Coinvolte senza preavviso, si trovano a offrire il loro contributo di donne in un ambito che è stato finora esclusivamente maschile
Sono le sette donne nominate dal Papa, lo scorso 8 luglio, “nuovi membri” (con altri diciassette fra cardinali, vescovi e religiosi) del Dicastero vaticano della vita religiosa.
Da tempo una religiosa ne era “sottosegretaria”, insieme a un religioso sottosegretario, ma i membri della Plenaria, ovvero dell’organo decisionale, erano esclusivamente uomini: nel 2014 risultavano ventuno cardinali, diciotto fra arcivescovi e vescovi, e otto superiori generali.
Negli ultimi anni altre donne sono state nominate in alcuni Dicasteri vaticani, ma mai sette contemporaneamente nello stesso Dicastero. Da notare che “sette”, nella tradizione cristiana, sono anche i doni dello Spirito Santo.
Luigia Coccia, superiora generale delle Suore Missionarie Comboniane, così si esprime: «Per me è stata una grande sorpresa. La nomina non è stata preceduta da alcuna consultazione, sebbene la partecipazione occasionale al consiglio del Dicastero mi possa apparire ora come un velato preavviso.
Sono rimasta meravigliata, e mi sento investita da tanta fiducia da parte del Papa e di tutta la Chiesa. Personalmente devo ancora fare spazio a questa nuova realtà: l’avverto come una sorta di gravidanza inattesa.
Noi sette ci sentiamo anzitutto espressione della vita consacrata femminile. Papa Francesco ripete spesso che «la realtà è superiore all’idea»; come donne penso che possiamo apportare alla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica il nostro essere molto vicine e sensibili alla realtà. Come donne porteremo quell’umanità alla quale siamo particolarmente legate. Come comboniana porto il nostro cuore e occhi aperti sul mondo, e anche la nostra lunga storia di ricerca di comunione con altre congregazioni religiose. Fin dagli inizi, forse per la “cattolicità” del Piano di Daniele Comboni, abbiamo cercato di allargare l’appartenenza alla vita religiosa.
Ringrazio papa Francesco per il coraggio e la forza di avviare processi anziché occupare spazi. Anche questa nomina è un passo ulteriore nel processo che incoraggia la Chiesa a ritrovare se stessa, così come Cristo l’ha generata. E in questo processo, cercheremo di dare il meglio di noi stesse. Stiamo aprendo una breccia in un consesso tradizionalmente maschile. È una novità assoluta, per noi donne e anche per gli uomini del Dicastero. È un cammino inedito, e lo percorreremo insieme, con fiducia e speranza».
Le altre sei donne, di cui cinque superiore generali, sono: Yvonne Reungoat, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Kathleen Appler, delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, Françoise Massy, delle Suore Francescane Missionarie di Maria, Simona Brambilla, delle Suore Missionarie della Consolata, Maria Rita Calvo Sanz, dell’Ordine della Compagnia di Maria Nostra Signora, e Olga Krizova, presidente generale dell’Istituto Secolare Volontarie di Don Bosco.
A queste sette donne in nostri migliori auguri, perché possano offrire un soffio rigenerante in un consesso che rimane ancora prevalentemente maschile.