«La questione femminile si affronta correttamente nella misura in cui si assume la consapevolezza che si tratta di una grande questione sociale per la cui soluzione è necessaria una lotta dura e tenace di tutte le forze politiche e sociali».
Queste parole, che ci appaiono di grande attualità, sono state pronunciate da Barbara Merloni nella Conferenza nazionale di Organizzazione del Partito Socialista Italiano che si tenne dal 6 al 9 febbraio 1975. E sono riportate nel volume di Marta Ajò “La donna nel socialismo italiano (1892-1978)”, ripubblicato nel 2022 con KKIEN Publishing International con un’introduzione della storica Simona Colarizi.
Nella presentazione alla nuova edizione l’autrice mette in evidenza il ruolo cruciale per la nostra società svolto dalle socialiste italiane: “Quello che emerge dal loro operato è un’azione tesa a rappresentare una fusione tra libertà individuale e principio di uguaglianza, di equità di diritti. Le socialiste scelsero la politica dei valori, della solidarietà fra pari, senza mai dimenticare i valori della cultura femminile e femminista cui ancora oggi si fa riferimento”.
Il libro è articolato in tre sezioni, che ripercorrono quasi un secolo della nostra storia:
• dalla nascita del partito Socialista all’avvento del fascismo (1892-1925)
• dal fascismo alla resistenza (1926-1945)
• dalla liberazione ai nostri giorni (1945-1978).
Ogni momento storico viene reso vivo attraverso preziose testimonianze: dalle parole delle donne socialiste impegnate in prima linea, tra cui Anna Kuliscioff, alle storie femminili di resistenza durante il secondo conflitto mondiale.
Quello che mi ha colpito di più in questa lettura è stato scoprire da una parte quanto le donne socialiste italiane siano state lungimiranti e si siano impegnate per mettere la questione femminile al centro dell’attenzione politica, dall’altra quanto siano state ostacolate dagli uomini del loro partito.
Questa storia si è ripetuta troppo spesso nel nostro Paese… È ora di cambiare!