Il momento di congiuntura economica e di crisi dei valori non ha certo favorito la mentalità delle pari opportunità, in generale, ma ha solo sovraccaricato le donne di più lavoro, più fatica e quindi anche di meno energie
A Chantal Certan, Segretaria di ALPE, vicesindaco nel Comune di Saint-Christophe, ma anche insegnante, moglie, madre, con tante passioni sciatrice, pittrice, cuoca con orto annesso e tanto altro chiediamo come faccia a coniugare il suo straordinario impegno di amministratrice pubblica con il suo privato.
Mi sono avvicinata alla politica attiva nel 2000 dando una mano come amministratrice comunale a Saint-Christophe occupandomi in particolare dell'allora neonata biblioteca, tutta da impostare e sviluppare. Penso di aver sempre sentito parlare a casa dalla mia mamma, insegnante e il mio papà, falegname, di Politica, ideali, identità, valori, ricchezza linguistica, ma anche manualità, arte…e ho poi continuato a curare questi elementi anche nella mia famiglia, con mio marito ed i miei due ragazzi.
Le mie tante e svariate passioni, a cui da quando mi occupo di politica devo un po' rinunciare, credo che siano il sale che danno sapore alla mia vita, curate e cresciute negli anni, quelle che mi permettono di assaporare anche tutta la quotidianità della vita. Le attività manuali, la lettura e lo sport, sono elementi essenziali per me, che cerco di mantenere, perché danno praticità, senso e coerenza anche alle mie idee politiche e alla mia attività politica.
Credo che la politica in generale, nella sua quotidianità, sia un po' sterile e a volte “sterilizza ” (in senso metaforico un po’) chi la pratica, facendo perdere i veri valori della vita, facendo credere che tutto ruoti attorno a riunioni, incontri e strategie, mentre il tempo deve essere fatto anche di momenti di studio, riflessione, progettazione per dare risultati utili alla comunità.
L'impegno di Consigliere regionale per me ed i miei colleghi del Gruppo ALPE, che lo svolgiamo con serietà e dedizione, è un impegno enorme, fatto di lavoro incessante, spesso senza orari.
Riesco a conciliare il tutto, facendo come fanno tutte le donne lavoratrici: organizzandomi, (sveglia presto, programmazione giornata) e affidandomi al sostegno e all' aiuto di mio marito e dei miei due figli che “fanno” anche loro quando io non ci sono o finiscono quanto io ho iniziato.
In occasione del prossimo incontro sui temi di ” Donne, economia e territori” promosso dagli Stati Generali delle Donne in collaborazione con il Mise, si affronteranno temi importanti che riguardano un diverso modo di fare politica e di progettare il territorio, una nuova economia di esso.
Ritiene che quest’incontro possa costituire realmente una base, non solo di discussione ma di costruzione per un futuro impegno delle donne impegnate sui territori?
Il modo diverso di fare politica sarebbe non solo auspicabile, ma sarebbe necessario che prendesse forma, ma sono un pò pessimista, vedo e vivo dinamiche ancora troppo legate al ” passato” che non portano a nulla di concreto. (Politica ancora molto basata su “sfide” maschili)
Il lavoro fatto con gli Stati generali delle donne è stato inizialmente soprattutto un lavoro di costruzione di rete, di legami, e queste relazioni penso siano davvero essenziali per poter progettare il futuro delle nostre comunità. Nello stesso modo credo che per svilupparle sia fondamentale conoscerle, conoscerne ogni storia, far prendere loro forma attraverso la vera vita vissuta, il confronto, la messa in relazione.
Penso che sia questo il lavoro più importante, dopo, se vi sono solide relazioni e conoscenze, si può impostare un lavoro più pratico che porta anche risultati economici e di prospettiva
La Valle d’Aosta, è una regione che dispone di ricchezze territoriali-culturali molto ampie. E’ possibile che, gestite nell’interesse di tutta la comunità, possano offrire maggiore valorizzazione di competenze e pari opportunità anche alle donne?
La mia Regione è ancora straordinariamente viva da un punto di vista di peculiarità linguistiche, gastronomiche, culturali, agricole, paesaggistiche, ma a mio avviso l'omologazione, il consumismo, l'adeguamento a “standard” insensati che non possono essere praticati perché privi di senso e di “dialogo” con il territorio, l' hanno molto impoverita.
