Anuradha Gandhy dirigente del Partito Comunista dell’India

da | Gen 6, 2013 | Interviste/Video

Anuradha Gandhy dirigente del Partito Comunista dell’India (Maoista).
Nell’intervista parla della condizione generale di oppressione, feudale, capitalista, imperialista, patriarcale,che le ragazze e le donne vivono nelle città; ma nello stesso tempo del ruolo delle donne nella guerra popolare.

Da una intervista con Janaki (Anuradha Gandhy) nell´edizione del marzo 2001 di Poru Mahila, l’organo della Krantikari Adivasi Mahila Sanghatan, DandaKaranya.

Anuradha Gandhy, un membro di spicco del Partito Comunista dell’India (Maoista), era al tempo stesso intellettuale e attivista che ha scritto sul movimento delle donne rivoluzionarie in India, movimento da lei organizzato, ha sviluppato la teoria sul rapporto tra movimento delle donne e il movimento dei dalit nel contesto della più complessiva lotta rivoluzionaria, e ha dato molti altri contributi significativi. La sua vita è stata stroncata da una morte prematura a causa di una malattia nel 2008.

Po. Ma: Compagna Janaki, vuoi per prima cosa spiegarci l’oppressione che subiscono le donne di città?

Com. J: Anche se tutte le donne in India subiscono l’oppressione feudale, capitalista, imperialista e patriarcale, ciò avviene in varie forme in diverse aree, urbane e rurali. Le donne della classe operaia e le donne della classe media nelle aree urbane hanno alcuni problemi specifici. In primo luogo, se guardiamo ai problemi all’interno della famiglia, anche nelle aree urbane le donne sono oppresse dalla cultura feudale. Nonostante l’oppressione di questa cultura possa essere meno grave, la maggior parte delle ragazze giovani e le donne non hanno il diritto di prendere decisioni importanti per quanto riguarda la loro vita in famiglia. Le ragazze non sposate sono sotto pressione per sposare un uomo della stessa casta e religione in base alle decisioni della famiglia. Se una ragazza decide di sposare un uomo di sua scelta di un’altra casta o religione, sarà sottoposta ad un sacco di pressione. Dovrà affrontare la dura opposizione della famiglia. Anche se una donna vuole lavorare fuori casa dovrà ottenere il permesso di suo padre, fratello o marito. Persone di alcune caste e religioni (ad esempio i musulmani e Kshatriyas) non vedono con favore che la loro donna faccia questo tipo di lavoro. Così diventa inevitabile per le donne combattere anche per l’indipendenza economica. Inoltre poiché i valori capitalistici si sono ampiamente diffusi anche le relazioni uomo-donna sono diventati commercializzati e le donne si trovano ad affrontare gravi problemi. La dote e gli altri oggetti che si devono dare alla famiglia degli sposi prima e dopo il matrimonio sono diventati un grosso problema per i genitori che hanno dato alla luce ragazze. In aggiunta a questo, era diventato comune a tutte le comunità il fatto di molestare le donne per la dote sia fisicamente che mentalmente. Quando la vita della moglie può essere misurata in denaro e oro ucciderla per questi non è molto difficile. Questa situazione terribile la si può trovare in molte famiglie nelle aree urbane, oggigiorno. Specialmente negli ultimi 25-30 anni l’India può essere divenuta l’unico paese al mondo in cui il nuovo crimine dell´uccisione delle spose bruciandole per la dote è diventato di moda. Una cosa che dobbiamo osservare è che una parte di donne appartenenti alla classe operaia e alle classi medie non ha l’opportunità di uscire e ottenere un posto di lavoro. Tutto il loro tempo è speso nel lavoro di casa e lavorare per la famiglia. Come risultato, esse dipendono dagli altri per la loro vita. Socialmente esse dipendono dai loro mariti. Ecco perché non provano a fare qualcosa in maniera indipendente. Ci sono così tante restrizioni su di loro che impediscono di avventurarsi fuori anche della soglia di casa. E se guardiamo alle donne che si prendono cura degli studi dei loro figli, si vede che è quasi come una macchina. Tutto il suo lavoro ruota attorno al marito, agli studi dei bambini e mandarli a lezione privata.
Le condizioni della classe operaia nelle aree urbane sono pietose. Il motivo principale è la gravità del problema di non avere un posto dove stare. Così i poveri sono costretti a mettere su casa illegalmente in luoghi aperti. Molti di loro costruiscono una capanna sui lati delle strade, dei binari ferroviari e delle fogne (anche sopra le fogne). Nei vicoli stretti e ai lati delle strade centinaia di famiglie vivono con la costruzione di baracche. Non c’è nemmeno un centimetro di spazio per costruire un bagno o un luogo che può essere definito una veranda. Mentre le città si espandono le baraccopoli continuano ad aumentare ai lati delle strade, sui luoghi rocciosi e sulle piccole colline all’interno della città. Non hanno servizi igienici e impianti idrici. Sovraffollamento, ambiente inquinato e mancanza di servizi di base – le donne fanno il loro lavoro affrontando tutti questi problemi. La lotta per l’acqua è una vista comune. In tuguri come questi i prepotenti e le loro molestie sono un altro problema che devono affrontare. Ma soprattutto il problema più grande è la demolizione di questi tuguri da parte delle autorità municipali e del governo con la scusa che sono illegali. Di

