Claudia Sheinbaum, Messico

da | Dic 11, 2018 | Donne dal mondo

La sindaca di Città del Messico sfida machismo e narcotraffico, di Linda Laura Sabbadini

Claudia Sheinbaum è diventata prima cittadina difendendo i diritti civili delle minoranze indios e degli omosessuali. Laureata in Fisica ha preso un dottorato in Ingegneria energetica specializzandosi in cambiamenti climatici.

Un evento straordinario è avvenuto a Città del Messico: si è insediata, dopo aver vinto a luglio, la prima sindaca donna nella più grande città del Sud America, Claudia Sheinbaum. Segno che la rivoluzione per i diritti delle donne dagli Stati Uniti passa il Rio Grande e contagia il Sud. Dopo il metoo, dopo l’onda rosa multietnica delle elezioni americane, le donne del Sud America avanzano e potranno mostrare concretamente nell’azione e nella pratica la loro forza.

Il valore di questo evento è grande perché ciò avviene nel Paese dei narcos, in un Paese tradizionalmente «machista», con alti livelli di criminalità e di violenza contro le donne, caratterizzato da «una mentalità patriarcale e misogina» come afferma un rapporto di «Un women». «La violenza è perpetrata per conservare e riprodurre la sottomissione e subordinazione delle donne basata sui rapporti di potere» continua il rapporto. Di violenza ce n’è e tanta. 4,6 femminicidi ogni 100 mila donne, 2570 nel 2017 per di più raddoppiati in 4 anni, più di 52 mila dal 1985 come denuncia l’Onu. Una vera e propria strage impunita di donne che erode la fiducia tra i cittadini e le istituzioni e mina profondamente la resilienza, la possibilità di reagire e rigenerarsi.

Città del Messico è considerata da una indagine Reuters come la quarta città del mondo come livello di insicurezza delle donne. Ma c’è un altro elemento che va sottolineato. Claudia Sheinbaum, è una donna di eccezione. È una scienziata, laureata in Fisica nell’Università di Città del Messico, dove ha preso il dottorato in Ingegneria Energetica, è membro dell’Accademia delle Scienze messicana. Ambientalista, si è specializzata in cambiamenti climatici, ha collaborato con l’Onu su questo, e ha fatto parte del Panel Intergovernativo sul cambiamento climatico che nel 2007 ottenne il Premio Nobel della Pace. Suo nonno paterno era originario della Lituania, scappato da lì per le persecuzioni contro gli ebrei negli Anni 20. Sua mamma, anche lei ebrea, era originaria della Bulgaria e scappò in Messico durante la Seconda guerra mondiale. Ambedue i genitori lavoravano in campo scientifico e parteciparono ai movimenti del ’68 in Messico. Fin da giovane è sempre stata sensibile alle istanze femminili, e ai diritti delle minoranze, e si è impegnata in prima persona nei movimenti studenteschi. È una esponente importante della sinistra messicana fin da giovane. Il segreto della sua vittoria risiede proprio qui: sintetizza altissima competenza con forte legame con la società civile. E questa sintesi potrà aiutarla molto nella realizzazione del suo programma.

Basta vedere i componenti della sua squadra per la campagna elettorale per capirlo: rappresentanti della società civile e dei movimenti delle donne, delle persone Lgbt, degli indios, degli ambientalisti, dei lavoratori, delle imprese, insieme ad accademici ed esperti di altissimo livello delle diverse materie. Il tentativo è quello di praticare la «buona politica», come lei la chiama. E la battaglia contro la criminalità e per la sicurezza è stata centrale e sarà centrale nella sua azione, ma sempre insieme ad un approccio di estensione, e non limitazione dei diritti. «Anche se vedete una scienziata magra non pensiate che non sarò forte nella lotta al crimine» ripeteva durante la campagna elettorale. I messicani le hanno dato fiducia e dato credito al suo messaggio, «verso una città innovativa, sicura, dei diritti e della prosperità condivisa». Ma la Sheinbaum inspira fiducia perché riesce a coniugare gli obiettivi dettati dalla sua passione civile con la competenza, l’efficienza manageriale e la concertazione con i migliori esperti dei diversi settori, da lei coordinati con una forte spinta motivazionale. Una dote questa spiccatamente femminile, che si è fatta tratto distintivo del Dna delle donne, e che dovrebbe essere valorizzata e promossa dappertutto, soprattutto nella gestione del governo e della cosa pubblica.

LINDA LAURA SABBADINI

10/12/2018, CITTÀ DEL MESSICO

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