Da Angela Merkel a Christine Lagarde, le donne che dettano legge nell'economia, di Natascia Ronchetti
Di lei Romano Prodi disse una volta che detta i contenuti delle conferenze stampa sulla politica economica della Ue e che Sarkozy si limita a convocare i giornalisti. Battuta, certo, ma forse non poi tanto lontana dal vero. Tanto che il gossip internazionale della politica narra che sia stata Angela Merkel a manovrare dietro le quinte, con l'appoggio di Obama, per far cadere Silvio Berlusconi, con tanto di telefonata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per far rotolare la testa dell'ex premier italiano.
Pettegolezzi? Fantapolitica? Sarà. Resta il fatto che la cancelliera tedesca è la donna più influente d'Europa, colei che detta non solo l'agenda, ma la politica economica della Ue, ispirandosi a un teutonico rigore nei conti e al pareggio di bilancio. E forse non è un caso che Mario Draghi, presidente della Bce, abbia sposato la ferrea linea tedesca prima di salire ai vertici della massima autorità monetaria del vecchio continente. Del resto il magazine americano Forbes non ha avuto dubbi, ed è andato anche oltre: l'ha piazzata da un pezzo in testa alla classifica delle donne più potenti del mondo. Dalla Merkel a un altro pezzo da novanta, l'influentissima Christine Lagarde, che ha preso le redini del Fondo monetario internazionale, dopo le dimissioni del connazionale Dominique Strauss-Khan. Francese, avvocato, ex ministro dell'Economia nel suo Paese, è la prima donna a ricoprire la carica dell'Fmi, dopo una scalata, pare, sostenuta dagli Stati Uniti.
Di che pasta sia fatta questa silfide dai capelli bianchi che decide la politica finanziaria mondiale, compreso se lanciare ciambelle di salvataggio ai Paesi a rischio di default, lo si è visto nello scandalo che ha coinvolto l'uomo d'affari Bernard Tapie: lei è accusata di averlo favorito, ma ha ben pensato, a differenza del suo predecessore, di rimanere al suo posto, infischiandosene, almeno per ora, delle polemiche e delle questioni di opportunità. Mentre la Merkel pretende roboante il commissariamento della Grecia – che annaspa per evitare la bancarotta con il rischio di far affondare anche la moneta unica – Lagarde, regale, stila pagelle e avverte l'Europa: deve raccogliere più soldi per il fondo salva-Stati. Ma dietro le quinte sono molte altre le donne che manovrano le leve dell'economia e della finanza.
Indra Nooyi, per esempio, l'indiana ai vertici della PepsiCo, in qualità di amministratore delegato. Una di quelle che davvero contano e da tenere sempre d'occhio, come scrisse il Wall Street Journal già tre anni fa. Una che continua a contare, navigatissima nel mondo degli affari, tanto che il Time l'ha annoverata fra le 100 persone più influenti del pianeta.
Se donne come Hillary Clinton, segretario di Stato degli Stati Uniti, o Dilma Roussef, presidente del Brasile dopo l'era di Lula, dettano legge sulle sorti politiche del pianeta, ce ne sono altre che il loro potere e la loro influenza economica li mostrano in altro modo. Cheryl Sandberg, economista e politica americana, è una delle anime di Facebook, come Ceo del social network fondato da Mark Zuckerberg: sempre Forbes l'ha piazzata al quinto posto tra le donne più potenti.
E che dire di Melinda Gates, moglie di Bill Gates, padre di Microsoft. Laurea in Scienze informatiche e in Economia, dirige la Bill & Melinda Gates Foundation, ha collezionato incarichi in alcune tra le più prestigiose università americane e siede nel board del prestigioso Washington Post.
Scusate se è poco.