Il Blog CARTE SENSIBILI dedica uno speciale in occasione del
25 NOVEMBRE
GIORNATA MONDIALE
CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE
Per quanto tempo ancora le donne sopporteranno in silenzio prima di uscire allo scoperto, di denunciare, di farsi aiutare? Lo stanno facendo sempre di più, ma mai abbastanza.
Infiniti i tipi di violenza degli uomini sulle donne. La cultura maschilista millenaria fa di una donna un oggetto privato, un essere da sottomettere, annullare, rendere schiavo. Lo stupro come punizione, come "sfregio". Lui ti dà le botte, poi vuole fare l’amore, é il tuo aguzzino, poi ti porta i fiori. I figli sentono, vedono, vivono e crescono nel terrore. C’é il mostro in tante case "rispettabili" e i figli maschi respirano quella violenza, a volte la odiano, a volte la ripeteranno. Le figlie iniziano a temere l’uomo, a sottomettersi per sopravvivere, come fanno le loro madri.
La violenza é trasversale nella società, riguarda tutti i ceti: alti, borghesi, popolari.
A volte inizia quando si é bambine, in modo subdolo: avvicinate, fatte oggetto di attenzioni perverse da padri, zii, fratelli, amici…nelle famiglie, nelle case dove può succedere che le madri capiscano, ma non intervengano perché non si rompa quell’equilibrio apparente così necessario a tante per vivere. E si lascia fare e si devastano le vite.
E’ una sequela terribile di morte quella a cui assistiamo. Uccisioni precedute chissà da quanto dolore, da quali indicibili sofferenze. Spesso vissute da sole, in silenzio.
Allora sono gli uomini, quasi sempre assenti quando si parla di violenza contro le donne come se la cosa non riguardasse prima di tutto loro, i carnefici, sono gli uomini che debbono interrogarsi, cercare di capire e di modificare il proprio comportamento. Che debbono mettersi in gioco. Loro, i loro figli e noi, i nostri figli, i nostri uomini. E i nostri politici, sempre assenti, quasi sempre assenti, su questo discorso che é fondamentale perché da qui viene automatica la necessità che le donne siano ovunque, nei luoghi dove si decide, per portare una diversa cultura, perché questa ossessione della guerra, del possesso, dell’annientamento dell’altro, sia compensato dalla solidarietà, dal riconoscimento dei diritti di tutti gli esseri, dall’umanità e dal rispetto, dall’amore per la vita.