Abitudine: che monotonia!

da | Gen 27, 2011 | Filosofando

Quante volte sentiamo dire o diciamo: “Sono abituata così” oppure “Certe abitudini non si cambiano facilmente”. Che cosa è l’abitudine? Un comportamento dettato dalla consuetudine e caratterizzato dalla ripetizione degli stessi comportamenti, in altre parole un modo di agire ripetitivo dal quale non riusciamo (o non vogliamo?) staccarci. Finché l’abitudine ci rende felici possiamo continuare così, ma quando l’abitudine diventa un peso, è routine e monotonia, allora dobbiamo riflettere e trovare una via d’uscita. Ci sono abitudini che danno sicurezza: far le vacanze sempre nello stesso luogo certi di incontrare le stesse persone e di essere riconosciuti ci dà l’illusione di poter dominare gli eventi e la speranza che nessun contrattempo possa rovinarci le vacanze. Una simile scelta ci impedisce però di fare nuove esperienze e di soddisfare la nostra anima esploratrice. C’è in ognuno di noi la spinta innata alla conquista e alla ricerca del nuovo e più questa caratteristica emerge pienamente più si possono concretizzare professioni come l’esploratrice o l’inviata speciale in zone sconosciute del pianeta. Chi soffoca completamente questo aspetto del proprio essere sente il peso della monotonia quotidiana, fino a casi estremi di perdita dell’interesse e della curiosità (che non dobbiamo confondere con la depressione). Come uscire dalla monotona abitudine quotidiana? Sempre a piccoli passi, giorno dopo giorno, iniziamo ad esempio col non comprare il giornale sempre nella stessa edicola, là dove sia possibile percorriamo strade diverse per giungere a destinazione, sovvertiamo magari l’ordine di alcuni soprammobili della casa…
Queste piccole e semplici strategie ci aiutano a rompere il circolo vizioso dell’abitudine dandoci la possibilità di assaporare il cambiamento senza traumi e preparandoci, là dove lo desideriamo, a cambiamenti più significativi come cambiare partner, lavoro, città… ma quel che più conta queste strategie diventano un valido mezzo per creare un’apertura nei nostri orizzonti mentali costretti dall’abitudine ad essere troppo monodirezionali.