Anniversario del rapimento di 276 studentesse da Boko Haram: i famigliari non perdono la speranza.

da | Apr 25, 2015 | L'opinione

La strage nel canale di Sicilia e la speranza in Europa. Le donne di Kobane viste dal giovane italiano che ha combattuto al loro fianco, di Paola Ortensi

La notizie, gravi, gravissime, importanti, negative, positive, di cronaca, di politica, di guerre si susseguono con la velocità del vento, riuscire a valutarle considerarle a fermarle talvolta sembra impossibile.
Affermazioni che scrivo pensando come proprio questa settimana l’informazione tutta ci abbia ricordato come il 14 aprile di un anno fa, in Nigeria a Chibok, furono rapite da Boko Haram 276 giovani studentesse e come da allora le madri, le famiglie non hanno perso, per quanto esile, la speranza che siano ritrovate e loro possano riabbracciarle. Per questo s’incontrano e continuano a sollecitare l’attenzione del mondo e a fare manifestazioni in nome della campagna bringbackourgirls che partì immediatamente dopo Il terribile evento il cui l’anniversario, non può essere messo in archivio, anche a fronte degli orrori che in questo anno si sono quotidianamente susseguiti per mano di quella stessa matrice ideologica che rappresenta l’Isis come Boko Haram.
La speranza anche a fronte di sempre più orribili eventi come i presumibili 700 o più annegati nella notte fra sabato e domenica, nel canale di Sicilia, frutto di tanta crudeltà che ne è alla base, non possiamo perderla proprio per rispetto e amore di quei bambini, donne e uomini che cercavano una vita degna di essere vissuta. Ogni vita ha un nome, una storia, rappresenta un universo di aspirazioni e per ogni vita dobbiamo impegnarci e trovare energie per rispondere nel modo adeguato.
Forse è quanto ha cercato di comunicarci Karim Franceschi, il venticinquenne di Senigallia tornato da poco in Italia dopo tre mesi passati a Kobane a combattere con i curdi contro l’Is e che in una delle tante interviste che gli sono state fatte al suo ritorno, alla domanda di cosa gli avesse lasciato quella sua vita di 3 mesi nella città di Kobane oggi liberata, ha risposto: “il significato della determinazione e coraggio. Ho visto donne piccolissime e gracili combattere come leoni, e per questo venivano seguite dagli uomini. Non importa quanto sei grande e forte, conta il cuore”. Questa testimonianza di Karim, un giovane che ci tiene a dire che ha fatto la sua parte e che non si sente nessuno, è una piccola grande voce di speranza ed anche la conferma di quanto già avevamo. Altrettanto esile e determinata la giovane tedesca, Josephine Witt di Femen, riuscita ad entrare a Berlino nella sede della BCE, mentre si svolgeva la conferenza stampa del Presidente Mario Draghi. La giovane, entrata accreditandosi come giornalista, è saltata sul tavolo e ha inondato il Presidente di coriandoli, essendo ovviamente subito fermata, ma riuscendo nel suo intento di far rilevare ad ogni mezzo d’informazione un dissenso alla politica economica della Banca Centrale Europea.

Coriandoli, segni d’allegria, gioco, festa ma in sintesi di quel Carnevale dove le maschere rappresentano il simbolo di finzione e allegro inganno. Al di là del merito della contestazione alla politica di Draghi e quindi della BCE, che personalmente non condivido, a fronte di tanta violenza usata oggi per esprimere dissenso, coriandoli al posto di armi è sicuramente uno scambio da sottoscrivere. Qualunque sia la dimensione di cui ci si occupa – mondiale, europea, italiana – la violenza, per rimanere al tema, sembra divenuta una divinità malvagia che ha sostituito la ragione. L’Is, le guerre, l’odio religioso e comunque sempre un'interpretazione del potere, guarda gli esseri umani, ed in maniera diffusa e privilegiata, in molti luoghi le donne, troppo spesso come briciole da spazzare via. Venendo in Italia, dove ancora questa settimana sono state uccise delle donne, madre e figlia dal marito, due notizie di cronaca mi hanno colpito e ritengo valgano la pena di essere citate per il significato più ampio che comprendono. A Roma fratello e sorella Claudio e Mariastella Giorlandino, eredi di una fortuna in cliniche e laboratori d’analisi, sono saliti agli onori della cronaca per una vicenda davvero incredibile. Lu, fra le altre caratteristiche, ginecologo tra i più noti fra le vip è finito ai domiciliari per aver perseguitato la sorella facendola inseguire, pedinare, tenere sotto controllo; lei e il marito – verrebbe da dire – per farla impazzire e viene da pensare per far ricadere tutto questo sul patrimonio e la sua gestione e proprietà. Circa un anno fa Maria Stella sparì per tre giorni e, ritrovata in stato confusionale in una basilica di Pompei, dai media fu criticamente sospettata di essere “impazzita”.

