A ben guardare tutti gli articoli, i commenti dei “soliti”, la sfida tra Renata Polverini ed Emma Bonino alle elezioni regionali per la presidenza del Lazio non si dovrebbe trasformare in un combattimento tra galli, come a qualcuno piacerebbe.
Ma a ben leggere, si fa anche capire che non è un riconoscimento di genere ma che si prende atto (malgrée tout) delle loro votabilità.
Peccato che le donne abbiano quella sensibilità in più e l’occhio lungo, come dicevano le nostre mamme e nonne, per capire che quella delle due che vincerà, lo dovrà solamente alla propria capacità, alla propria storia e alla propria immagine personale.
Perché diciamo la verità: se entrambi gli schieramenti politici non avessero voluto appropriarsi del governo della regione, se non avessero voluto mostrare la forza che possono mettere in campo e quindi contarsi avrebbero sicuramente trovato candidati diversi.
Ma rispetto a candidature mediocri o non riconoscibili dai cittadini, a nomi di partito imposti senza criterio alcuno se non quello dell’appartenenza, si è fatto invece uscire dal cappello del mago il candidato di soccorso: una donna.
Come in tempo di guerra, la dove gli uomini non potevano essere classe dirigente né operaia perché impegnata in altri combattimenti ed altre sfide, le donne hanno tirato avanti l’economia e le sorti di un paese lacerato (è un paragone ma…) così oggi, rispetto all’incapacità e all’inadeguatezza di candidati uomini dei due schieramenti a confronto, ben vengano, ad assumere il ruolo, due donne.
Che poi siano conosciute e riconoscibili per il loro garbato ma deciso modo di far politica, per le esperienze acquisite, in campi diversi, da entrambe e dallo spirito non solo di militanza ma soprattutto di servizio ai cittadini che entrambe hanno dimostrato di avere oltre che di affermare, pare una notizia da sottolineare come cosa straordinaria. Non come norma di cui dovrebbe essere fatta la politica, quella appunto che da sempre le donne hanno dichiarato di volere.
Forse avremo una terza candidata in Puglia e certamente Adriana Poli Bortone non ha storia e carattere minore delle altre due, ma anche questa volta potrebbe essere proposta solo per “togliere le castagne dal fuoco”.
Facciamo un sogno!
Se queste candidate saranno accettate dagli schieramenti (perché c’ancora qualcuno che tituba, alla faccia dell’indecisione femminile) ed andassero ad aggiungersi alla Bresso riconfermata e alle altre amministratrici che saranno elette, forse sarà la volta che tutte potranno dare prova di un diverso modo di governare, salvo deluderci in modo travolgente.
Nel Lazio, ma questa è la democrazia, una sarà comunque non eletta; facciamo dunque che da questa competizione si confermi la possibilità di cambiare, se non le regole, almeno lo stile della politica.