solito tocca alle donne a opporsi a queste demolizioni. Perché quando gli ufficiali vengono di giorno con la polizia e i bulldozer sono di solito le donne e i bambini che sono a casa. Il sistema capitalista non riconosce il diritto di avere una casa come un diritto fondamentale.  Le donne nelle aree urbane hanno molte opportunità per uscire di casa e lavorare. Ottengono posti di lavoro in fabbriche, uffici, scuole, ospedali e negozi. Ma in molti posti di lavoro non sono pagate allo stesso modo degli uomini. Oppure gli stipendi sono così bassi che non possono mantenere una famiglia. Molte donne operaie lavorano nel settore delle costruzioni con gli appaltatori. Molte donne lavorano come cameriere. Tutti questi lavori rientrano nel settore non organizzato. Questi non hanno alcuna garanzia di lavoro o di stipendio. In cima a tutto questo esse devono fronteggiare le vessazioni da parte degli appaltatori e degli uomini per i quali lavorano. Ciò avviene in molte forme. Non solo le donne della classe operaia, ma anche le donne istruite della classe media si trovano ad affrontare tali intimidazioni. Le donne sono molestate con tali tattiche di pressione come le minacce di licenziamento, non dare loro lavoro, trasferimento, con annotazioni negative sui loro registri, ecc. Pochissime donne sono in grado di condividere queste cose con gli altri.

Oggi nelle grandi città le industrie elettroniche degli imperialisti si sono imposte su larga scala. Le ragazze sono impiegate in molte di esse. Ma i problemi di maggior lavoro, meno salari e il divieto di organizzazione sono presenti in questi settori. Perciò esse devono lottare anche per il diritto fondamentale di formare sindacati. In passato alcuni settori come la produzione di beedi [piccole sigarette] e incenso era diffusa tra le famiglie. Ora anche molte nuove aziende danno la maggior parte del lavoro da fare a casa. Le casalinghe povere che occupano questi posti di lavoro pensano di poter guadagnare un po´ pur essendo a casa. C’è molto sfruttamento in questo lavoro. Anche se lavorano tutto il giorno con l’aiuto dei loro familiari è difficile per loro guadagnare perfino 20 rupie. La forza lavoro delle donne povere è pagata molto meno. Voglio dire che sono molto sfruttate. Infine, un altro punto è che l’influenza della cultura imperialista è molto grande sulle donne urbane. Non solo sono influenzate dal consumismo, ma ne sono anche vittime. Questo aumenta di giorno in giorno. Invece dei valori umani si dà più importanza alla bellezza e ai prodotti di bellezza. La conseguenza è che vi è un ambiente di insicurezza a causa di atrocità e molestie nelle aree urbane. Le giovani donne si trovano ad affrontare un sentimento di insicurezza ad uscire di casa. Nella vita urbana le donne stanno soffrendo di molti problemi di questo tipo. Ma ci sono poche organizzazioni che lottano contro di essi al momento.

