di Augusta Amolini
Adesso, che i disinfettanti non costano quanto un Lugana d’annata e le mascherine non sembrano più seguire la quotazione del tartufo bianco, si aggiungono nuovi capitoli alla nostra commedia che di divino non ha proprio nulla. Il saluto é diventato un angolo acuto dove il gomito, puntato come un compasso, misura la distanza anche dall’empatia. Alcuni nella falsa convinzione di indossare il mantello dell’invisibilità di Harry Potter stanno facendo outing, mostrando pubblicamente l’allergia che provano verso il prossimo. Mimetizzati dietro le mascherine fingono di non riconoscere i vicini, evitando quei convenevoli che hanno sempre ritenuto inutili e mostrando l’insofferenza che separa gli amici dai conoscenti come l’olio dall’acqua. Mentre esplode il naturale bisogno di incontrarsi, il timore continua a segregare in casa tanti nonni che rinunciano anche alla visita dei familiari per evitare di esporsi al contagio. Una preoccupazione diffusa anche al supermercato, dove gli sguardi di rimprovero sono più efficaci dei distanziatori e nei locali il nuovo profilo nelle “cortesie per gli ospiti” guarda più alla disinfezione che alla cura del servizio. Allontanati!
Questo è l’imperativo rivolto da una signora all’anziano padre mentre aspettano il loro turno in farmacia. Lontani e divisi, fustigati dall’inquisizione di tanti improvvisati Torquemada, decisi a condannare tutti. In questa primavera posticipata, continuando a temere ogni possibile fonte di contagio, non si può non ripensare a quanti non hanno mostrato la minima comprensione verso la “giovinezza scellerata”. Alcuni avrebbero limitato nel tempo anche gli innamorati che hanno sfidato i precetti sanitari per seguire le regole del cuore. “Baciami ancora” insiste Jovanotti nella sua canzone, esortando a credere che la vita è ancora “un bellissimo spreco di tempo”, quando i sentimenti seguono le loro ragioni e coinvolgono “un amante, o un impegno. Tutto il resto è un rumore lontano, una stella che esplode nel cielo”. Oggi in quel baciami ancora c’è “la ragione del tempo che punisce chi ha le ali e non vola”. Solo chi ha conservato in sé un briciolo di giovinezza avrà declassato l’esuberanza della giovinezza come peccato veniale e, per un attimo tornerà a rinverdire.