Oggi la verità che sembra venire fuori la rende vittima insieme al marito di una delle violenze peggiori, che richiamano intrighi ottocenteschi: farla passare per matta. Se tutto risulterà confermato c’è da chiedersi a quale finzione possa essere anche arrivato un ginecologo a cui le donne si affidano per una professionalità che non prevede certo la manipolazione psicologica. A fianco a questi fratelli vale la pena di ricordare un'altra vicenda familiare da altre caratteristiche ma pur sempre legate, diciamo, alla psicologia ma con ben altri risvolti. In Piemonte un padre fugge col bimbo di 14 giorni, approfittando che la mamma, moglie li ha lasciati soli in macchina per fare acquisti. Lui, sapremo dai giornal,i soffre di disturbi psicologici e vuole smettere di prendere le medicine del caso, sappiamo ora che l’incubo è finito e che dopo aver attraversato Francia e Spagna voleva recarsi al santuario di Compostela. La mogli,e una volta che padre e figlio – tenuto benissimo – sono stati rintracciati, dichiara di perdonare il marito, di volergli bene è che è un ottimo padre.

Penso che molte di noi vorrebbero commentare ma forse per rispetto manteniamo il silenzio. Certo non possiamo andare verso le conclusioni di questo “elenco” settimanale senza qualche notizia di donne e politica e forse altro. In Italia la ministra Maria Elena Boschi è in prima fila, impegnata per l’approvazione della legge elettorale, ma non da meno le preoccupazioni della ministra della scuola Giannini, considerando lo sciopero generale delle scuole contro la riforma, annunciato per il 5 di maggio. Intanto la candidata del PD Raffaella PD alle elezioni regionali della Liguria, dopo aver ricevuto un avviso di garanzia relativo al suo ruolo di assessora alla protezione civile in occasione dell’alluvione dell’ottobre del 2014, dichiara che non intende rinunciare alla sua candidatura in quanto ritiene il suo comportamento sia stato in linea con le disposizioni di legge.

Oramai per tante/i di noi è difficile farsi un'opinione, ma è certo che la giustizia ha una tale attività in rapporto alla politica che mantenere salda che la politica sia necessaria, come personalmente ritengo, richiede un gran lavoro: razionalità e guerra alle emozioni. Rivolgendo uno sguardo all’Europa ci auguriamo che la Mogherini, in qualità di “ministra” degli esteri della UE, possa avere una funzione importante nel convincere i partner europei che occuparsi dell’esodo di popolo dall’Africa è diktat Eurupeo e non Italiano. Qui visto il dibattito sulla parola, si rischia complicità in un genocidio, dati i comportamenti dei trafficanti di uomini.

Termino non per mancanza di altre, tante news, ma per non sovraffollare la lettura con due note. Il film 'MIA MADRE' di Moretti che annunciai la scorsa settimana, dopo averlo visto lo consiglio perché è molto bello. Poi, visto quanto ho scritto ultimamente sottolineando la figura della donna madre, non posso non dar notizia della mostra riguardante la storia dell’arte nel segno della madre che sarà visitabile a Parma fino al 26 giugno dal titolo:”Mater: percorsi simbolici della maternità”. Ovviamente se qualcuna/o la visiterà sarà gradita una nota.

ortensipaola@tiscali.it

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