DI Linda Laura Sabbadini*
Sono parole forti, importanti quelle che il pre sidente del Consiglio, Mario Draghi, ha pro nunciato ieri sulla situazione delle donne del Paese e del mondo al Women Politica! Lea ders Summit. Ha parlato giustamente della miopia che si nasconde dietro l'esclusione
delle donne dal mondo del lavoro e dai luoghi decisiona
li. È giusto. Avviene nel privato, nel pubblico, nell'eco
nomia e nella politica. Più esclusione delle donne è uguale a minore valorizzazione di talenti. E quindi co me ci ricorda il Fondo monetario internazionale, signifi ca anche meno produttività, perchè la scelta dei talenti avviene in un collettivo più limitato e meno ricco diete rogeneità. È forte la centralità che il premier dichiara di voler dare alla parità di genere nel G20. Una grande spe ranza, ci auguriamo, trasversale a tutti i temi, per la pri ma volta per il G20. E più forte questo intervento di quel lo dell'insediamento, segno che il premier vuole dare una spinta su questo terreno e ciò è un bene non solo per le donne ma per tutto il Paese. Tuttavia ho tre “ma” da evidenziare.
Primo “ma”. Il premier dice: “Vogliamo aiutare le lea der femminili in tutto il mondo a favorire l'emancipazio ne di altre donne”. No, non dovete aiutare le leader a far lo, lo dovete fare voi in prima persona, dovete assumer velo come obiettivo strategico che riguarda la vostra azione quotidiana. Se non riusciremo nell'intento che grandi teste pensanti e di azione strategica come levo stre si diano questo obiettivo non sarà mai possibile rag giungere la parità di genere. Le donne sono fondamenta li nell'aprire la strada ad altre donne, ma il grande cam biamento sarà quando vi renderete conto che è impor tante che lo facciate voi in prima persona, perché questo arricchisce voi, la comunità tutta e rappresenta un balzo reale della nostra democrazia.
Secondo “ma”. Il premier sottolinea la rilevanza di ave
re il numero massimo storico nel Paese di sottosegretarie nel governo. È ovviamente importante, ogni donna che as
sume un ruolo decisionale rilevante per me è una gioia ed
è un avanzamento per tutti. Ma abbiamo poche donne mi nistre e molte sono senza portafoglio. Anche se brave. Dobbiamo andare oltre, dobbiamo osare molto di più. Quindi attenzione alle nomine. Fondamentale è stata
Terzo “ma”. C'è uno scarto troppo grande tra gli inten
ti espressi con forza dal premier e l'esiguità delle risorse dichiarate. Sette miliardi per la parità di genere afferma il presidente del Consiglio. Sette miliardi su 240 miliar di investiti sono neanche il3o/o del totale. Per una situa zione arretratissima dell'Italia su questo fronte. Pochi
eloquenti numeri. Siamo penultimi per occupazione femminile in Europa. Siamo intorno al 48%, l'obiettivo europeo era il 60% per il 2010, la Germania supera il 70%, e così il Regno unito e non parliamo dei Paesi nor dici. Per le donne da 25 a 34 anni siamo ultimi in Euro pa. Il problema è gravissimo al Sud, ma non pensate che al Nord brilliamo, neanche la Lombardia e il Veneto han no raggiunto l'obiettivo europeo del 60% che risaliva al 2010. E sono passati 11anni. In 6 anni arriveremo a una copertura di bimbi al nido pari al33o/o, con 17anni di ri tardo rispetto all'obiettivo europeo. Se 7 sono i miliardi investiti non c'è da gioire, c'è da preoccuparsi, perché la parità di genere è palesemente sottofinanziata, tanto più perché questa esigua cifra dovrebbe servire a pro muoverla trasversalmente a tutte le aree. Dal digitale al la transizione ecologica.
Se davvero si crede nella potenzialità delle donne ita liane bisogna avere il coraggio di investire quote impor tanti del bilancio ordinario sulle infrastrutture sociali, le politiche attive del lavoro, la formazione. Il Pnrr pos siamo interpretar lo come un primo passo. Saranno gli at ti successivi a dirci quanto questo governo scommetterà davvero sulle donne di questo Paese.
*Direttora centrale Istat. Le opinioni
qui espresse sono esclusiva responsabilità dell'autrice e non impegnano l'Istat-
La Stampa, 22 giugno 2021