Ana Rosa Ferreira Ramos, “Fondamentale riscoprire le capacità e le potenzialità nascoste in ognuno di noi”. Nel mio viaggio di interviste e conoscenze di storie da raccontare, ho avuto modo di incontrare una persona davvero speciale, capace di fare riflettere e lasciare forti messaggi nella propria interiorità E’ Ana Rosa Ferreira Ramos, che di professione è psicologa, psicoterapeuta, psico – oncologa ed è anche parte attiva dell’Associazione torinese “La Città delle Donne”, un centro nato con lo scopo di promuovere il welfare al femminile, prevenendo o contrastando disagi e violenze di varia natura. Nata a Carolina “Il Paradiso delle Acque”, una cittadina nello stato di Maranhao, a Nord – Est del Brasile, Ana Rosa è sesta di nove figli in una famiglia attenta all’educazione e ai valori umani. Così dice di lei Ana Rosa: “Tutto in me racconta le mie origini attraverso la mia pelle scura, in contrasto con il colore degli occhi e i capelli chiari che determinano il mio essere meticcia. Porto dentro di me e la mia anima, qualcosa dei miei avi e della mia terra. Dovunque io vada, porto in me qualcosa che mette in evidenza il mio essere “diversa” nel bene e nel male. Dal Brasile, all’Africa, dall’Africa all’Italia, ho dovuto fare sempre i conti con le mie origini”.
Il suo ingresso nel mondo del lavoro inizia all’età di 16 anni come segretaria in uno studio medico, ma nel corso della sua vita non ha mai tralasciato l’espressione artistica intesa in tutte le sue più disparate forme. Un segnale emblematico che metterà in risalto il suo futuro professionale e umano. Laureata in psicologia all’Università degli Studi del Brasile, Ana Rosa ha lavorato nella segreteria della scienza e tecnologia, svolgendo una ricerca approfondita che ha vissuto personalmente, sulle comunità dei “Quilombos” – le comunità fondate da schiavi africani fuggiti durante il periodo della schiavitù in Brasile – nello Stato del Maranhao. E per completare il suo percorso iniziale di figlia del Brasile sempre attenta e sensibile alla vita sociale, Ana Rosa ha partecipato a varie iniziative socio – educative con particolare riferimento a danza terapia, musicoterapia e teatro. Insomma, come si dice in maniera generalista, “Se questo è il buongiorno, chissà come sarà poi il proseguire tra pomeriggio e sera”. Una frase detta in forma di metafora della vita di Ana Rosa, il cui inizio di cose fatte, già fanno intravedere un futuro particolarmente intenso di passioni, lavoro, sensibilità, prese di coscienza e attenzioni verso le persone che soffrono.
E tutto era evidentemente scritto nel destino di questa ragazza che, partita dal suo amato Brasile, ha proseguito il suo percorso formativo in Africa per poi approdare in Italia e più esattamente a Torino, dove nel 2004 è tornata diverse volte per un periodo di tre mesi. Ha girato l’Italia in lungo e in largo, nonostante avere riscontrato difficoltà a parlare la nostra lingua, ma anche difficoltà ambientali di origine culturale, alimentare e di modus vivendi e operandi diversi dalla sua lontana terra del Brasile. E sullo sfondo di una notevole fatica di adattamento, Anna Rosa non si perde d’animo e con forza porta avanti il suo progetto di arrivare là dove ha sempre sognato di arrivare attraverso la formazione in psicoterapia. E così com’è stato nel suo inizio, Ana Rosa non si ferma, va avanti con il cipiglio di chi avverte che nella vita devi credere in ciò che senti, che credi fortemente. La sua professione di psicologa, infatti, non poteva fare a meno dell’arte come completamento culturale. Così Ana Rosa frequenta un Master di “Teorie e Tecniche della Danza e Arti Performative” realizzato all’Università degli Studi di Torino – Facoltà di Scienze della Formazione – in collaborazione con il Teatro Nuovo per la Danza di Torino. Così la danza, come pure la musica e l’arte in generale, sono stati gli strumenti necessari per comunicare, agevolare le relazioni. Attraverso l’arte, infatti, Ana Rosa ha capito quanto importante sia arrivare alla sublimazione della comunicazione.
“Nella mia esperienza di psicologa ho sempre pensato che lavorare solo con la parola fosse un’opzione decisamente limitata se relazionata ad un universo e ad un campo molto vasto in cui agire”. Tutto questo e tanto altro è quello che ho riscontrato attraverso la mia intervista fatta a Ana Rosa Ferreira Ramos, una storia che conquista per sensibilità in aiuto verso chi soffre e tende a smarrirsi perché ha scoperto una grave malattia, oppure ha subito e subisce violenze e persecuzioni di genere. E’ la vita che ci fa riflettere in coscienza, quanto sia importante non sentirsi mai soli e smarriti tra le ombre oscure del non ritorno. Tutto questo e tanto altro è dato da quello spiraglio di luce e speranza che Ana Rosa Ferreira Ramos venuta dal lontano Brasile, sa dare a chi le chiede aiuto. E non è un caso che, recentemente, Ana Rosa ha avuto un importante riconoscimento attraverso una targa intitolata a lei, quale “Testimone per far crescere le persone per superare i bisogni” consegnatale il 20 novembre 2025 nella Sala Zuccari – del Senato Roma.
E’ Ana Rosa Ferreira Ramos, è l’esempio da seguire!
Salvino Cavallaro