Po.Ma: Raccontaci delle varie tendenze del movimento delle donne.

Com.J: intorno agli anni `80 ci fu uno scoppio spontaneo del movimento delle donne in molte parti del paese, in particolare nelle città. Questo movimento era l’indicazione della crescente consapevolezza democratica e contro la coscienza patriarcale tra le donne. Dopo il movimento Naxalbari diede un duro colpo al sistema semi feudale e semi coloniale dell´India, ci fu uno scoppio dei movimenti della classe operaia e dei movimenti studenteschi e ci fu l’Emergenza e le crisi sociali, economiche epolitiche delle classi dominanti – i movimenti delle donne sono nati su questo sfondo. Anche a livello internazionale c’era l’influenza dei movimenti degli studenti e delle donne. Per lo più gli studenti, le donne della classe media e le professioniste hanno partecipato attivamente a questi movimenti. Al di fuori di questi movimenti spontanei sono nati anche molte piccole e grandi organizzazioni democratiche di donne. Ma negli ultimi 20 anni ci sono stati molti cambiamenti nel movimento delle donne, nel loro carattere politico e in queste organizzazioni. In seguito il movimento di liberazione delle donne dipendente dalle donne della classe media urbana si è diviso in varie correnti politiche e ideologiche. Nei movimenti per le nazionalità, in particolare nella lotta del Kashmir per l´autodeterminazione la partecipazione attiva delle donne è aumentata notevolmente. Le donne stanno giocando un ruolo di primo piano nel denunciare le atrocità inumane della polizia e dell’esercito. Sotto la guida del partito il movimento rivoluzionario delle donne si è sviluppato anche nelle zone rurali, soprattutto nel Dandakaranya e Nord Telengana. Perfino il BJP e RSS hanno riconosciuto la forza delle donne e stanno prestando attenzione alla diffusione di valori sociali decadenti e politica corrotta tra di esse. Molte donne che hanno spontaneamente partecipato ai movimenti contro le uccisioni per la dote, la sati [la pratica di bruciare le vedove insieme ai mariti] e le molestie che attirano l’attenzione della nazione verso tali problemi si erano ritirate dal movimento. Ma molte di loro si sono fatte un nome come ricercatrici e ideologhe sulle questioni femminili sia in India che all’estero. Molte di esse hanno fondato organizzazioni di volontariato (ONG). Ottengono fondi da parte delle agenzie internazionali per gli studi sulle donne e l’emancipazione delle donne.

Ma hanno un punto di vista femminista e una ideologia femminista. Ora sono diventate propagandiste a favore del femminismo, dicendo che dato che il patriarcato è il problema principale delle donne, dobbiamo lottare solo contro il patriarcato. Ma il patriarcato ha le sue radici nella società di classe. In tutte le società esso viene perpetuato dalle classi sfruttatrici, vale a dire dal feudalesimo, dal capitalismo e dall’imperialismo. Così combattere il patriarcato significa lottare contro queste classi sfruttatrici. Ma le femministe questo non lo riconoscono. Esse credono che la condizione della donna in questa società può essere cambiata politicamente facendo pressioni sui governi e solo con la propaganda. In realtà questa corrente femminista oggi rappresenta la prospettiva di classe e gli interessi di classe della borghesia e delle donne alto borghesi del paese.

Le organizzazioni delle donne dei partiti revisionisti come PCI, PCM e

Liberation stanno lavorando attivamente in alcune città. Guidano movimenti

su temi sociali e politici delle donne. Insieme alle questioni di

oppressione delle donne si occupano anche di fare cortei e dharnas

processioni religiose] su problemi come l’aumento dei prezzi, ecc. Sono

diversi dalla corrente femminista, perché non danno importanza solo alle

lotte contro il patriarcato. Ma sono anche organizzazioni completamente

riformiste.

