di Linda Laura Sabbadini*
Donne. Protagoniste globali del presente,artefici del futuro. Hanno dato e danno tanto. Ma, purtroppo, nel nostro Paese, il procedere “naturale” delle cose le priva di opportunità. Oggi, 8 marzo, no proclami. Impegni. E un dovere morale e costituzionale di chi governa.
Nel mondo protagoniste di battaglie di libertà, di difesa della terra. Leader in posti chiave del potere,combattenti contro l'epidemia in sanità e nella ricerca, normali tessitrici di coesione sociale. Quanta energia creativa femminile, quanta forza sprigionata per la libertà, negli ultimi due anni.
Affascinante la dolce ventiduenne sudanese vestita di bianco, come una regina nubiana, che incitava alla rivolta contro il dittatore Omar Al
Bashir. Declamando versi di un poema rivoluzionario. Commoventi, le donne bielorusse,
vestite di bianco anche loro, che sfilavano per le strade di Minsk contro il dittatore Lukashenko,insieme con la loro leader Svetlana Tikhanovskaya, 38 anni. Tante e combattive le donne polacche e argentine che lottavano per sconfiggere la piaga dell'aborto clandestino e per i diritti delle donne. Emozionanti e iovanissime
Greta Thunberg in Svezia, Ridhima Pandey in India, Alexandria Villaseñor negli Stati Uniti, e tante, tante altre, alla testa di un movimento globale di giovanissimi che ha invaso il mondo in difesa del pianeta e del loro futuro.
Esempi potenti, visibili, ineccepibili, simbolici.
Tutti parte di una grande energia femminile sprigionata per la libertà e il benessere di tutti. Anche al potere. Banca europea, governo finlandese e neozelandese, Commissione europea,vicepresidenza e ministero del Tesoro degli Stati
Uniti. Tutti guidati da donne.
Neanche la pandemia ha fermato la forza delle donne. Al contrario. Le donne sono state un vero pilastro nella battaglia contro il Covid.Maggioranza del personale sanitario. In prima linea nella ricerca sul virus. Più presenti nei lavori
esposti al rischio di contagio. Si reinventano come insegnanti, e come madri e figlie nella cura dei propri cari, accrescendo il loro ruolo di tessitrici di
relazioni, di curatrici dell'anima. Smart working.
Grande protagonismo femminile nella normalità di dare più del massimo nella straordinarietà,anche nel nostro Paese.
Ora la parola è a voi che governate. In Italia il 70% della grave caduta di occupazione è femminile. Il part time non voluto è il doppio dell'Europa. La precarietà è più diffusa che tra gli uomini. Solo il 12% dei bimbi va a un nido pubblico. Se non si agisce ora con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, quando?
Bisogna mettere mano al sovraccarico di lavoro di cura sulle spalle delle donne. Bisogna redistribuirlo nella società tramite i servizi e nella coppia con politiche che favoriscano il coinvolgimento dei padri. Trasformare gran parte del lavoro familiare non retribuito in lavoro retribuito. Intervento massiccio sui servizi educativi per l'infanzia (60% di bimbi ai nidi), grosso investimento nel welfare di prossimità per anziani e disabili con domiciliarizzazione della cura, raggiungimento dei limiti fissati dalla Convenzione di Istanbul per le case rifugio e i centri antiviolenza. Piano straordinario per l'imprenditoria femminile, non briciole come nel piano precedente. Abbattimento delle barriere all'ingresso delle donne nei settori a predominanza maschile.
Non sprechiamo danaro in misure frammentate o di cui non è certo l'impatto sull'occupazione femminile. E poi puntiamo decisamente sul potere alle donne nelle aziende, nelle amministrazioni pubbliche, in tutto il Paese. Il governo può farlo! Imponiamo come donne uno stile di leadership nuovo che trasformi il modo di gestire il potere. Oggi ilrover cattura immagini di Marte anche grazie al lavoro di donne. Facciamo in modo che quando i nostri nipoti guarderanno quelle su Nettuno, e oltre, la differenza di genere, i privilege di genere, siano ricordati come una imperfezione della storia umana, ai suoi albori.
*Linda Laura Sabbadini è direttora centrale !stat. Le opinioni qui espresse sono esclusiva responsabilità dell'autrice e non impegnano l'Jstat
La Repubblica 8, marzo 2021 – RIPRODUZIONE RISERVATA