Commette ingiuria chi dà a una donna della “nave scuola”

da | Set 17, 2014 | Anno 2014

Il delitto è punito con il carcere fino a sei mesi o con una multa fino a 516 euro – Sentenza dell'11 settembre 2014

 

Orientamento: nuovo Consulta massima e sentenza relative all'articolo Attenzione a dire a una donna che è una “nave scuola”; può costare caro.
La Cassazione è chiara in tal senso: commette ingiuria chi si rivolge a una donna usando questo epiteto offensivo. Questo il senso della sentenza n. 37506, depositata oggi dalla quinta sezione penale. Il Tribunale di Messina riformava parzialmente la sentenza del giudice di pace, appellata dall'odierno ricorrente, ritenuto responsabile del reato previsto dall'articolo 594 c.p. (ingiuria), rideterminando la pena in 450 euro di multa.
All'imputato veniva contestato di aver rivolto alla ex moglie epiteti offensivi in più occasioni (“sei una nave scuola…hai sempre avuto amanti”). L'imputato, attraverso il suo difensore, decideva di ricorrere in Cassazione, affermando che nella specie ricorreva l'esimente dello stato d'ira causato dal fatto ingiusto altrui.

La Cassazione, però, non fa sconti: il ricorso è inammissibile. La sentenza si deve ritenere, ad avviso dei giudici del Palazzaccio, dotata di congrua motivazione in ordine alla enunciazione delle prove desunte da dichiarazioni della persona offesa dal reato, evidenziando che il reato d'ingiuria presuppone il dolo generico, e che nella specie, i termini rivolti dall'imputato alla ex moglie si rivelavano chiaramente offensivi secondo l'apprezzamento della generalità dei consociati.
Inoltre, la decisione sul mancato riconoscimento dell'esimente prevista dall'articolo 599 c.p. non si ritiene censurabile, sia perché i presupposti di tale esimente vanno valutati dal giudice secondo il potere discrezionale, sia perché la difesa non risulta avere specificato, nell'atto d'impugnazione, la richiesta di applicazione di tale esimente e il comportamento manifestato dalla persona offesa qualificabile come fatto ingiusto nei confronti dell'imputato. La Suprema corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna l'imputato a pagare le spese di processo.