A causa della loro politica revisionista non collegano la liberazione

delle donne con la rivoluzione e stanno lavorando con la convinzione che

cambiando i governi saranno in grado di migliorare le proprie condizioni

all’interno di questo quadro sociale esistente. Per esempio, negli ultimi

2-3 anni hanno concentrato tutte le loro attività nel conquistare il

diritto al 33 per cento dei posti per le donne in parlamento. In realtà la

gente comune ha perso da lungo tempo la fiducia nel sistema parlamentare

corrotto. E’ stato inoltre dimostrato che chiunque venga eletto al

parlamento servirà sempre le classi dominanti sfruttatrici e non lavora

per i diritti delle donne o quelli dei poveri.

Ci sono alcune organizzazioni nelle aree urbane che si stanno adoperando

attivamente basandosi sull’analisi marxista, che vedono le radici dello

sfruttamento e dell’oppressione della donna nella società di classe,

riconoscendo il legame tra la liberazione delle donne e la rivoluzione

sociale. Da circa un decennio lavorano tra la classe operaia, gli studenti

e le donne impiegate. In particolare stanno lavorando molto bene in Andhra

Pradesh e Karnataka. Non solo dirigono i movimenti contro l’oppressione

delle donne e altri problemi, ma fanno anche propaganda su vasta scala tra

le donne sui loro diritti e lo sfruttamento e l’oppressione perpetuata su

di esse.

Un fenomeno allarmante per i movimenti democratici e rivoluzionari delle

donne è la notizia che le forze dell’Hindutva [organizzazioni fasciste]

stanno lavorando anche tra le donne. Cercano di ripristinare vecchi valori

feudali in nome dell’opposizione alla cultura occidentale. In nome della

tradizione indù e Bharat Mata [Madre India] stanno sopprimendo la

crescente consapevolezza delle donne. Non solo, stanno portando tra di

esse la propaganda feroce contro le minoranze religiose. Le stanno anche

addestrando militarmente in nome di Nari Shakthi.

In breve, il movimento delle donne si divide in varie correnti ideologiche

in tutto il paese. Dobbiamo studiare e costruire un forte movimento delle

donne, combattendo contro le tendenze ideologiche sbagliate.

Po.Ma: Ma le persone che ne sono al di fuori quanto conoscono il movimento

delle donne rivoluzionarie? Qual è il suo impatto?

Com.J: il movimento delle donne adivasi emergente nel Dandakaranya

nell’ultimo decennio ha un sacco di rilievo nella storia del movimento

femminile contemporaneo in India. Il vigore e l’iniziativa delle donne del

Kashmir è maggiore che in altre parti del paese. Migliaia di donne stanno

scendendo nelle strade per opporsi alla crudele repressione dell’esercito

e tutti i tipi di atrocità. Dopo l’attivismo politico delle donne del

Kashmir sono le donne adivasi contadine del Dandakaranya che stanno

giocando un ruolo attivo socialmente e politicamente. Sono organizzate su

larga scala in numerosi villaggi. Esse si oppongono alle antiche

tradizioni patriarcali all’interno della società Adivasi Gond.

Esse partecipano alla lotta armata contro il governo sfrutatore e il suo

esercito e nelle campagne politiche. Questa è una grande vittoria del

Krantikari Adivasi Mahila Sanghatan.

Ma è molto triste che molto poco di tutto questo è disponibile al di fuori

sull’estensione del Kams e sulle sue attività. I membri e i simpatizzanti

del PCI(ML) (Guerra Popolare) in altri stati sanno poco. Il partito ha

fatto alcuni sforzi per questo. Il documento scritto per il seminario di

Patna (è stato pubblicato in Telugu e hindi), il libro sulle donne martiri

e alcuni racconti e brevi storie hanno aiutato nella diffusione di esso.

Ma l’informazione su questo rivoluzionario movimento delle donne non sta

andando avanti regolarmente. Anche la vostra rivista ‘Poru Mahila’ è vista

al di fuori molto raramente. E’ necessario pianificare la sua

distribuzione anche al di fuori delle aree del movimento.

