Calendario Pirelli: un fermo immagine di donna

da | Dic 1, 2022 | L'impertinente

Giorni fa è’ stato presentato il nuovo calendario Pirelli per il 2023.
Il soggetto? Donne. Chi? attrici, modelle “influencer”. Luogo? di sogno. Contenuto? corpi. Abbigliamento? praticamente inesistente. Il fotografo? Emma Summerton.
Cosa ha di nuovo questo calendario che indica il 2023 nella conta dei giorni e dei mesi in esso contenuti?

Nonostante  qualità, grafica, fotografia, che sono sicuramente superiori a quelli del passato, il messaggio che trasmette è lo stesso. Nonostante che lo si presenti come l’opera fotografica più raffinata e all’avanguardia che solo Pirelli può fare (e pagare), il contenuto non è molto diverso da quello dei calendari erotici che si sono avvicendati da più di cento anni: femmine, provocanti, poco vestite.
Concettualmente simile a quelli che lo hanno preceduto, di carta scadente ma di uguale godimento per chi li esponeva, li conservava, li nascondeva dentro le ante di piccoli armadi, appiccicati sugli sportelli dei camion, nei bagni per uomini, nelle caserme.
Modelle procaci, ammiccanti e sorridenti incorporate al logo aziendale, alla merce da vendere, al richiamo per l’arruolamento.
Forse perché per sopportare che il tempo passi, accorci la vita, definisca la storia, lo si può esorcizzare anche attraverso le promesse di un calendario. E cosa c’è di più promettente, stimolante, invitante,  seducente,  stuzzicante e  lusingante di corpi di donne, esclusivi e irraggiungibili .
Con buona pace di chi sostiene che gli stereotipi di genere devono essere abbattuti.

Il fenomeno delle “Pin Up” o delle italiche “signorine grandi firme” di ieri, le modelle e le influencer di oggi, hanno sdoganato l’apparire come professione innovativa, per la quale non serve applicarsi nello studio, solo possedere requisiti estetici.
In questo giro d’affari, d’interesse, forse anche di abuso, le donne, nel bene o nel male, ne sono diventate protagoniste.
Così come l’adeguamento, l’accettazione, la partecipazione attiva alla realizzazione di questi stereotipi che hanno condizionato lo sviluppo di una diversa cultura le rendono in parte corresponsabili. Una trasgressione consapevolmente accettata per abbreviare la via del successo.
Quello concesso anche a nomi prestigiosi, come Marilyn Monroe e molte altre attrici famose.

Per tornare al calendario Pirelli, l’Azienda che da sempre ha rappresentato una società opulenta,  ha continuato a seguire la metodologia iniziale di prodotto atipico, di tiratura limitata, un’offerta per pochi fortunati e selezionati clienti a cui inviarlo gratuitamente. Per questo le sue immagini sono state sempre ricercate, fino a divenirne oggetto di collezionismo.
La partecipazione alla realizzazione di questo prodotto è sempre stato il raggiungimento di fama internazionale e di distinzione artistica, per fotografi e soggetti.
Un calendario che, nel tempo, più che segnare giorni e mesi è diventato testimone dei tempi, attraverso fenomeni estetici.
E d’altronde, per sua storia e tradizione ma anche per mancanza di un cambiamento collettivo, non poteva che rimanere specchio di una cultura che stenta a trasformarsi.

Un cambiamento che non è riuscita a proporre nemmeno la Summerton. Guardando le immagini del calendario viene da interrogarsi su come si sia avvicinata, in questi ritratti di donne. Soprattutto rispetto all’idea (forse sbagliata) che una donna possieda una visione diversa del mondo, della cultura, delle opportunità, del suo genere, si se stessa.
Come le ha immaginate, queste donne, lo spiega proprio lei, domandosi e rispondendosi:

“Chi è la donna delle mie immagini? Da dove viene? Come ama? Cosa la muove? Come si immagina in questo mondo? Nei miei scatti il confine tra il ruolo che le modelle interpretano e quello che realmente sono non è definito e il tutto si fonde in un realismo magico”.

28 scatti, due per ognuna delle 14 modelle ritratte che con le parole della fotografa australiana non hanno, solo il valore aggiunto di possedere una bellezza straordinaria ma sono state scelte anche per tutte le doti altre che esse posseggono e che conducono l’osservatore in una “dimensione onirica, suggestiva, dove arte e natura si integrano alla perfezione”. :

La Modella, attrice e musicista  che emerge sempre trionfante dal suo fantastico mondo interiore;  l’Esperta di tecnologia che ama insegnare coding in un futuristico paesaggio di realtà virtuale, quella che di sé solo quanto vuole che si sappia;  l’Attivista che risplende su un divano con un’armatura scolpita, guardando la fotocamera come a sfidarla; l’Atleta ripresa in un paesaggio arido, quasi lunare, come una regina aliena, pronta alla battaglia;  la Cacciatrice di Sogni che incarna la storia poetica della sua vita di riscossa;  la Regina la cui compostezza e il cui contegno regale nascondono lotte interiori portate con l’eleganza di Nefertiti;  la Veggente, l’anima giovane ma allo stesso tempo antica che è tutt’uno con la terra, mentre impartisce saggezza dal suo giardino magico; la Scrittrice rappresentata con i due lati del suo viso riflessi in uno specchio, come a chiedere ‘quale pensi che io sia veramente?’;  la Musicista i cui testi sono ispirati da un corvo, ritratta in un’ambientazione bohémienne;  la Narratrice i cui mondi raccontano il suo viaggio e che lei traduce usando tutti i mezzi, compreso il cinema;  la Saggia dipinta nella sua innata serenità e gentilezza che prende vita come un sogno.I

La domanda d’obbligo è: può una donna interpretare diversamente le “colleghe di genere” in un calendario prevalentemente rivolto agli uomini? No, se si deve attenere ad un progetto contrattuale.
Avrebbe dovuto rifiutare? No, se per professione si deve attenere a delle regole. Avrebbe dovuto battersi per cambiare le regole del gioco? No, salvo perdere il raggiungimento di fama e ricchezza.
Ed allora come sarà possibile che una donna si sottragga a regole d’ingaggio “universali” per non venire meno alla speranza di un cambiamento che la sottragga all’obbedienza agli stereotipi che non la rendono libera di scegliere?

Il comunicato stampa dell’Azienda ha sostenuto che il calendario dovrebbe ispirare le altre donne.
Peccato che il calendario Pirelli sia stampato in edizione limitata, lo avrebbero potuto diffondere nei supermercati o qualsiasi altro luogo in cui si affollano le donne. Forse compiendo un’opera d’arte innovativa quanto rivoluzionaria.
Perché non basta un’arpa in mano per fare musica.