Chieti. “La doppia pena delle donne in carcere”,

da | Mag 12, 2025 | Testimonianze e contributi

Interessante incontro nei giorni scorsi alla Sala Consiliare della Provincia di Chieti sul delicato tema della detenzione femminile negli Istituti di pena, con il Patrocinio di Provincia e Comune, Consiglio degli Ordini degli avvocati di Chieti e dell’Università “d’Annunzio” con la compartecipazione dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo. La condizione carceraria è una delle più dolorose piaghe del nostro Paese. Sovraffollamento, esiguità del personale di custodia, strutture fatiscenti, tutti elementi che sono costate all’Italia una lunga serie di ammonimenti da parte di organizzazioni di diritto civile e Unione Europea.

In questo difficile contesto ancora più drammatica la situazione per le detenute che non costituiscono una percentuale elevata, ma che, a maggior ragione, sono costrette a scontare le proprie pene in un contesto tutto al maschile come racconta Claudio Bottan, ex detenuto e vice direttore della rivista “Le Voci di dentro”: “Celle anguste dove si fa fatica, pefino, ad avere una dignitosa cura della persona sotto il profilo dell’igiene, spesso non si ha nemmeno la possibilità di utilizzare un water o un bidet perché ci sono solo bagni turchi. C’è poi il tema delld etenute mamme, al momento in Italia, pensate, ci sono 21 bambini che vivono con le loro madri dietro le sbarre. Si era pensato a soluzioni detentive alternative ma con la riforma recente praticamente non è più possibile.”

“In Abruzzo sono un centinaio le detenute tra Chieti, Teramo e Pescara – spiega Francesco Lo Piccolo direttore della rivista “Le Voci di Dentro” – fortunatamente non si registra la presenza di bambini, ma non ci sarebbero nemmeno le minime condizioni per accoglierli. È necessario rivedere da zero la condizione detentiva per le donne costrette a vivere in prigioni per uomini”. “Le misure detentive alternative per le donne o le donne madri sono previste con forme specifiche di tutela – spiega Gianmarco Cifaldi docente presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche e Sociologia dell’Università “d’Annunzio” di Chieti – tuttavia, nel quadro generale di un sistema carcerario in Italia non proprio all’avanguardia quella delle donne in carcere è un problema nel problema”.

All’incontro è intervenuta anche Monia Scalera, Garante dei detenuti per la Regione Abruzzo, che ha colto l’occasione per fare il punto sulla vicenda della detenuta 42enne deceduta nei giorni scorsi a Teramo: “Vengo da un sopralluogo nel carcere di Castrogno insieme alla Garante nazionale dei detenuti – dice la Scalera – ho avuto un lungo colloquio con il personale sanitario, ci sono delle indagini in corso e sono convinta che sarà fatta piena luce su quanto accaduto. A non resta che mantenere alta la guardia affinché episodi come questo non accadano mai più”.

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