Tuttavia anche se ottengono poche informazioni, quelli appartenenti alle

organizzazioni democratiche e rivoluzionarie sono molto entusiaste al

riguardo. Esse sono sempre influenzate dalla determinazione e dal coraggio

dimostrato da parte delle donne adivasi. L’ampia propaganda diffusa circa

il Kams e le sue attività è molto necessaria. Attraverso essa possiamo

dare una giusta risposta alla brutta propaganda governativa sull’approccio

dei partiti rivoluzionari nei confronti della questione femminile.

Po.Ma: Raccontaci la tua esperienza nel DK.

Com. J: Prima di venire nel DK ho letto articoli e relazioni sul movimento

delle donne. Ma non pensavo che fosse così diffuso. Ecco perché sono stata

molto felice di vedere la dimensione di questo movimento. Devo dirti una

cosa. Nelle lezioni insegnate all’università sulle società tribali si dice

che la società Gondi è molto liberale. Ma dopo aver osservato le

popolazioni Muria, Madia e Dorla da vicino ho capito quanto anche la

società tribale fosse patriarcale. Ho capito quanto sia importante

studiare il problema dell’oppressione delle donne in maniera profonda.

Anche se la partecipazione delle donne contadine adivasi nel processo di

produzione è molto alta il patriarcato ha frenato i loro diritti.

Mentre scriveva sul movimento delle donne durante la guerra per la nuova

società democratica in Cina Jack Beldon, lo scrittore e giornalista

americano aveva scritto, ‘Il Partito comunista cinese ha ottenuto la

chiave per la vittoria della rivoluzione. Ha conquistato la parte più

oppressa della società cinese ‘. Quando ho visto il movimento delle donne

in DK queste parole di Beldon mi sono venute subito in mente. In effetti,

dopo la rivoluzione cinese è stato il movimento rivoluzionario in

Dandakaranya che ha dimostrato che dove c’è una guerra di popolo, dove c’è

la lotta armata contro il sistema imperialista, feudale, compradore per la

vittoria della Nuova Rivoluzione Democratica, le donne della classe

operaia partecipano attivamente su larga scala per l’emancipazione di

tutta la società, nonché per la loro emancipazione.

La guerra popolare aveva frantumato le esitazioni delle donne. Essa ha

raddoppiato la loro forza. Ha mostrato il percorso per la liberazione

delle donne. C’è un nesso tra la società semi feudale, semi coloniale e

l’oppressione delle donne. E’ stato dimostrato ancora una volta da questa

vittoria del partito nel DK che il principio marxista che possiamo portare

avanti la lotta contro il patriarcato solo con la lotta per porre fine a

questo sistema è corretto.

Ovunque il partito lavora in modo sistematico, possiamo vedere che la

partecipazione delle donne è maggiore in tutte le attività e movimenti

politici. Nel 1998 a causa delle condizioni di grave carestia nel Sud

Bastar molte donne erano emigrate nell’Andhra Pradesh per il lavoro a

giornata. C’erano anche membri del Kams anche tra di loro. Ma quando

abbiamo chiesto loro di venire agli incontri per l’8 marzo, in un posto in

700 e in un altro in 450 hanno partecipato. Prima di ciò nei raduni contro

le condizioni di carestia avevano partecipato in migliaia. Quando ero lì

le donne venivano reclutate nel PGA su larga scala. In alcuni luoghi il

reclutamento di giovani donne è stato maggiore che per i giovani.

La cosa che mi ha influenzato di più è stato il fatto che le mogli dei

compagni sposati che erano già nelle squadre venivano anch’esse reclutate.