Anche la scarsa trasparenza e il modo clientelare con la quale (chi era al governo in questi ultimi anni nella mia regione) ha spesso governato e l'incompetenza amministrativa che spesso ne ha derivato, hanno impoverito il nostro tessuto sociale. fanno parte anche queste di omologazioni a pratiche di adeguamento, che impoveriscono e non sviluppano
Il momento di congiuntura economica e di crisi dei valori non ha certo favorito la mentalità delle pari opportunità, in generale, ma ha solo sovraccaricato le donne di più lavoro, più fatica e quindi anche di meno energie.
Le donne hanno sempre contribuito all’economia del proprio paese, specie nei momenti di forti crisi esse sono state l’ago positivo della bilancia. In Valle d’Aosta l’economia è legata in particolare alla montagna e alle sue ricchezze, penso in particolare ai settori della ricezione e del ristoro. Le donne possono essere portatrici di buone prassi per promuoverne lo sviluppo? Creare nuove forme di attività? Come fare fronte ai grandi cambiamenti ambientali?
Le donne valdostane hanno sempre contribuito all'economia come in ogni società agro-pastorale in modo fondamentale, sempre lavorato!
Oggi, anche grazie ad alcune visioni lungimiranti e a sostegni economici importanti le donne valdostane sono inserite in molti settori dell'agricoltura (fattorie didattiche, agriturismi…, attività ortofrutticole, di erbe officinali e cosmetici) organizzate in piccole cooperative artigiane, imprenditrici che hanno saputo diversificare e conciliare l' offerta e non sono più solo occupate nel terziario.
Non è facile mantenere queste attività e svilupparle, senza un'organizzazione anche turistica migliore e mezzi di comunicazione performanti.
Purtroppo, ancora oggi, le donne sono discriminate sul lavoro specialmente per quanto riguarda la maternità; non viene loro riconosciuto né merito e né professionalità; i servizi rivolti ad esse, che consentano una reale conciliazione tra attività professionale e familiare sono insufficienti. Esiste la necessità di ripensare i ruoli, di fondare una nuova cultura della famiglia e, altresì della buona politica basate sul concetto di parità. Quali sono le resistenze che lei incontra o ha incontrato, nella società e nella politica per realizzare questo progetto?
Parto dalle resistenze… Credo l'ignoranza, che spesso viene alimentata, con chiusura e poca condivisione perché favorisce e mantiene la vecchia politica ed i vecchi schemi.
Le famiglie nella fascia tra i 30 e i 50 anni, si sono trovati di colpo schiacciati tra i problemi che una concezione nuova di famiglia ha portato (non più patriarcale ma mononucleare) con asili nido molto costosi, micro comunità sempre meno accessibili e un'organizzazione della società individualistica, basata su ritmi e standard che impiccano con la necessità/ obbligo di lavorare. Credo che i nonni, qualsiasi nonna o nonno, valgano il doppio dell'asilo nido, anche del migliore. Credo che i nipotini per i nonni valgano molto di più di tanti medicinali, entrambi meno costosi. Occorre rimettere in comunicazione le diverse generazioni, creare dialogo attraverso attività che abbiano senso( orto, cucina, computer..)
A mio avviso solo una restaurazione dei concetti di Comunità e sussidiarietà, che sicuramente le donne possono favorire, potrà salvare le nostre prossime generazioni. Tale visione non deve essere di rinuncia ma di mutuale aiuto, visione che a mio avviso rinforza tutti e previene da tante solitudini.
Non crede che un’ effettiva parità si potrà raggiungere solo quando il concetto0 di “parità di genere” sarà completamente integrato nella vita civile, a tutti i livelli: politica, economia, società, cultura?
Certo, dobbiamo lavorare ancora tanto!
La concretezza con cui si deve misurare necessariamente chi ha responsabilità di governo territoriale con cosa si misura in questo particolare momento? Quali sono le indicazioni che si sentirebbe di dare o porterà all’attenzione di questo incontro romano?
Semplificare il più possibile i progetti con il buon senso ma renderli il più operativi ed immediati, utilizzabili, copiabili, per aiutare e permettere far crescere le donne che vogliono investire nel territorio.
Servono risorse per attività sul territorio, anche diversificate e con tempi e controlli conciliabili.
Occorre la presenza di uomini anche nelle attività degli Stati generali delle donne, il dialogo e il nuovo, l'aiuto reciproco avanzano con tutti gli attori.