste da sempre nel percorso della storia e nella costruzione del futuro.
Un movimento che è stato in grado di costruire, sia pure in modo volontaristico, un modello di organizzazione espanso, di partecipazione attiva anche quando, a causa della pandemia, ogni forma di relazione e di confronto parevano scomparsi.
La scommessa che le donne degli Stati Generali si sono scambiate 10 anni fa, è stata mantenuta e ha intenzione di rinnovarsi nel 2024, un anno che le vedrà
“ancora più coese nel trasformare il nostro pensiero in azioni concrete sul tema del lavoro di #noi donne, dell’imprenditoria femminile, delle misure di contrasto alla violenza sulle donne. Sarà un lavoro di ricerca, di divulgazione, di informazione e di formazione attraverso la Scuola sull’imprenditoria femminile che abbiamo appena avviato a Villa Gaia, la nostra casa comune. Cominceremo con il Patto delle Donne per il clima e l’ambiente in aggiornamento per la #cop28. Continueremo sui temi della violenza. Avremo a novembre il francobollo #panchinerosse.
Organizzeremo una formazione mirata dedicata agli / alle avvocate e agli/ alle psicologhe. Lanceremo un Manifesto Vs il linguaggio sessista da portare in Europa per le prossime elezioni europee. Daremo grande impulso al progetto #madeinwomanmadeinitaly. Sarà un grande tour con le #cittadelledonne #ilfuturoedichilofa”.
Tutto ciò sarà materia di festeggiamenti e di riflessioni che si svolgeranno presso la FONDAZIONE GAIA, realizzata per completare l’impegno volto a far nascere un centro di riferimento per le donne maltrattate ma anche di formazione e di cultura, dal 25 al 30 settembre, a Rea in Oltrepo Pavese.
Un programma molto articolato in cui si confronteranno progetti, gemellaggi, proposte, attività ricreative, e di diffusione culturale. Sarà ricordata la giovane Gaia Santagostino, prematuramente scomparsa e ispiratrice della Fondazione.
Sono passati 10 anni da allora.
Un tempo ragguardevole come lo sono i risultati ottenuti.