Molte di loro avevano dato anche i loro bambini ai loro parenti e sono

diventate guerrigliere nell’attuale grande guerra popolare per cambiare

questa società. E ho visto molte compagne fermamente con la guerra

popolare, senza guardare indietro, anche se in pochi mesi i loro mariti

erano morti in scontri con la polizia o in qualche altro incidente. In

rottura con i tradizionali, tristi, ristretti confini della famiglia ad

esse piace di più questa nuova vita anche se è piena di pericoli. In tal

modo la loro vita e la loro esistenza acquista significato. Ho visto molti

compagni addestrarsi e assumersi nuove responsabilità.

Costruire unità Kams in ogni villaggio, elezione dei loro comitati,

elezione dei comitati di zona nelle conferenze di zona, inviare membri

dell’unità nei villaggi per le campagne di propaganda, partecipare agli

scioperi generali e ad altre attività di protesta, dando loro

l’addestramento militare – tutte queste sono vittorie di questo movimento.

Ma quello che ho osservato nella mia esperienza è che, poiché i membri

dell’AC sono impegnati senza sosta in vari tipi di responsabilità e a

causa di un certo tipo di lavoro di routine, il lavoro del Kams viene

trascurato. Dobbiamo pensare a nuovi metodi per coinvolgere le donne

anziane dei villaggi. Le donne e i loro figli si trovano ad affrontare una

serie di problemi di salute. Aumentando la loro comprensione in questa

materia e con particolare attenzione al loro benessere si può aumentare il

loro entusiasmo. Dobbiamo aumentare la loro partecipazione alle riunioni a

livello di villaggio. Molte persone pensano al Kams come un’organizzazione

di giovani donne. Ampliare la loro conoscenza ristretta della società è

un’altra sfida per noi.

Vi è anche la necessità di dare speciale formazione sociale e politica

alle donne che sono nelle squadre e nei plotoni. Dobbiamo pianificare la

loro formazione continua delle conoscenze scientifiche per quanto riguarda

i problemi di salute. Anche se ci sono discussioni su questi argomenti,

per mancanza di tempo e a causa dell’essere immersi in vari lavori, queste

vengono posticipate. Siamo in grado di sbarazzarci della loro inferiorità,

dando loro conoscenze scientifiche e facendo loro assorbire ampiamente il

pensiero sociale.

Po.Ma: Qual è il tuo messaggio alle donne che lavorano nelle squadre e nel Kams in DK?

Com.J: Le nostre compagne adivasi in DK stanno costruendo una nuova storia

oggi. Anche se è la zona più arretrata del paese, essa è al primo posto

nel movimento delle donne in corso nel paese. Stanno rispondendo alle armi

della polizia in modo adeguato combattendo alla pari con i compagni uomini

nella lotta armata per liberare questo paese dalla morsa crudele

dell’imperialismo, del feudalesimo e della borghesia compradora. Nei

villaggi si ribellano per i propri diritti di fronte alle minacce e

pressioni degli anziani del villaggio. Esse stanno indebolendo il

patriarcato nella cultura adivasi Gondi.

Anche se si stanno contrapponendo a tali grandi nemici e forze, la

timidezza e il senso di subordinazione, i cui i resti sono ancora

presenti, sono anch’essi i loro grandi nemici che ostacolano il loro

sviluppo. Il complesso di inferiorità viene fuori da questi. Le sue radici

sono molto profonde. Quello che voglio dire ai miei colleghi del Kams è

che dovrebbero aumentare la loro fiducia in se stessi. Devono combattere

contro i nemici che si trovano dentro di sé. Nei prossimi giorni il Kams

dovrà affrontare molte grandi sfide. La repressione dello Stato è già lì.

Oltre a questo, il governo cercherà di mantenere la società e la cultura

Adivasi nell’arretratezza con l’aiuto degli anziani del villaggio e

attraverso i leader adivasi. Diventerà necessario per il Kams affrontarli

politicamente. Allo stesso modo il Kams deve tenersi pronto a portare

avanti la sua comprensione per quanto riguarda la vera liberazione della

donna intervenendo nel movimento delle donne che sta andando avanti nella

forma di varie correnti nel paese. Per affrontare tutte queste sfide le

nostre compagne dovrebbero raggiungere la maturità politica e ideologica e

avere fiducia in se stessi.